SCENA IV.

David, Micol e Gionata.

GIONATA

Teco è il tuo sposo.

MICOL

Oh voce!... Oh vista! Oh gioja!...

Parlar… non... posso. – Oh maraviglia!... E fia...

Ver, ch'io t'abbraccio?...

DAVID

Oh sposa!... Oh dura assenza!...

Morte, s'io debbo oggi incontrarti, almeno

Qui sto tra' miei. Meglio è morir, che trarre

Selvaggia vita in solitudin, dove

A niun sei caro, e di nessun ti cale.

Brando assetato di Saùl, ti aspetto;

Percuotimi: qui almen dalla pietosa

Moglie fien chiusi gli occhi miei; composte,

Coperte l'ossa; e di lagrime vere

Da lei bagnate.

MICOL

Oh David mio!... Tu capo,

Termine tu d'ogni mia speme; ah! lieto

Il tuo venir mi sia! Dio, che da gravi

Perigli tanti sottraeati, invano

Oggi te qui non riconduce... Oh quale,

Qual mi dà forza il sol tuo aspetto! Io tanto

Per te lontan tremava; or per te quasi

Non tremo… Ma, che veggo? In qual selvaggio

Orrido ammanto a me ti mostra avvolto

L'alba nascente? O prode mio; tu ignudo

D'ogni tuo fregio vai? Te più non copre

Quella, ch'io già di propria man tessea,

Porpora aurata! In tal squallor, chi mai

Potria del re genero dirti? All'armi

Volgar guerrier sembri, e non altro.

DAVID

In campo

Noi stiamo: imbelle reggia or non è questa:

Qui rozzo sajo, ed affilato brando,

Son la pompa migliore. Oggi, nel sangue

De' Filistei, porpora nuova io voglio

Tinger per me. Tu meco intanto spera

Nel gran Dio d'Israël, che me sottrarre

Può dall'eccidio, s'io morir non merto.

GIONATA

Ecco, aggiorna del tutto: omai qui troppo

Da indugiar più non parmi. Ancor che forse

Opportuno tu giunga, assai pur vuolsi

Ir cautamente. – Ogni mattina al padre

Venirne appunto in quest'ora sogliamo:

Noi spïerem, come il governi e prema

Oggi il suo turbo umore: e a poco a poco

Preparando l'andrem, se lieta è l'aura,

Alla tua vista; e in un torrem, che primo

Null'uom a lui malignamente narri

La tua tornata. Appàrtati frattanto;

Chè alcun potrìa conoscerti, tradirti;

Ed Abner farti anco svenare. Abbassa

La visiera dell'elmo: infra i sorgenti

Guerrier ti mesci, e inosservato aspetta,

Ch'io per te rieda, o mandi...

MICOL

Infra i guerrieri,

Come si asconde il mio David? Qual occhio

Fuor dell'elmo si slancia a par del suo?

Brando, chi 'l porta al suo simil? Chi suona

Così nell'armi? Ah! no; meglio ti ascondi,

Dolce mio amor, fin che al tuo fianco io torni.

Misera me! Ti trovo appena, e deggio

Lasciarti già? Ma per brev'ora; e quindi

No, mai più, mai, non lascerotti. Or pure

Vo' pria vederti in securtà. Deh! mira;

Di questa selva opaca là nel fondo,

A destra, vedi una capace grotta?

Divisa io spesso là dal mondo intero,

Te sospiro, te chiamo, di te penso;

E di lagrime amare i duri sassi

Aspergo: ivi ti cela, in fin che il tempo,

Sia di mostrarti.

DAVID

Io compiacer ti voglio

In tutto, o sposa. Appien securi andate:

È senno in me; non opro a caso; io v'amo;

A voi mi serbo: e solo in Dio confido.

FINE DELL'ATTO PRIMO.

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