David, Micol e Gionata.
GIONATA
Teco è il tuo sposo.
MICOL
Oh voce!... Oh vista! Oh gioja!...
Parlar… non... posso. – Oh maraviglia!... E fia...
Ver, ch'io t'abbraccio?...
DAVID
Oh sposa!... Oh dura assenza!...
Morte, s'io debbo oggi incontrarti, almeno
Qui sto tra' miei. Meglio è morir, che trarre
Selvaggia vita in solitudin, dove
A niun sei caro, e di nessun ti cale.
Brando assetato di Saùl, ti aspetto;
Percuotimi: qui almen dalla pietosa
Moglie fien chiusi gli occhi miei; composte,
Coperte l'ossa; e di lagrime vere
Da lei bagnate.
MICOL
Oh David mio!... Tu capo,
Termine tu d'ogni mia speme; ah! lieto
Il tuo venir mi sia! Dio, che da gravi
Perigli tanti sottraeati, invano
Oggi te qui non riconduce... Oh quale,
Qual mi dà forza il sol tuo aspetto! Io tanto
Per te lontan tremava; or per te quasi
Non tremo… Ma, che veggo? In qual selvaggio
Orrido ammanto a me ti mostra avvolto
L'alba nascente? O prode mio; tu ignudo
D'ogni tuo fregio vai? Te più non copre
Quella, ch'io già di propria man tessea,
Porpora aurata! In tal squallor, chi mai
Potria del re genero dirti? All'armi
Volgar guerrier sembri, e non altro.
DAVID
In campo
Noi stiamo: imbelle reggia or non è questa:
Qui rozzo sajo, ed affilato brando,
Son la pompa migliore. Oggi, nel sangue
De' Filistei, porpora nuova io voglio
Tinger per me. Tu meco intanto spera
Nel gran Dio d'Israël, che me sottrarre
Può dall'eccidio, s'io morir non merto.
GIONATA
Ecco, aggiorna del tutto: omai qui troppo
Da indugiar più non parmi. Ancor che forse
Opportuno tu giunga, assai pur vuolsi
Ir cautamente. – Ogni mattina al padre
Venirne appunto in quest'ora sogliamo:
Noi spïerem, come il governi e prema
Oggi il suo turbo umore: e a poco a poco
Preparando l'andrem, se lieta è l'aura,
Alla tua vista; e in un torrem, che primo
Null'uom a lui malignamente narri
La tua tornata. Appàrtati frattanto;
Chè alcun potrìa conoscerti, tradirti;
Ed Abner farti anco svenare. Abbassa
La visiera dell'elmo: infra i sorgenti
Guerrier ti mesci, e inosservato aspetta,
Ch'io per te rieda, o mandi...
MICOL
Infra i guerrieri,
Come si asconde il mio David? Qual occhio
Fuor dell'elmo si slancia a par del suo?
Brando, chi 'l porta al suo simil? Chi suona
Così nell'armi? Ah! no; meglio ti ascondi,
Dolce mio amor, fin che al tuo fianco io torni.
Misera me! Ti trovo appena, e deggio
Lasciarti già? Ma per brev'ora; e quindi
No, mai più, mai, non lascerotti. Or pure
Vo' pria vederti in securtà. Deh! mira;
Di questa selva opaca là nel fondo,
A destra, vedi una capace grotta?
Divisa io spesso là dal mondo intero,
Te sospiro, te chiamo, di te penso;
E di lagrime amare i duri sassi
Aspergo: ivi ti cela, in fin che il tempo,
Sia di mostrarti.
DAVID
Io compiacer ti voglio
In tutto, o sposa. Appien securi andate:
È senno in me; non opro a caso; io v'amo;
A voi mi serbo: e solo in Dio confido.
FINE DELL'ATTO PRIMO.