Micol e Gionata.
MICOL
Notte abborrita, eterna,
Mai non sparisci?... Ma, per me di gioja
Risorge forse apportatore il sole?
Ahi lassa me! Che in tenebre incessanti
Vivo pur sempre! – Oh! fratel mio, più ratto
Di me sorgesti? Eppur più travagliato,
Certo, fu il fianco mio, che mai non posa.
Come posar poss'io fra molli coltri,
Mentre il mio ben sovra la ignuda terra,
Fuggitivo, sbandito, infra covili
Di crude fere, insidïato giace?
Ahi d'ogni fera più inumano padre!
Saùl spietato! Alla tua figlia togli
Lo sposo, e non la vita? – Odi, fratello;
Qui non rimango io più: se meco vieni,
Bell'opra fai; ma, se non vieni, andronne
A rintracciarlo io sola: io David voglio
Incontrare, o la morte.
GIONATA
Indugia ancora;
E il pianto acqueta: il nostro David forse
In Gelboè verrà...
MICOL
Che parli? In loco,
Dov'è Saùl, David venirne?...
GIONATA
In loco
Dov'è Gionata e Micol, tratto a forza
Dal suo ben nato cor fia David sempre.
Nol credi tu, che in lui più assai l'amore
Che il timor possa? E maraviglia avresti,
S'ei qui venirne ardisse?
MICOL
Oh ciel! Per esso
Io tremerei... Ma pure, il sol vederlo
Fariami...
GIONATA
E s'ei nulla or temesse?... E s'anco
L'ardir suo strano ei di ragion vestisse? –
Men terribil Saùl nell'aspra sorte,
Che nella destra, sbaldanzito or stassi
In diffidenza di sue forze; il sai:
Or, che di David l'invincibil braccio
La via non gli apre infra le ostili squadre,
Saùl diffida; ma, superbo, il tace.
Ciascun di noi nel volto suo ben legge
Che a lui non siede la vittoria in core.
Forse in punto ei verrebbe ora il tuo sposo.
MICOL
Sì, forse è ver; ma lungi egli è;... deh! dove?...
E in quale stato?... Oimè!...
GIONATA
Più che nol pensi,
Ei ti sta presso.
MICOL
Oh cielo!... a che lusinghi?...