SCENA IV.

Saul, Gionata, Micol e David.

GIONATA

Deh! vieni, amato padre; a' tuoi pensieri

Dà tregua un poco: or l'aura aperta e pura
Ti fia ristoro; vieni: alquanto siedi
Tra i figli tuoi.

SAUL

…Che mi si dice?

MICOL

Ah! Padre!...

SAUL

Chi siete voi?... Chi d'aura aperta e pura

Qui favellò?... Questa? È caligin densa;

Tenebre sono; ombra di morte... Oh! mira;

Più mi t'accosta; il vedi? il sol d'intorno

Cinto ha di sangue ghirlanda funesta...

Odi tu canto di sinistri augelli?

Lugùbre un pianto sull'aere si spande,

Che me percuote, e a lagrimar mi sforza...

Ma che? Voi pur, voi pur piangete?...

GIONATA

O sommo

Dio d'Isräello, or la tua faccia hai tolta

Dal re Saul così? Lui, già tuo servo,

Lasci or così dell'avversario in mano?

MICOL

Padre, hai la figlia tua diletta al fianco:

Se lieto sei, lieta è pur ella; e piange,
Se piangi tu... Ma, di che pianger ora?
Gioja tornò.

SAUL

David, vuoi dire. Ah!... David...

Deh! perchè non mi abbraccia anch'ei co' figli?

DAVID

Oh padre! Addietro or mi tenea temenza

Di non t'esser molesto. Ah! nel mio core
Perchè legger non puoi? Son sempre io teco.

SAUL

Tu... di Saulle... ami la casa dunque?

DAVID

S'io l'amo? Oh ciel! degli occhi miei pupilla

Gionata egli è; per te, periglio al mondo
Non conosco, nè curo: e la mia sposa,
Dica, se il può, ch'io nol potrei, di quanto,
Di quale amore io l'amo...

SAUL

Eppur, te stesso

Stimi tu molto...

DAVID

Io, me stimare?... In campo

Non vil soldato, e tuo genero in corte
Mi tengo; e innanzi a Dio, nulla mi estimo.

SAUL

Ma, sempre a me d'Iddio tu parli; eppure,

Ben tu il sai, da gran tempo, hammi partito
Da Dio l'astuta ira crudel tremenda
De' sacerdoti. Ad oltraggiarmi, il nomi?

DAVID

A dargli gloria, io 'l nomo. Ah! perchè credi,

Ch'ei più non sia con te? Con chi nol vuole,
Non sta; ma, a chi l'invoca, a chi riposto
Tutto ha sè stesso in lui, manca egli mai?
Ei sul soglio chiamotti; ei vi ti tiene:
Sei suo, se in lui, ma se in lui sol, ti affidi.

SAUL

Chi dal ciel parla?... Avviluppato in bianca

Stola è costui, che il sacro labro or schiude?
Vediamlo... Eh no: tu sei guerriero, e il brando
Cingi: or t'inoltra; appréssati; ch'io veggia,
Se Samuele o David mi favella. –
Qual brando è questo? Ei non è già lo stesso
Ch'io di mia man ti diedi...

DAVID

È questo il brando,

Cui mi acquistò la povera mia fionda.
Brando, che in Ela a me pendea tagliente
Sul capo; agli occhi orribil lampo io 'l vidi
Balenarmi di morte, in man del fero
Goliàt gigante: ei lo stringea: ma stavvi
Rappreso pur, non già il mio sangue, il suo.

SAUL

Non fu quel ferro, come sacra cosa,

Appeso in Nobbe al tabernacol santo?
Non fu nell'Efod mistico ravvolto,
E così tolto a ogni profana vista?
Consecrato in eterno al Signor primo?...

DAVID

Vero è; ma...

SAUL

Dunque, onde l'hai tu? Chi ardiva

Dartelo? Chi?

DAVID

Dirotti. Io fuggitivo,

Inerme in Nob giungea; perchè fuggissi,
Tu il sai. Piena ogni via di trista gente,
Io, senza ferro, a ciascun passo stava
Tra le fauci di morte. Umìl la fronte
Prosternai là nel tabernacol, dove
Scende d'Iddio lo spirto; ivi, quest'arme,
(Cui s'uom mortal rïadattarsi al fianco
Potea, quell'uno esser potea ben David)
La chiesi io stesso al sacerdote.

SAUL

Ed egli?

DAVID

Diemmela.

SAUL

Ed era?

DAVID

Achimelèch.

SAUL

Fellone.

Vil traditore... Ov'è l'altare?... Oh rabbia!...

Ahi tutti iniqui! Traditori tutti!...

D'Iddio nemici; a lui ministri, voi?...

Negr'alme in bianco ammanto... Ov'è la scure?...

Ov'è l'altar? Si atterri... Ov'è l'offerta?

Svenarla io voglio...

MICOL

Ah padre!

GIONATA

Oh ciel! che fai?

Ove corri? Che parli?... Or, deh! ti placa:

Non havvi altar; non vittima: rispetta

Nei sacerdoti Iddio, che sempre t'ode.

SAUL

Chi mi rattien?... Chi di seder mi sforza?...

Chi a me resiste?...

GIONATA

Padre...

DAVID

Ah! tu il soccorri,

Alto Iddio d'Israël: a te si prostra,

Te ne scongiura il servo tuo.

SAUL

La pace

Mi è tolta; il sole, il regno, i figli, l'alma,

Tutto mi è tolto!... Ahi Saul infelice

Chi te consola? Al brancolar tuo cieco,

Ch è scorta, o appoggio?... I figli tuoi, son muti;

Duri son, crudi... Del vecchio cadente

Sol si brama la morte: altro nel core

Non sta dei figli, che il fatal diadema,

Che il canuto tuo capo intorno cinge.

Su strappatelo, su: spiccate a un tempo

Da questo omai putrido tronco il capo

Tremolante del padre... Ahi fero stato!

Meglio è la morte. Io voglio morte...

MICOL

Oh padre!...

Noi vogliam tutti la tua vita: a morte

Ognun di noi, per te sottrarne, andrebbe...

GIONATA

– Or, poichè in pianto il suo furor già stemprasi,

Deh! la tua voce, a ricomporlo in calma,

Muovi, o fratello. In dolce oblío l'hai ratto

Già tante volte coi celesti carmi.

MICOL

Ah! sì; tu il vedi, all'alitante petto

Manca il respiro; il già feroce sguardo

Nuota in lagrime: or tempo è di prestargli

L'opra tua.

DAVID

Deh! per me, gli parli Iddio. –

«O tu, che eterno, onnipossente, immenso,

«Siedi sovran d'ogni creata cosa;

«Tu, per cui tratto io son dal nulla, e penso,

«E la mia mente a te salir pur osa;

«Tu, che se il guardo inchini, apresi il denso

«Abisso, e via non serba a te nascosa;

«Se il capo accenni, trema lo universo;

«Se il braccio innalzi, ogni empio ecco è disperso:

«Già su le ratte folgoranti piume

«Di Cherubin ben mille un dì scendesti;

«E del tuo caldo irresistibil nume

«Il condottiero d'Israello empiesti:

«Di perenne facondia a lui tu fiume,

«Tu brando, e senno, e scudo a lui ti festi:

«Deh! di tua fiamma tanta un raggio solo

«Nubi fendente or manda a noi dal polo.

«Tenebre e pianto siamo...

SAUL

Odo io la voce

Di David?... Trammi di mortal letargo:

Folgor mi mostra di mia verde etade.

DAVID

«Chi vien, chi vien, ch'odo e non veggo? Un nembo

«Negro di polve rapido veleggia

«Dal torbid'auro spinto. –

«Ma già si squarcia; e tutto acciar lampeggia

«Dai mille e mille, ch'ei si reca in grembo...

«Ecco, qual torre, cinto

«Saùl la testa d'infuocato lembo.

«Traballa il suolo al calpestío tonante

«D'armi e destrieri:

«La terra, e l'onda, e il cielo è rimbombante

«D'urli guerrieri.

«Saùl si appressa in sua terribil possa;

«Carri, fanti, destrier sossopra ei mesce:

«Gelo, in vederlo, scorre a ogni uom per l'ossa,

«Lo spavento d'Iddio dagli occhi gli esce.

«Figli di Ammón, dov'è la ria baldanza?

«Dove gli spregj, e l'insultar, che al giusto

«Popol di Dio già feste?

«Ecco ora il piano ai vostri corpi angusto;

«Ecco, a noi messe sanguinosa avanza

«Di vostre tronche teste:

«Ecco ove mena in falsi iddii fidanza. –

«Ma, donde ascolto altra guerriera tromba

«Mugghiar repente?

«È il brando stesso di Saùl, che intomba

«D'Edom la gente.

«Così Moàb, Soba così sen vanno.

«Con l'iniqua Amalèch, disperse in polve:

«Saùl, torrente al rinnovar dell'anno,

«Tutto inonda, scompon, schianta, travolve.

SAUL

Ben questo è grido de' miei tempi antichi,

Che dal sepolcro a gloria mi richiama.

Vivo, in udirlo, ne' miei fervidi anni... –

Che dico?... Ahi lasso! a me di guerra il grido

Si addice omai?... L'ozio, l'oblio, la pace,

Chiamano il veglio a sè.

DAVID

Pace si canti. –

«Stanco, assetato, in riva

«Del fiumicel natìo,

«Siede il campion di Dio,

«All'ombra sempre viva

«Del sospirato alloro.

«Sua dolce e cara prole,

«Nel porgergli rìstoro,

«Del suo affanno si duole,

«Ma del suo rieder gode;

«E pianger ciascun s'ode

«Teneramente,

«Soavemente

«Sì, che il dir non v'arriva.

«L'una sua figlia slaccia

«L'elmo folgoreggiante;

«E la consorte amante,

«Sottentrando, lo abbraccia:

«L'altra, l'augusta fronte

«Dal sudor polveroso

«Terge, col puro fonte;

«Quale, un nembo odoroso

«Di fior sovr'esso spande;

«Qual, le man venerande

«Di pianto bagna:

«E qual si lagna

«Ch'altra più ch'ella faccia.

«Ma ferve in ben altr'opra

«Lo stuol del miglior sesso.

«Finchè venga il suo amplesso,

«Qui l'un figlio si adopra

«In rifar mondo e terso

«Lo insanguinato brando:

«Là, d'invidia cosperso,

«Dice il secondo: e quando

«Palleggerò quest'asta,

«Cui mia destra or non basta?

«Lo scudo il terzo,

«Con giovin scherzo,

«Prova come il ricopra.

«Di gioja lagrima

«Su l'occhio turgido

«Del re si sta:

«Ch'ei di sua nobile

«Progenie amabile

«È l'alma, e il sa.

«Oh bella la pace!

«Oh grato il soggiorno,

«Là dove hai d'intorno

«Amor sì verace,

«Sì candida fè!

«Ma il sol già celasi;

«Tace ogni zeffiro;

«E in sonno placido

«Sopito è il re. –

SAUL

Felice il padre di tal prole! Oh bella

Pace dell'alma!... Entro mie vene un latte

Scorrer mi sento di tutta dolcezza... –

Ma, che pretendi or tu? Saùl far vile

Infra i domestich'ozj? Il pro' Saulle

Di guerra or forse arnese inutil giace?

DAVID

«Il re posa, ma i sogni del forte

«Con tremende sembianze gli vanno

«Presentando i fantasmi di morte.

«Ecco il vinto nemico tiranno,

«Di sua man già trafitto in battaglia;

«Ombra orribil, che omai non fa danno.

«Ecco un lampo, che tutti abbarbaglia...

«Quel suo brando, che ad uom non perdona,

«E ogni prode al codardo ragguaglia. –

«Tal non sempre la selva risuona

«Del leone al terribil ruggito,

«Ch'egli in calma anco i sensi abbandona;

«Nè il tacersi dell'antro romito

«All'armento già rende il coraggio;

«Nè il pastor si sta men sbigottito,

«Ch'ei sa, ch'esce a più sangue ed oltraggio.

«Ma il re già si desta:

«Armi, armi, ei grida.

«Guerriero, omai qual resta?

«Chi, chi lo sfida?

«Veggio una striscia di terribil fuoco,

«Cui forza è loco – dien le ostili squadre.

«Tutte veggio adre – di sangue infedele

«L'armi a Israële. – Il fero fulmin piomba,

«Sasso di fromba – assai men ratto fugge,

«Di quel che strugge – il feritor sovrano,

«Col ferro in mano. – A inarrivabil volo,

«Fin presso al polo – aquila altera ei stende

«Le reverende – risuonanti penne,

«Cui da Dio tenne, – ad annullar quegli empj,

«Che in falsi tempj – han simulacri rei

«Fatti lor Dei. – Già da lontano io 'l seguo;

«E il Filisteo perseguo,

«E incalzo, e atterro; e sperdo; e assai ben mostro

«Che due spade ha nel campo il popol nostro.

SAUL

Chi, chi si vanta? Havvi altra spada in campo,

Che questa mia, ch'io snudo? Empio è, si uccida,

Pera, chi la sprezzò.

MICOL

T'arresta: oh cielo!...

GIONATA

Padre! che fai?...

DAVID

Misero re!

MICOL

Deh! fuggi...

A gran pena il teniam; deh! fuggi, o sposo.

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