Albasia

O mattin nuziale

tra il Mar pisano

e l’Alpe lunense!

O nozze immense

e brevi!

La nube formosa

disposa

il monte che a lei sale,

l’ombra d’entrambi il piano,

la dolce acqua il sale,

la canna il tralcio,

il salcio

la florida stiancia,

l’argano la bilancia

su la foce pescosa,

la mia rima il mio giòlito,

l’algosa

arena i tuoi piè lievi,

o Ermione.

E il cielo è nivale

come su la tua guancia

ondata il velo

insolito.

Il mare è d’opale

con vene di crisòlito,

come i mari dell’Asia,

immoto albore

di gemme fuse.

Brillano le meduse

a fiore

dell’immerso banco.

E tutto è bianco,

presso e lontano.

E’ grande albàsia

da lido a lido,

come allor che fa il nido

sul Mar sicano

la sposa Alcyone.

(Composta tra la metà di luglio e la metà di agosto 1902)

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