Ahimè, la vigna è piena di languore
come una bella donna sul suo letto
di porpora, che attenda l’amadore.
Ahimè, di bacche il frútice s’affoca,
la viorna s’incénera, piú lieve
che la prima lanugine dell’oca.
Ahimè, già qualche canna ha la pannocchia,
nella belletta il cípero si schiude,
fa sue querele antiche la ranocchia.
Ahimè, fiore travidi gridellino
che di gruogo salvatico mi parve,
e tinto di gialliccio il migliarino.
In uno m’abbattei lungo il canale
ove tra lente imagini di nubi
s’infràcida la dolce carne erbale.
Villoso ergli era. Intento io lo guatai;
e la morte di quella che mi piacque
seppi negli occhi suoi distrambi e vai.
(Data di composizione sconosciuta)