II.

Or la tua melodia

tutta la valle come un bel pensiere

di pace crea, le due canne leggiere

versando una la luce ed una l’ombra.

La spiga che s’inclina

per offerirsi all’uomo

e il monte che gli dà pietre del grembo,

se ben l’una vicina

e l’altro sia rimoto

e l’una esigua e l’altro ingente, sembra

si giungano per l’aere sereno

come i tuoi labbri e le tue dolci canne,

come su letto d’erbe amato e amante,

come i tuoi diti snelli e i sette fóri,

come il mare e le foci,

come nell’ala chiare e negre penne,

come il fior del leandro e le tue tempie,

come il pampino e l’uva,

come la fonte e l’urna,

come la gronda e il nido della rondine,

come l’argilla e il pollice,

come ne’ fiari tuoi la cera e il miele,

come il fuoco e la stipula stridente,

come il sentiere e l’orma,

come la luce ovunque tocca l’ombra.

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