III.

Sopor mi colse presso la fontana.

Lo sciame era discorde:

avea due re; pendea come due poppe

fulve. E il rame s’udia come campana.

Ti vidi nel mio sogno, o lene aulete.

Lottato avevi ignudo

contro il torrente folle di rapina.

Raccolto avevi piuma di sparviere

che a sommo del ciel muto

in sue rote feria l’aer di strida.

Ahi, lungi dalle tue musiche dita

gittato avevi i calami forati.

Chino con sopraccigli corrugati

eri, fanciul pugnace,

intento a farti archi da saettare

col legno della flèssile avellana.

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