Tra i due porti, tra l’uno e l’altro faro,
bonaccia senza vele e senza nubi
dolce venata come le tue tempie.
Assai lungi, di là dall’Argentaro,
assai lungi le rupi e le paludi
di Circe, dell’iddía dalle molt’erbe.
E c’incantò con una stilla d’erbe
tutto il Tirreno, come un suo lebete!