A mezzodÍ

A mezzodí scopersi tra le canne

del Motrone argiglioso l’aspra ninfa

nericiglia, sorella di Siringa.

L’ebbi su’ miei ginocchi di silvano;

e nella sua saliva amarulenta

assaporai l’orígano e la menta.

Per entro al rombo della nostra ardenza

udimmo crepitar sopra le canne

pioggia d’agosto calda come sangue.

Fremere udimmo nelle arsicce crete

le mille bocche della nostra sete.

In sul vespero

In sul vespero, scendo alla radura.

Prendo col laccio la puledra brada

che ancor tra i denti ha schiuma di pastura.

Tanaglio il dorso nudo, alle difese;

e per le ascelle afferro la naiàda,

la sollevo, la pianto sul garrese.

Schizzan di sotto all’ugne nel galoppo

gli aghi i rami le pigne le cortecce.

Di là dai fossi, ecco il triforme groppo

su per le vampe delle fulve secce!

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