LUCIANO guarda Lucio con grande curiosità.
LUCIO
Scusi, signore... Lei ha viaggiato con me questa notte?
LUCIANO
Ma sicuro! Sicuro! Io cercavo nella mia testa... e nella Sua... Lei è il signore con cui ho viaggiato stanotte! Mi perdoni... Ella ha parecchie volte...
LUCIO
Cercato di attaccare discorso... Sì... Mi sono accorto che Lei non aveva voglia di parlare... Non importa: questione di carattere.
LUCIANO
Sì... È vero: io sarei per mia natura socievolissimo, ma ho in orrore le persone che non conosco. Sarei amico intimo di tutta l'umanità se riuscissi a essere un poco più educato.
LUCIO
porgendogli la sua carta da visita
Se mi permette...
LUCIANO
Io non ho carta... Il mio nome è Luciano Riva, ma sono più conosciuto col mio pseudonimo di Bernardo L'Eremita.
LUCIO
con lieto stupore
L'artista?
LUCIANO
sorridendo
Come vuole...
LUCIO
Ma è la firma di quelle meravigliose acqueforti che hanno tanto interessato la critica!
LUCIANO
Oh i critici!
LUCIO
Le hanno dato del pazzo... L'hanno portato alle stelle... Permetta ch'io Le stringa la mano! Lei è un grande artista.
LUCIANO
Ecco la necessità di cambiar nome. Chi mi prende per un imbalsamatore, chi per un pazzo e chi per un grande artista.
LUCIO
ammirato
Avrà, spero, grande stima di sé.
LUCIANO
Non esagerata...
LUCIO accenna di sì come per dire: «è modesto»
Ma enorme...
LUCIO
lo guarda trasognato: indi sorridendo
Strano uomo! Uno scettico?
LUCIANO
perplesso
Per adesso, signore, sono un uomo che viaggia. A parte lo scherzo, Le dirò che sono capitato in questo albergo per combinazione. S'è dato un concerto... una delle solite mattinate in pieno pomeriggio... dove una signorina inglese canta una romanza francese dinanzi a un uditorio italiano e si rivela grande artista... Avevo promesso a un amico di vederlo qui... E ora sto per andarmene... Lei è alloggiato in questo albergo?
Si alza come deciso ad andar via
LUCIO
Sì. Ed è la prima volta che vengo a Roma... Sono venuto per conoscere la mia fidanzata...
LUCIANO
Lei ha una fidanzata e non la conosce?
LUCIO
Già. Le sembra strano?
LUCIANO
di nuovo si siede
Tutt'altro. Mi sembra una condizione indispensabile per sposarsi con un certo successo. Se due coniugi riuscissero a non conoscersi mai, il matrimonio potrebbe anche essere sopportabilissimo. E Lei chi è?
LUCIO
Io sono... Ah! Non oso dire di essere uno scrittore... Ho scritto un libro solo, stampato in provincia.
LUCIANO
Ah! Il suo nome?
Guardando la carta da visita, legge
Lucio Arsicòla...
LUCIO
correggendo
Arsìcola...
LUCIANO
Arsìcola. Io non leggo libri. Perdoni dunque se...
LUCIO
Si figuri! Perché non li legge?
LUCIANO
Perché tutti gli autori hanno la mania di comunicare al prossimo le loro convinzioni personali. Questo li rende insopportabili.
LUCIO
Lei è troppo dispotico. Anche se leggesse libri, non vorrei mai dargliene uno mio.
LUCIANO
inchinandosi lievemente
Così potrò sempre credere che Lei ne abbia scritto uno eccellente. Andiamo, mi racconti questa cosa che m'interessa assai... Come ha fatto a... non conoscere la sua fidanzata?
LUCIO
Ah! È semplicissimo. Quando pubblicai il mio romanzo, l'anno scorso... «Nozze in provincia» ... uno studio di ambiente paesano, ricevetti una lettera da una signorina di Roma...
LUCIANO
Una critica?
LUCIO
No... non già una vera critica... Accade spesso che una delle solite ragazze letterate... o romantiche... Capiterà anche a Lei!
LUCIANO
Non me ne parli! Le letterate! Specialmente le scrittrici... sono la peste dell'umanità! Io poi non riesco a stampare un'acquaforte senza che dieci, almeno, signorine... brutte.... mi domandino che cosa ho voluto dire.
LUCIO
sorridendo
Ecco! Ecco!... Nel mio angolo di provincia, dove sono rimasto quasi sempre chiuso, ella portò come un soffio di primavera... un profumo di eleganza... e un po' di mistero.
LUCIANO
E così se ne è innamorato a distanza!
LUCIO
Ah no!... Innamorato no! Bisognerà, prima, che ci vediamo. Io le risposi semplicemente manifestandole, tra le righe, la mia voglia di seguitare l'epistolario... Infatti ella ha scritto ancòra. E così è cominciata la nostra corrispondenza... A poco a poco siamo diventati amici. A dire la verità sul principio quest'avventura romantica mi imbarazzava. Poi mi sono abituato. Guardi, guardi la fotografia... Eh? Le piace?
LUCIANO
guardando la fotografia
Molto graziosa!
LUCIO
Non Le pare?
LUCIANO
Molto graziosa. E allora?
LUCIO
Allora, dopo questa fotografia, mi piacque ancòra di più, tanto che una bella mattina mi alzai con un'idea straordinaria e scrissi sùbito alla signorina: «Ci vogliamo sposare?».
LUCIANO
ride
Ah! Ah! E che cosa rispose?
LUCIO
sorridendo
Rispose che acconsentiva, semplicemente: e che non si spaventava dei miei trentaquattro anni... Ella desiderava che io, a mia volta, mandassi la fotografia. Eh, no! Non volli essere preceduto da nessuna maschera. La fotografia non è mai abbastanza un ritratto.
LUCIANO
Giustissimo.
LUCIO
Per solito, sa, non sono troppo facile alle confidenze... Ma gli è che io sono pieno di ansia perché tra poco, guardi...
agitandosi
tra pochi minuti verrà qui o mi manderà a cercare in questo albergo...
LUCIANO
Sa che è alloggiato qui?
LUCIO
Sì, sì! E io sono atterrito dal fatto che così non mi posso presentare! Sono troppo ridicolo!
LUCIANO
Sicché neanche la sua voce... niente, niente l'uno conosce dell'altra?
LUCIO
Se non ci siamo mai visti!
LUCIANO
Il perfetto mistero!
LUCIO
sorridendo
Sicuro. Ella abita col vecchio colonnello suo padre, una villetta in fondo a via Nomentana: villino Forster.
LUCIANO
guardando la fotografia e leggendo la firma
«Nora Forster».
LUCIO
Ora forse Lei si burlerà di me!
LUCIANO
Ma nemmeno per sogno! È un genere di avventura, il Suo, Le confesso la verità, che fa la mia delizia! Io non godo, in verità, che di queste avventure.
LUCIO
L'imprevisto dunque L'affascina?
LUCIANO
Ah! Non può immaginare quanto! Il gambero sbilenco che si porta in giro le case degli altri mi somiglia in questo: che anch'io prendo a prestito tutti i giorni un asilo che il caso mi porge per metterci dentro un sogno nuovo!
LUCIO
L'avventura, insomma!
LUCIANO
Sì! Ma non già mi piace l'avventura quale può offrirmela la sorte. Sono io, molte volte, che la medito, la provoco. Provi, provi Lei a fabbricare il caso! Eh! Nei libri, sì... Ma nella vita!... Ah! Burlarsi della natura... simulare la notte e il sole! Anch'io lo faccio con le mie acqueforti, ma l'importante è asservire uomini e cose a strumenti d'arteficio! Mi capisce? Ah sì! La sua avventura sentimentale mi piace! Meriterebbe di non essere narrata in nessun libro.
LUCIO
Strano uomo!
LUCIANO
E Lei chi è? Un romantico? Un umorista? Un ironista? Ma forse Lei, lavorando, non è felice quanto me... Per esempio, guardi... Io mi diverto talvolta a mistificare la gloria e a farne una maschera comica... A costringere le stelle ad abbassarsi per accendere le sommità dei cipressi che circondano un cimitero... Le par niente? Che cosa importa a me di vivere a seconda che mi consentano le cose? Noi, infine – noi uomini – siamo schiavi degli eventi, uniformiamo la nostra esistenza sopra un binario e seguiamo una traccia... Ma noi artisti – e io sono forse un uomo che esce dalla nostra letteratura d'eccezione – possiamo vivere come vuole il nostro cervello. Non ha Lei quest'ambizione? Allora non è un artista.
Cambiando tono all'improvviso
Scusi: Le ho già detto che non sono bene educato.
LUCIO
sorride
Dica un po', dica un po': ci fu qualcuno che inventò una specie di leggenda sul Suo conto...
LUCIANO
Che io lavoro le mie stampe in una specie di spelonca e che ho per amica una fattucchiera, e vivo facendo il vagabondo... Eh? Si dice questo?
LUCIO
Sì, sì... È soltanto dopo averla conosciuta che si possono credere vere queste storie.
LUCIANO
Tutte le storie che si narrano sul mio conto sono vere. Non per niente le faccio circolare io stesso!
LUCIO
ride
Senta che cosa ella mi scrive.
Legge una lettera
«Voi non mi troverete abbigliata per la circostanza...».
LUCIANO
Ecco, per esempio, una prova di coraggio. Poche donne sanno resistere alla tentazione di mettersi un vestito nuovo. A meno che ella abbia una vestaglia color viola. Le donne che indossano vestaglie color viola sono di temperamento bisbetico e tradiscono il marito dopo il quarto mese.
LUCIO
So... so che in fatto di donne... eh?
Lo minaccia scherzosamente con una mano
LUCIANO
Ma no! Sono leggende!
LUCIO
Come fa? Come fa?
LUCIANO
Come faccio che cosa?
LUCIO
A prenderle tutte così presto...
LUCIANO
Ah! Ma è semplicissimo!...
LUCIO
Dica! Dica!
LUCIANO
È semplicissimo! Io dico loro delle cose enormi... ma per non spaventarle chiudo gli occhi. Le donne vedendomi con gli occhi chiusi si fanno coraggio e mi cadono fra le braccia!
LUCIO
Davvero?
LUCIANO
Oh! Scherzo! Vuole che per prendere una donna ci sia un sistema? Ogni donna ha il suo stile, ovverosia il suo segreto...
LUCIO
ride. Poi subitamente preoccupato
Ma dica, dica! Non Le pare che il destino si sia preso gioco di me? Ho aspettato un anno prima di decidermi: e durante questo tempo non ho mai avuto il più piccolo male... Ebbene, arrivo qui per conoscere la mia fidanzata e qualche ora prima la mia faccia diventa un mascherone di fontana; un mascherone, dica quel che vuole, impresentabile! Non è per vanità, creda... ma perbacco, non è possibile, via! Forse ella vorrà vedermi a ogni costo... non lo so... o manderà qualcuno, se io farò dire di essere ammalato... Almeno avessi taciuto l'indicazione dell'albergo a cui sono alloggiato!
LUCIANO
Ah! Ma Lei è stato di una precisione spaventevole! Non ha nascosto nulla! Neanche il nome dell'albergo! Mentre con le donne, veda, quel che vale più di tutto è il mistero... la curiosità...