LA CAMERIERA
Permette, signorina? C'è di là un signore che cerca...
NORA
Di me?
LA CAMERIERA
No: del signore!
LUCIANO
Di me? Impossibile!
NORA
Ma perchè non l'avete fatto entrare?
LA CAMERIERA
Non ha voluto, e ha dichiarato, anzi, e mi ha incaricato di dirlo, che non verrà a nessun costo. Soltanto vuole che il signore sappia ch'egli è di là e che rimane là.
LUCIANO
È molto strano.
LA CAMERIERA
Dice che è suo cugino.
NORA
stupita
Avete un cugino?
LUCIANO
Impossibile. Non ho mai avuto cugini in vita mia.
LA CAMERIERA
Ha poi aggiunto: caso mai non riuscisse a capire chi io sia, ditegli che ho la testa fasciata, e allora capirà subito.
LUCIANO
Ah! È straordinario!
NORA
Dunque? È o non è vostro cugino?
LUCIANO
debolmente
Ma... sì!
NORA
E allora come va che dicevate che in vita vostra non avevate mai avuto cugini?
LUCIANO
confuso
Ah! Ma non mi avevate detto che aveva la testa fasciata!...
Affannandosi
Ah! Voi non sapete che uomo straordinario è quello là!
NORA
Vostro cugino?
LUCIANO
trasognato
Mio cugino?
Riprendendosi
Ah sì!
Indi alla CAMERIERA
Vi ha detto che a nessun costo verrebbe a cercarmi qui?
LA CAMERIERA
Sì, signore.
LUCIANO fa un gesto come per dire: «Ah, va bene».
NORA
Puoi andare.
LA CAMERIERA via.
LUCIANO
con solennità burlesca
C'è un individuo fasciato per ogni uomo.
NORA
Sentite, caro amico, voi siete molto simpatico. Ma troppo difficile a capire.
LUCIANO
la guarda. Una pausa
Mi spiego.
NORA
Oh!
LUCIANO
La vita ha tante vicende, non è vero? Gli uomini camminano a caso e si incontrano con le vicende.
NORA
Benissimo.
LUCIANO
Allora avviene che un uomo, passeggiando per caso e incappando con una vicenda, ne diventa il padrone. Ne diventa cioé il suo legittimo possessore materiale. È qui l'errore. Direi il delitto. Direi l'usurpazione. Il più delle volte quell'uomo è stonato, è disadatto. È il proprietario di quella casa perchè ci è entrato per il primo, ma viceversa quella casa è mia perché io soltanto la so abitare e metterla in valore. Allora succede che chi possiede per isbaglio è l'incubo, chi dovrebbe possedere per elezione è il succubo. Ma chi è ladro? Chi rubò prima o chi ruberebbe dopo?... Quell'uomo che aspetta lì fuori è il mio incubo. Nel mio caso è un individuo fasciato perché ha un male passeggero, ma è quasi sempre fasciato di qualche cosa: di perplessità, di cattivo gusto, di pusillanimità, d'ignoranza, d'inaderenza... perché bisogna avere l'aderenza della propria epidermide alle cose e alle persone che si posseggono, altrimenti si è estranei!... Ecco perché vi dico che c'è un individuo fasciato per ogni uomo.
NORA
Per mostrarvi di essere intelligente fingerò di aver capito.
LUCIANO
Non avete capito niente?
NORA
No.
LUCIANO
Me l'aspettavo.
NORA
Quell'uomo lì fuori è il vostro incubo?
LUCIANO
Sì.
NORA
Lo voglio vedere.
LUCIANO
gridando
No!
Con altra voce
Eh no! Sarebbe il colmo!
NORA
Perché?
LUCIANO
Perché io e lui siamo antitetici. Lui esiste in quanto io sono assente. E io esisto in quanto è assente lui. Tutti e due insieme formeremmo, dinanzi a voi, una mostruosità.
NORA
Voglio conoscerla questa mostruosità, dal momento che io comincio a essere diffidente contro di voi!
LUCIANO
Impossibile. Non c'è forza al mondo che potrà indurre quell'uomo a entrare qui!
NORA
Andrò io da lui!
LUCIANO
Inutile. Se vi vede, allunga il passo e se ne va. Non vi metterete mica a rincorrere un uomo fasciato lungo la via!
NORA
Ah!
LUCIANO
con solennità
Ma se volete, io qui faccio la sua parte!
NORA
Eh?
LUCIANO
E così sarete accontentata. È come se voi parlaste con lui personalmente.
NORA
Ah sì? Ma chi mi assicura...
LUCIANO
Che io non falserò le sue parole?
Con voce mutata, commossa
La mia commozione dinanzi a voi in questo momento. Si poteva giocare con voi credendo di dover conoscere una signorina qualunque con cui il mio istinto nomade poteva rinnovare il solito genere di avventura... Ma io ho dinanzi a me l'unica creatura che avrei dovuto rispettare nella vita... E vi giuro che se potessi liberarmi per un momento da questa maschera burlesca, io piangerei... e se non piango è perché divento buffo, ed è poi una cosa che mi fa dispiacere.
NORA
guardandolo
Ed allora?
LUCIANO
con altra voce, dominando la scena
Ed allora eccoci qui tutti e tre! Sono troppo fiero per patrocinare la mia causa giovandomi dell'assenza dell'accusatore. Eccolo là. Egli è là! E se io accuso per lui vi assicuro che lo faccio senza indulgenza. Ora supponiamo che sia accaduto questo. La vostra cameriera l'ha chiamato a nome vostro ed egli si è deciso a entrare. Per prima cosa egli si mette le mani al capo e dice: «Perdonate signorina se mi presento in questo stato»... – Ah! Non importa – dite voi col vostro bel sorriso interrogativo, e intanto gli chiedete: – Ma... con chi ho il piacere di parlare?... Lui apre tanto di occhi e mi guarda... – Ma come? Voi non le avete detto... – No. Io non le ho detto. – Siete venuto per vostro conto? – Sì, sono venuto per mio conto. E si volgerà a voi balbettando: – Ma allora la signorina non sa...
NORA
assai turbata
Ma insomma! Che devo sapere?
LUCIANO
riprendendo con lo stesso tono
Ecco: voi dite «Ma insomma, che devo sapere?». E allora io vi presento il vostro fidanzato. Il signor Lucio Arsìcola è là!
NORA
con terrore
Là? Il mio fidanzato?
LUCIANO
L'individuo fasciato è là! Il quale ha ragione di dire a me: «Voi siete un vigliacco, signore! Come? Voi accompagnate, sebbene riluttante, questa signorina a casa, questa signorina che è quasi la mia fidanzata, perché io ho avuto il pudore o la debolezza o la civetteria di non comparirle davanti con la mia faccia gonfia... E invece di metterla al corrente della situazione voi prendete il mio posto, vi insediate nella casa che non vi appartiene, e avete anche l'aria di starci egregiamente!»...
Cambiando posto
Sì. È vero! È verissimo! Lo confesso!
NORA
Ah!
LUCIANO
Se lo confesso! Se vi dico che lo confesso!
Gravemente, con accorata passione
Per quanto avessi da principio tutta la buona volontà di spiegare ogni cosa alla signorina, mi sono lasciato vincere dalla tentazione di andare per mio conto coi miei passi verso una sconosciuta per saccheggiarla della sua innocenza, della sua grazia, della sua ardente femminilità, e di quel delirante mistero che è il segreto di una donna: il quale consiste nel donarsi, già nelle parole che pronunzia, a quel magnifico e spudorato nemico che è l'uomo che la seduce... – Mah! – voi dite giustamente indignata...
NORA
con dolore e con severità
E di me? Di me che son servita...
LUCIANO
Un momento! Se lo sto dicendo io! Voi dite giustamente indignata: di me che son servita a questo vostro gioco, chi terrà conto, e chi farà vendetta?
Con grande impeto
Io, signorina! Perché voi rimarrete con la vostra indignazione contro di me, poi verrà il vostro fidanzato, tutto si accomoderà fra voi due, anzi vi metterete d'accordo per caricarmi d'ingiurie... Giustissimo! Ma io? Io esco dalla vostra casa disperato...
NORA sorride amaramente
Ridete, ridete pure di questa buffoneria!
Esaltandosi come preso da follia
La felicità di avervi ghermita, di aver tenuta per me durante un'ora la più bella preda che possa dannare un uomo, questa gioia di aver trovata e seppellita la mia felicità nella stessa ora – sappiatelo voi che siete la creatura che io avrei adorata e che sarete la creatura del mio tormento – io la sconto così: riprendendo a braccetto il mio incubo e andando alla malora! E adesso venga pure Lucio Arsìcola! Signorina. vi presento il vostro fidanzato. Io sono la sua disperazione, il suo rischio, il suo salto nel cielo. Addio, signorina!
Fugge verso il cancello e scompare
NORA terrorizzata rimane senza fiato nel mezzo della scena.
Sipario