Scena quarta

LA CAMERIERA

Permette, signorina? C'è di là un signore che cerca...

NORA

Di me?

LA CAMERIERA

No: del signore!

LUCIANO

Di me? Impossibile!

NORA

Ma perchè non l'avete fatto entrare?

LA CAMERIERA

Non ha voluto, e ha dichiarato, anzi, e mi ha incaricato di dirlo, che non verrà a nessun costo. Soltanto vuole che il signore sappia ch'egli è di là e che rimane là.

LUCIANO

È molto strano.

LA CAMERIERA

Dice che è suo cugino.

NORA

stupita

Avete un cugino?

LUCIANO

Impossibile. Non ho mai avuto cugini in vita mia.

LA CAMERIERA

Ha poi aggiunto: caso mai non riuscisse a capire chi io sia, ditegli che ho la testa fasciata, e allora capirà subito.

LUCIANO

Ah! È straordinario!

NORA

Dunque? È o non è vostro cugino?

LUCIANO

debolmente

Ma... sì!

NORA

E allora come va che dicevate che in vita vostra non avevate mai avuto cugini?

LUCIANO

confuso

Ah! Ma non mi avevate detto che aveva la testa fasciata!...

Affannandosi

Ah! Voi non sapete che uomo straordinario è quello là!

NORA

Vostro cugino?

LUCIANO

trasognato

Mio cugino?

Riprendendosi

Ah sì!

Indi alla CAMERIERA

Vi ha detto che a nessun costo verrebbe a cercarmi qui?

LA CAMERIERA

Sì, signore.

LUCIANO fa un gesto come per dire: «Ah, va bene».

NORA

Puoi andare.

LA CAMERIERA via.

LUCIANO

con solennità burlesca

C'è un individuo fasciato per ogni uomo.

NORA

Sentite, caro amico, voi siete molto simpatico. Ma troppo difficile a capire.

LUCIANO

la guarda. Una pausa

Mi spiego.

NORA

Oh!

LUCIANO

La vita ha tante vicende, non è vero? Gli uomini camminano a caso e si incontrano con le vicende.

NORA

Benissimo.

LUCIANO

Allora avviene che un uomo, passeggiando per caso e incappando con una vicenda, ne diventa il padrone. Ne diventa cioé il suo legittimo possessore materiale. È qui l'errore. Direi il delitto. Direi l'usurpazione. Il più delle volte quell'uomo è stonato, è disadatto. È il proprietario di quella casa perchè ci è entrato per il primo, ma viceversa quella casa è mia perché io soltanto la so abitare e metterla in valore. Allora succede che chi possiede per isbaglio è l'incubo, chi dovrebbe possedere per elezione è il succubo. Ma chi è ladro? Chi rubò prima o chi ruberebbe dopo?... Quell'uomo che aspetta lì fuori è il mio incubo. Nel mio caso è un individuo fasciato perché ha un male passeggero, ma è quasi sempre fasciato di qualche cosa: di perplessità, di cattivo gusto, di pusillanimità, d'ignoranza, d'inaderenza... perché bisogna avere l'aderenza della propria epidermide alle cose e alle persone che si posseggono, altrimenti si è estranei!... Ecco perché vi dico che c'è un individuo fasciato per ogni uomo.

NORA

Per mostrarvi di essere intelligente fingerò di aver capito.

LUCIANO

Non avete capito niente?

NORA

No.

LUCIANO

Me l'aspettavo.

NORA

Quell'uomo lì fuori è il vostro incubo?

LUCIANO

Sì.

NORA

Lo voglio vedere.

LUCIANO

gridando

No!

Con altra voce

Eh no! Sarebbe il colmo!

NORA

Perché?

LUCIANO

Perché io e lui siamo antitetici. Lui esiste in quanto io sono assente. E io esisto in quanto è assente lui. Tutti e due insieme formeremmo, dinanzi a voi, una mostruosità.

NORA

Voglio conoscerla questa mostruosità, dal momento che io comincio a essere diffidente contro di voi!

LUCIANO

Impossibile. Non c'è forza al mondo che potrà indurre quell'uomo a entrare qui!

NORA

Andrò io da lui!

LUCIANO

Inutile. Se vi vede, allunga il passo e se ne va. Non vi metterete mica a rincorrere un uomo fasciato lungo la via!

NORA

Ah!

LUCIANO

con solennità

Ma se volete, io qui faccio la sua parte!

NORA

Eh?

LUCIANO

E così sarete accontentata. È come se voi parlaste con lui personalmente.

NORA

Ah sì? Ma chi mi assicura...

LUCIANO

Che io non falserò le sue parole?

Con voce mutata, commossa

La mia commozione dinanzi a voi in questo momento. Si poteva giocare con voi credendo di dover conoscere una signorina qualunque con cui il mio istinto nomade poteva rinnovare il solito genere di avventura... Ma io ho dinanzi a me l'unica creatura che avrei dovuto rispettare nella vita... E vi giuro che se potessi liberarmi per un momento da questa maschera burlesca, io piangerei... e se non piango è perché divento buffo, ed è poi una cosa che mi fa dispiacere.

NORA

guardandolo

Ed allora?

LUCIANO

con altra voce, dominando la scena

Ed allora eccoci qui tutti e tre! Sono troppo fiero per patrocinare la mia causa giovandomi dell'assenza dell'accusatore. Eccolo là. Egli è là! E se io accuso per lui vi assicuro che lo faccio senza indulgenza. Ora supponiamo che sia accaduto questo. La vostra cameriera l'ha chiamato a nome vostro ed egli si è deciso a entrare. Per prima cosa egli si mette le mani al capo e dice: «Perdonate signorina se mi presento in questo stato»... – Ah! Non importa – dite voi col vostro bel sorriso interrogativo, e intanto gli chiedete: – Ma... con chi ho il piacere di parlare?... Lui apre tanto di occhi e mi guarda... – Ma come? Voi non le avete detto... – No. Io non le ho detto. – Siete venuto per vostro conto? – Sì, sono venuto per mio conto. E si volgerà a voi balbettando: – Ma allora la signorina non sa...

NORA

assai turbata

Ma insomma! Che devo sapere?

LUCIANO

riprendendo con lo stesso tono

Ecco: voi dite «Ma insomma, che devo sapere?». E allora io vi presento il vostro fidanzato. Il signor Lucio Arsìcola è là!

NORA

con terrore

Là? Il mio fidanzato?

LUCIANO

L'individuo fasciato è là! Il quale ha ragione di dire a me: «Voi siete un vigliacco, signore! Come? Voi accompagnate, sebbene riluttante, questa signorina a casa, questa signorina che è quasi la mia fidanzata, perché io ho avuto il pudore o la debolezza o la civetteria di non comparirle davanti con la mia faccia gonfia... E invece di metterla al corrente della situazione voi prendete il mio posto, vi insediate nella casa che non vi appartiene, e avete anche l'aria di starci egregiamente!»...

Cambiando posto

Sì. È vero! È verissimo! Lo confesso!

NORA

Ah!

LUCIANO

Se lo confesso! Se vi dico che lo confesso!

Gravemente, con accorata passione

Per quanto avessi da principio tutta la buona volontà di spiegare ogni cosa alla signorina, mi sono lasciato vincere dalla tentazione di andare per mio conto coi miei passi verso una sconosciuta per saccheggiarla della sua innocenza, della sua grazia, della sua ardente femminilità, e di quel delirante mistero che è il segreto di una donna: il quale consiste nel donarsi, già nelle parole che pronunzia, a quel magnifico e spudorato nemico che è l'uomo che la seduce... – Mah! – voi dite giustamente indignata...

NORA

con dolore e con severità

E di me? Di me che son servita...

LUCIANO

Un momento! Se lo sto dicendo io! Voi dite giustamente indignata: di me che son servita a questo vostro gioco, chi terrà conto, e chi farà vendetta?

Con grande impeto

Io, signorina! Perché voi rimarrete con la vostra indignazione contro di me, poi verrà il vostro fidanzato, tutto si accomoderà fra voi due, anzi vi metterete d'accordo per caricarmi d'ingiurie... Giustissimo! Ma io? Io esco dalla vostra casa disperato...

NORA sorride amaramente

Ridete, ridete pure di questa buffoneria!

Esaltandosi come preso da follia

La felicità di avervi ghermita, di aver tenuta per me durante un'ora la più bella preda che possa dannare un uomo, questa gioia di aver trovata e seppellita la mia felicità nella stessa ora – sappiatelo voi che siete la creatura che io avrei adorata e che sarete la creatura del mio tormento – io la sconto così: riprendendo a braccetto il mio incubo e andando alla malora! E adesso venga pure Lucio Arsìcola! Signorina. vi presento il vostro fidanzato. Io sono la sua disperazione, il suo rischio, il suo salto nel cielo. Addio, signorina!

Fugge verso il cancello e scompare

NORA terrorizzata rimane senza fiato nel mezzo della scena.

Sipario

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