NORA
dopo una pausa
Sono molto imbarazzata.
LUCIANO
sorridendo
Perché mai?
NORA
Sono molto imbarazzata per questo fatto. Ecco... Io mi ero figurata, dopo avervi scritto, dopo avervi conosciuto per lettera... già da un anno... mi ero figurata di vedere oggi un vecchio amico, quasi... Che bel discorso, non è vero? Ora cercherò di spiegarmi meglio. Io pensavo che questo nostro incontro sarebbe stato come quello di due amici che si rivedono dopo una lunga assenza... E invece, nulla di tutto ciò. Sento che, se qualche cosa ci sarà, comincerà da oggi...
LUCIANO
soddisfattissimo
Oh!
NORA
Il nostro epistolario non è servito a niente.
LUCIANO
c. s.
Oh!
NORA
Che c'è?
LUCIANO
C'è che questo che mi dite è molto bello.
NORA
Capisco. Voi volete essere amato per voi, per il vostro spirito, per la vostra intelligenza, per la vostra galanteria... senza l'aiuto sentimentale che aveva preparato questo incontro: ossia il nostro quasi innamoramento a distanza.
LUCIANO
Perfettamente.
NORA
Ci tenete a essere giudicato... di persona.
LUCIANO
Ecco.
NORA
Sento che siete orgoglioso.
LUCIANO
Sento che mi piacete molto.
NORA
Ah sì? Ditemi! Ditemi questa cosa!
È raggiante
LUCIANO
E voi confessate che questa cosa vi sta a cuore!
NORA
Tanto! Tanto! La gioia di piacervi mi è nuova. Non era in me nell'attesa di voi. È nata adesso.
LUCIANO
E me la offrite con tale grazia improvvisa che vi sta a meraviglia. È veramente una primizia squisita!...
NORA
... che voi vi affrettate a cogliere!
LUCIANO
Sì, perché rinasca!
NORA
gli sorride
Siete molto simpatico!
LUCIANO
le sorride
Siete molto carina!
NORA
dopo una pausa
Che impressione provate a stare in questo giardino?
LUCIANO
confuso
Mi sembra molto fresco...
NORA
Intendo dire che, per le descrizioni che ve ne ho fatto, voi mi vedevate qui camminare...
LUCIANO
c.s.
Sì, vi vedevo molto camminare.
NORA
Anche voi avete un orto, mi avete scritto, accanto alla chiesa. E questo orto...
guarda LUCIANO come per invitarlo a parlare dell'orto
LUCIANO
Questo orto... sì, questo orto... ha proprio l'aria di un sereno e placido domestico di buona famiglia che fa la pulizia al paese: e lo odora, lo imbalsama, gli dà un'aria casalinga, e quasi gli insegna i buoni costumi, perchè nulla è più saggio di un buon orto vicino alla chiesa. Ma il buon orto ignora, come tutti gli orti di provincia, naturalmente, che ci sono dei giardini in città, anzi ce n'è uno specialmente, dove una fanciulla mi ha dato tale visione di gioia e di grazia che io ne sono stranamente commosso.
NORA
Oh sì! Io ho pensato che vorrò essere nella vita la vostra piccola grazia! Sarò discreta e dolce e non vi annoierò col cattivo umore... Già, non ne ho di cattivo umore... Mi sento troppo beata di stare al mondo, mentre tutti si lagnano...
LUCIANO
È incredibile.
NORA
Davvero, è incredibile come la gente non faccia che lagnarsi... Ma sapete il sistema che ho adottato? Quando mi accorgo che una persona è infelice non entra più da quel cancello. Così, qui dentro abbiamo tutti l'aria sorridente.
breve pausa
Però io sono, ora che ci penso, molto in collera con voi!...
LUCIANO
Perché?
NORA
Perché non si va a trovare la fidanzata con l'incubo di un amico che aspetta all'albergo.
LUCIANO fa un gesto per dire: «Va alla malora!».
NORA
Vogliono un appuntamento? Lo si concede per l'anno prossimo.
LUCIANO ripete il gesto.
NORA
Infine, voi non siete felice, con tutta la vostra faccia allegra... Non negate. Io ho un istinto che mi fa capire tutto. Forse vi aspettavate di meglio. Avrei dovuto mettermi un altro vestito!
LUCIANO
No, che state benissimo! Sono io che mi sento per la prima volta nella vita molto scombussolato.
NORA
battendo le mani
Ne ho piacere.
LUCIANO
con improvvisa malinconia
Sì, molto scombussolato! E come vi trovo lontana!
NORA
Ma perché?
LUCIANO
Non lo so... o meglio lo so, mentre con tutta la mia anima mi sento attratto verso di voi.
NORA
Mi vorrete bene? Dite!
LUCIANO
Nora... piccola grazia, avete ragione... In questo giardino, in questa casa, voi avete imprigionata la gioia! Avete descritto un circolo breve, e dentro è l'incanto!
NORA
Lo dite con una voce che suona così vivo rammarico!
LUCIANO
Sì! Perché c'è un guaio: cominciate a imprigionare anche me!
NORA
Non crediate poi che io sia sempre così bambina! So essere anche molto grave, quando voglio... Spesso sento di essere molto donna.
LUCIANO
E che donna! La vostra gaiezza è così deliziosamente femminile!
NORA
È strano però come la mia gaiezza abbia un'influenza disastrosa su di voi! Dianzi eravate così burlone! Ora mi parete turbato!
LUCIANO
La colpa è mia di avervi immaginata diversa!
NORA
Che concetto vi eravate formato di me?
LUCIANO
Che voi foste semplicemente una bella signorina qualunque.
NORA
E invece?
LUCIANO
E invece siete qualche cosa che non avevo mai incontrato prima di passare quel cancello.
NORA
Non vi fidate! Vediamo un po'... Una signorina che scrive all'autore di un romanzo senza conoscerlo...
LUCIANO
Lasciamo stare l'autore!
NORA
Che vuol dire? Rinunziate a «Nozze in provincia»?
LUCIANO
Ma che nozze! Quali nozze?
NORA
«Nozze in provincia»! Il vostro libro!
LUCIANO
riprendendosi
Ah! Chi pensava più al mio libro! Ecco, intendiamoci bene. L'uomo che vedete dinanzi a voi non ha scritto nessun libro.
NORA
Ma come?
LUCIANO
Intendo dire che io non mi prendo la responsabilità di me stesso per quello che ero secondo voi prima di aver varcato quella soglia. Io voglio essere per voi l'uomo che vi parla in questo momento... l'uomo per cui non è affatto indispensabile aver scritto libri... Insomma, l'uomo che si giudica per quel contatto diretto tra due corpi e due spiriti! Se mi prendete per quello che voi credevate ch'io fossi, non andiamo d'accordo. Oh! Intanto vi avverto che questo è un tradimento!
NORA
Che tradimento?
LUCIANO
Sì. Un uomo viene a conoscere la propria fidanzata... e la immagina sì, carina, secondo il ritratto. Ma ci sono dei limiti! Voi siete troppo carina! Voi avete esagerato. Non è permesso esagerare così. Ma questo non basta. Si può essere esageratamente carine senza sconvolgere un disgraziato. Invece no; voi mi state sconvolgendo. Voi fate di me un povero diavolo, uno dei tanti poveri diavoli a cui la vita pareva che avesse insegnato tante cose e che a un certo punto si accorgono di non aver imparato niente. Io ho tanto camminato, cara signorina, e – a giudicare dal cammino – ho piuttosto l'aria di aver vissuto mille anni...
NORA
Oh!
LUCIANO
Aggiungo che in questi mille anni ho radunato tale arsenale di certezze ciniche da potermele metter sotto il braccio e andarmene soddisfatto a vagabondare per il mondo.
NORA
Ebbene?
LUCIANO
Ebbene, a un certo punto sono entrato in un giardino e addio arsenale, addio certezze, addio vagabondaggio.
NORA
Rimpiangete?
LUCIANO
Oh! Se avessi la forza di rimpiangere avrei anche quella di salvarmi! Ma ho paura...
NORA
Vi dirò invece una cosa che vi farà molto piacere.
LUCIANO
quasi gridando
No! No! Troppe me ne dite, e tra poco io sono rovinato.
NORA
Volevo dirvi questo: da lontano, io vi immaginavo così...
LUCIANO
Ah sì?
NORA
Voi siete né più né meno che l'uomo che aspettavo. Non soltanto spiritualmente, ma direi quasi fisicamente siete l'uomo che mi scriveva quelle tali parole e pensava a me dal suo dolce paese.
LUCIANO
Ah! L'intuito delle donne! Eppure, per un certo altro verso non potete credere come quello che mi avete detto mi faccia piacere! Sicché, se dopo lo scambio delle nostre lettere voi aveste dovuto riconoscere il vostro fidanzato in mezzo a una folla, alla prima occhiata avreste detto...
NORA
Ecco l'uomo!
LUCIANO
Grazie!
Le prende la mano in fretta e glie la bacia
La verità si fa sempre strada!
NORA
Voi mi turbate. C'è qualcosa di enigmatico in voi. Dovete forse aver molto sofferto.
LUCIANO
Non ho mai sofferto!
NORA
Mai? Mi spaventate! Avete fatto del bene? O del male?
LUCIANO
Non lo so. Da troppo tempo cara signorina, l'umanità è da consolare! Che cosa può fare un uomo solo?
NORA
Ma voi! Voi?
LUCIANO
Io, signorina, ho raccolto tanto destino! E sono sempre da liberare.
NORA
candidamente
Ebbene sarò io la liberatrice. Vi darò tutte le gioie. Sarò vostra per tutta la vita. Nel mio circolo breve, come voi dite, farò un bell'incanto per uccidere la vostra tristezza.
LUCIANO
tra sé
Adesso è venuto il momento di mandare un moccolo affettuoso al signor Arsìcola e ai suoi orecchioni.
NORA
A che pensate?
LUCIANO
Penso a un piccolo uomo che è legittimo proprietario di una casa che io sono andato a svaligiare. Non è la prima. Ma è quella che m'imprigiona.
NORA
Uh!
Ride
Fate anche il ladro?
LUCIANO
Ma se non ho fatto altro mestiere nella mia vita!
NORA ride.
LUCIANO
Povera creatura, se poteste immaginare quanta verità e quanto bisogno disperato di confessione è in quello che dico, avreste paura di me.
NORA
Che vuol dire?
LUCIANO
Perdonate. Vi spiegherò dopo. Voi dicevate, eh, che avreste vinta la mia tristezza.
NORA
Sì.
LUCIANO
Ma c'è una cosa ancora più vecchia, c'è anzi una cosa decrepita... ed è la mia povera anima che è tutta da liberare.
NORA
Io sono una piccola creatura ignorante, ma non credo che la vostra anima sia decrepita. Credo che qualche cosa si è sovrapposto a quella che sarebbe semplice, che sarebbe bambina se potesse tornare a galla...
LUCIANO
con stupore
Come potete dire questo voi?
NORA
semplicemente
Così. Indovino. Mi piacete molto. Vi voglio già bene.
LUCIANO
E che cosa indovinate?
NORA
Che bisogna prendervi per mano e condurvi un po': sia perché vi sentite troppo vecchio, sia perché vogliate essere fanciullo.
LUCIANO
obliandosi
Sentiamo... Che cosa mi offrite voi?
NORA
Ah! Io non prometto nulla... Sono tante le forze, tanti i richiami di vita ch'io sento alitare in me tutti i giorni! Qualche volta sento che la mia giovinezza è come esaltata da mille soffi... Perciò penso che offrendovi la mia giovinezza, senza promettervi nulla, debba darvi tante cose: forse tutte.... forse quelle che sanano, quelle che confortano, quelle che dànno un grande riposo, quelle che dànno una grande fede... Chi sa poi quale valga più di tutte... Forse nulla vale niente... Ma c'è il mio sorriso... Vi parrà una cosa curiosa, ma io sento dentro di me il sorriso che pare mi irradii... In fondo io credo che sia tutta la mia virtù... Piccola, è vero? E indegna di esservi offerta, è vero? Mi sento così piccola dinanzi a voi!
LUCIANO
Mi pare venuto il secondo momento di mandare un più affettuoso moccolo al signor Arsìcola e ai suoi orecchioni... Permettete signorina che io dica qualche cosa di molto personale a quella pianta...
Si avvicina e parla alla pianta che ha di fronte
Guarda che io capisco perfettamente quello che vuoi dirmi con la tua faccia che sempre si gonfia di solennità! Tu mi dici: «Piglia la tua parte giacché credevi di mistificare la vita per ottenere una doppia porzione di gioia: ed ecco che la vita t'imprigiona in una delle sue tombe. Ben ti sta!».
Ribattendo con beffarda violenza le ragioni della pianta
Ah! Ah! Ma non è così! Perché se ho preso in prestito il tuo nome, io ti ho prestata la mia faccia... Ah! Ah! Meglio ancora o peggio ancora: la mia anima e il mio cervello! Oh! Siamo intesi!
Tornando presso NORA
Nei momenti critici, signorina, io parlo con le piante. È un vizio che ho preso da ragazzo.
NORA
Ma che vuol dire?
LA CAMERIERA dalla destra attraversa il giardino verso il cancello a sinistra.
LUCIANO
Vuol dire questo, signorina. Sedete qui: in questo momento la mia tenerezza per voi è così grande e la pietà verso di me è tale ch'io mi sento il coraggio di rimanere qui ancora cinque minuti...
NORA
Ma non vi tormentate così! Non vi capisco! Parlate come un disperato e avete l'aria di scherzare!