Scena terza

NORA

dopo una pausa

Sono molto imbarazzata.

LUCIANO

sorridendo

Perché mai?

NORA

Sono molto imbarazzata per questo fatto. Ecco... Io mi ero figurata, dopo avervi scritto, dopo avervi conosciuto per lettera... già da un anno... mi ero figurata di vedere oggi un vecchio amico, quasi... Che bel discorso, non è vero? Ora cercherò di spiegarmi meglio. Io pensavo che questo nostro incontro sarebbe stato come quello di due amici che si rivedono dopo una lunga assenza... E invece, nulla di tutto ciò. Sento che, se qualche cosa ci sarà, comincerà da oggi...

LUCIANO

soddisfattissimo

Oh!

NORA

Il nostro epistolario non è servito a niente.

LUCIANO

c. s.

Oh!

NORA

Che c'è?

LUCIANO

C'è che questo che mi dite è molto bello.

NORA

Capisco. Voi volete essere amato per voi, per il vostro spirito, per la vostra intelligenza, per la vostra galanteria... senza l'aiuto sentimentale che aveva preparato questo incontro: ossia il nostro quasi innamoramento a distanza.

LUCIANO

Perfettamente.

NORA

Ci tenete a essere giudicato... di persona.

LUCIANO

Ecco.

NORA

Sento che siete orgoglioso.

LUCIANO

Sento che mi piacete molto.

NORA

Ah sì? Ditemi! Ditemi questa cosa!

È raggiante

LUCIANO

E voi confessate che questa cosa vi sta a cuore!

NORA

Tanto! Tanto! La gioia di piacervi mi è nuova. Non era in me nell'attesa di voi. È nata adesso.

LUCIANO

E me la offrite con tale grazia improvvisa che vi sta a meraviglia. È veramente una primizia squisita!...

NORA

... che voi vi affrettate a cogliere!

LUCIANO

Sì, perché rinasca!

NORA

gli sorride

Siete molto simpatico!

LUCIANO

le sorride

Siete molto carina!

NORA

dopo una pausa

Che impressione provate a stare in questo giardino?

LUCIANO

confuso

Mi sembra molto fresco...

NORA

Intendo dire che, per le descrizioni che ve ne ho fatto, voi mi vedevate qui camminare...

LUCIANO

c.s.

Sì, vi vedevo molto camminare.

NORA

Anche voi avete un orto, mi avete scritto, accanto alla chiesa. E questo orto...

guarda LUCIANO come per invitarlo a parlare dell'orto

LUCIANO

Questo orto... sì, questo orto... ha proprio l'aria di un sereno e placido domestico di buona famiglia che fa la pulizia al paese: e lo odora, lo imbalsama, gli dà un'aria casalinga, e quasi gli insegna i buoni costumi, perchè nulla è più saggio di un buon orto vicino alla chiesa. Ma il buon orto ignora, come tutti gli orti di provincia, naturalmente, che ci sono dei giardini in città, anzi ce n'è uno specialmente, dove una fanciulla mi ha dato tale visione di gioia e di grazia che io ne sono stranamente commosso.

NORA

Oh sì! Io ho pensato che vorrò essere nella vita la vostra piccola grazia! Sarò discreta e dolce e non vi annoierò col cattivo umore... Già, non ne ho di cattivo umore... Mi sento troppo beata di stare al mondo, mentre tutti si lagnano...

LUCIANO

È incredibile.

NORA

Davvero, è incredibile come la gente non faccia che lagnarsi... Ma sapete il sistema che ho adottato? Quando mi accorgo che una persona è infelice non entra più da quel cancello. Così, qui dentro abbiamo tutti l'aria sorridente.

breve pausa

Però io sono, ora che ci penso, molto in collera con voi!...

LUCIANO

Perché?

NORA

Perché non si va a trovare la fidanzata con l'incubo di un amico che aspetta all'albergo.

LUCIANO fa un gesto per dire: «Va alla malora!».

NORA

Vogliono un appuntamento? Lo si concede per l'anno prossimo.

LUCIANO ripete il gesto.

NORA

Infine, voi non siete felice, con tutta la vostra faccia allegra... Non negate. Io ho un istinto che mi fa capire tutto. Forse vi aspettavate di meglio. Avrei dovuto mettermi un altro vestito!

LUCIANO

No, che state benissimo! Sono io che mi sento per la prima volta nella vita molto scombussolato.

NORA

battendo le mani

Ne ho piacere.

LUCIANO

con improvvisa malinconia

Sì, molto scombussolato! E come vi trovo lontana!

NORA

Ma perché?

LUCIANO

Non lo so... o meglio lo so, mentre con tutta la mia anima mi sento attratto verso di voi.

NORA

Mi vorrete bene? Dite!

LUCIANO

Nora... piccola grazia, avete ragione... In questo giardino, in questa casa, voi avete imprigionata la gioia! Avete descritto un circolo breve, e dentro è l'incanto!

NORA

Lo dite con una voce che suona così vivo rammarico!

LUCIANO

Sì! Perché c'è un guaio: cominciate a imprigionare anche me!

NORA

Non crediate poi che io sia sempre così bambina! So essere anche molto grave, quando voglio... Spesso sento di essere molto donna.

LUCIANO

E che donna! La vostra gaiezza è così deliziosamente femminile!

NORA

È strano però come la mia gaiezza abbia un'influenza disastrosa su di voi! Dianzi eravate così burlone! Ora mi parete turbato!

LUCIANO

La colpa è mia di avervi immaginata diversa!

NORA

Che concetto vi eravate formato di me?

LUCIANO

Che voi foste semplicemente una bella signorina qualunque.

NORA

E invece?

LUCIANO

E invece siete qualche cosa che non avevo mai incontrato prima di passare quel cancello.

NORA

Non vi fidate! Vediamo un po'... Una signorina che scrive all'autore di un romanzo senza conoscerlo...

LUCIANO

Lasciamo stare l'autore!

NORA

Che vuol dire? Rinunziate a «Nozze in provincia»?

LUCIANO

Ma che nozze! Quali nozze?

NORA

«Nozze in provincia»! Il vostro libro!

LUCIANO

riprendendosi

Ah! Chi pensava più al mio libro! Ecco, intendiamoci bene. L'uomo che vedete dinanzi a voi non ha scritto nessun libro.

NORA

Ma come?

LUCIANO

Intendo dire che io non mi prendo la responsabilità di me stesso per quello che ero secondo voi prima di aver varcato quella soglia. Io voglio essere per voi l'uomo che vi parla in questo momento... l'uomo per cui non è affatto indispensabile aver scritto libri... Insomma, l'uomo che si giudica per quel contatto diretto tra due corpi e due spiriti! Se mi prendete per quello che voi credevate ch'io fossi, non andiamo d'accordo. Oh! Intanto vi avverto che questo è un tradimento!

NORA

Che tradimento?

LUCIANO

Sì. Un uomo viene a conoscere la propria fidanzata... e la immagina sì, carina, secondo il ritratto. Ma ci sono dei limiti! Voi siete troppo carina! Voi avete esagerato. Non è permesso esagerare così. Ma questo non basta. Si può essere esageratamente carine senza sconvolgere un disgraziato. Invece no; voi mi state sconvolgendo. Voi fate di me un povero diavolo, uno dei tanti poveri diavoli a cui la vita pareva che avesse insegnato tante cose e che a un certo punto si accorgono di non aver imparato niente. Io ho tanto camminato, cara signorina, e – a giudicare dal cammino – ho piuttosto l'aria di aver vissuto mille anni...

NORA

Oh!

LUCIANO

Aggiungo che in questi mille anni ho radunato tale arsenale di certezze ciniche da potermele metter sotto il braccio e andarmene soddisfatto a vagabondare per il mondo.

NORA

Ebbene?

LUCIANO

Ebbene, a un certo punto sono entrato in un giardino e addio arsenale, addio certezze, addio vagabondaggio.

NORA

Rimpiangete?

LUCIANO

Oh! Se avessi la forza di rimpiangere avrei anche quella di salvarmi! Ma ho paura...

NORA

Vi dirò invece una cosa che vi farà molto piacere.

LUCIANO

quasi gridando

No! No! Troppe me ne dite, e tra poco io sono rovinato.

NORA

Volevo dirvi questo: da lontano, io vi immaginavo così...

LUCIANO

Ah sì?

NORA

Voi siete né più né meno che l'uomo che aspettavo. Non soltanto spiritualmente, ma direi quasi fisicamente siete l'uomo che mi scriveva quelle tali parole e pensava a me dal suo dolce paese.

LUCIANO

Ah! L'intuito delle donne! Eppure, per un certo altro verso non potete credere come quello che mi avete detto mi faccia piacere! Sicché, se dopo lo scambio delle nostre lettere voi aveste dovuto riconoscere il vostro fidanzato in mezzo a una folla, alla prima occhiata avreste detto...

NORA

Ecco l'uomo!

LUCIANO

Grazie!

Le prende la mano in fretta e glie la bacia

La verità si fa sempre strada!

NORA

Voi mi turbate. C'è qualcosa di enigmatico in voi. Dovete forse aver molto sofferto.

LUCIANO

Non ho mai sofferto!

NORA

Mai? Mi spaventate! Avete fatto del bene? O del male?

LUCIANO

Non lo so. Da troppo tempo cara signorina, l'umanità è da consolare! Che cosa può fare un uomo solo?

NORA

Ma voi! Voi?

LUCIANO

Io, signorina, ho raccolto tanto destino! E sono sempre da liberare.

NORA

candidamente

Ebbene sarò io la liberatrice. Vi darò tutte le gioie. Sarò vostra per tutta la vita. Nel mio circolo breve, come voi dite, farò un bell'incanto per uccidere la vostra tristezza.

LUCIANO

tra sé

Adesso è venuto il momento di mandare un moccolo affettuoso al signor Arsìcola e ai suoi orecchioni.

NORA

A che pensate?

LUCIANO

Penso a un piccolo uomo che è legittimo proprietario di una casa che io sono andato a svaligiare. Non è la prima. Ma è quella che m'imprigiona.

NORA

Uh!

Ride

Fate anche il ladro?

LUCIANO

Ma se non ho fatto altro mestiere nella mia vita!

NORA ride.

LUCIANO

Povera creatura, se poteste immaginare quanta verità e quanto bisogno disperato di confessione è in quello che dico, avreste paura di me.

NORA

Che vuol dire?

LUCIANO

Perdonate. Vi spiegherò dopo. Voi dicevate, eh, che avreste vinta la mia tristezza.

NORA

Sì.

LUCIANO

Ma c'è una cosa ancora più vecchia, c'è anzi una cosa decrepita... ed è la mia povera anima che è tutta da liberare.

NORA

Io sono una piccola creatura ignorante, ma non credo che la vostra anima sia decrepita. Credo che qualche cosa si è sovrapposto a quella che sarebbe semplice, che sarebbe bambina se potesse tornare a galla...

LUCIANO

con stupore

Come potete dire questo voi?

NORA

semplicemente

Così. Indovino. Mi piacete molto. Vi voglio già bene.

LUCIANO

E che cosa indovinate?

NORA

Che bisogna prendervi per mano e condurvi un po': sia perché vi sentite troppo vecchio, sia perché vogliate essere fanciullo.

LUCIANO

obliandosi

Sentiamo... Che cosa mi offrite voi?

NORA

Ah! Io non prometto nulla... Sono tante le forze, tanti i richiami di vita ch'io sento alitare in me tutti i giorni! Qualche volta sento che la mia giovinezza è come esaltata da mille soffi... Perciò penso che offrendovi la mia giovinezza, senza promettervi nulla, debba darvi tante cose: forse tutte.... forse quelle che sanano, quelle che confortano, quelle che dànno un grande riposo, quelle che dànno una grande fede... Chi sa poi quale valga più di tutte... Forse nulla vale niente... Ma c'è il mio sorriso... Vi parrà una cosa curiosa, ma io sento dentro di me il sorriso che pare mi irradii... In fondo io credo che sia tutta la mia virtù... Piccola, è vero? E indegna di esservi offerta, è vero? Mi sento così piccola dinanzi a voi!

LUCIANO

Mi pare venuto il secondo momento di mandare un più affettuoso moccolo al signor Arsìcola e ai suoi orecchioni... Permettete signorina che io dica qualche cosa di molto personale a quella pianta...

Si avvicina e parla alla pianta che ha di fronte

Guarda che io capisco perfettamente quello che vuoi dirmi con la tua faccia che sempre si gonfia di solennità! Tu mi dici: «Piglia la tua parte giacché credevi di mistificare la vita per ottenere una doppia porzione di gioia: ed ecco che la vita t'imprigiona in una delle sue tombe. Ben ti sta!».

Ribattendo con beffarda violenza le ragioni della pianta

Ah! Ah! Ma non è così! Perché se ho preso in prestito il tuo nome, io ti ho prestata la mia faccia... Ah! Ah! Meglio ancora o peggio ancora: la mia anima e il mio cervello! Oh! Siamo intesi!

Tornando presso NORA

Nei momenti critici, signorina, io parlo con le piante. È un vizio che ho preso da ragazzo.

NORA

Ma che vuol dire?

LA CAMERIERA dalla destra attraversa il giardino verso il cancello a sinistra.

LUCIANO

Vuol dire questo, signorina. Sedete qui: in questo momento la mia tenerezza per voi è così grande e la pietà verso di me è tale ch'io mi sento il coraggio di rimanere qui ancora cinque minuti...

NORA

Ma non vi tormentate così! Non vi capisco! Parlate come un disperato e avete l'aria di scherzare!

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