Scena quinta

LUCIANO

cercando di darsi un'aria disinvolta

Venga, venga avanti... Ah! Non c'è ancora la signorina. Vuol dire che non può tardare. E sarà quel che sarà...

Si asciuga il sudore

Adesso Le ripeto come dovrà comportarsi. È una signorina fine che ama la distinzione ma non già le convenienze sdolcinate. Il Suo temperamento, qualunque temperamento Lei abbia, lo metta fuori. Sarà quel che sarà... Le piacerà. Oh Dio! Perché tarda tanto e ci fa aspettare? Sarà quel che sarà...

LUCIO

Me l'ha detto.

LUCIANO

Ah già!

LUCIO

Ma di me non le parlò affatto?

LUCIANO

Io? Niente.

LUCIO

Purché non l'abbia troppo stregata a Suo vantaggio!

LUCIANO

Io? Mi odia. Semplicemente mi odia. Lo vedrà. Del resto è giusto. E io qui sono venuto per rimediare e per sopportare qualunque ingiuria. Non già da Lei ma dalla signorina e da suo padre. Dio! Non pensavo più che c'era il padre! Perciò non si meravigli se io tacerò per qualunque affronto volessero farmi. Del resto... se anche a Lei piacesse gratificarmi di qualche grossa ingiuria, dica su in fretta... Si sfoghi. Meglio tra noi due soli che in presenza della signorina.

LUCIO

Oh no!... Io Le ho già detto tutto il mio pensiero: e d'altronde...

LUCIANO

Se volesse, per esempio, darmi del mascalzone...

LUCIO

Ma no!

LUCIANO

O semplicemente del furfante...

LUCIO

Ma no! E poi non è Lei Bernardo l'Eremita?

LUCIANO

irritato

Ma che Bernardo l'Eremita! È ora di finirla con questo Bernardo! Mi son messo una conchiglia addosso! So io che conchiglia! Beh! Sarà quel che sarà... Scusi, sa... seguo la mia idea... E dello spirito! Dello spirito! È una donna piuttosto cerebrale... moderna... infine una deliziosa creatura...

LUCIO

Me l'ha detto!

LUCIANO

Gliel'ho detto. Tanto meglio. Ah! Eccola qui!

NORA appare sul limitare della porta, a sinistra. Ella si ferma a guardare i due uomini. LUCIO s'inchina leggermente e rimane estatico a guardarla.

LUCIANO

s'inchina anche lui ma è piuttosto confuso e impacciato

Per quanto...

Si riprende, pensa, e si decide

Per quanto possa apparire strano, signorina Nora, Le presento il signor Lucio Arsìcola, il Suo fidanzato originale... di cui io Le portai pochi giorni fa una apocrifa copia... Arrivederci.

Fa per andar via

NORA

Dove andate? Restate pure qui! Tanto, il cancello è chiuso e mio padre ha la chiave.

A LUCIO

Come va, dunque? Eh? Lucio Arsìcola!

Lo osserva sorridendo

Ha la faccia più buona di voi e io gli permetto di abbracciarmi...

LUCIO l'abbraccia un po' imbarazzato

Perché ha proprio l'aria di un bravo omino di cui mi fiderò completamente. Voi almeno non avete intenzione di scombussolare le povere signorine di città.

LUCIO

timidamente

Ho piuttosto paura del contrario!

NORA

ride

Meno male, meno male...

Si guardano sorridendo. Una pausa

LUCIANO

Non vi pare che io possa ragionevolmente scavalcare il cancello e andarmene per fatti miei; o, tutt'al più, gironzare tra le piante?

NORA

No, no no no... perché tra le piante incontrereste la mia istitutrice la quale è giovane e carina! E poi non mi fido neanche del fatto che voi discorriate con le piante! C'è un pioppettino che cresce su con certe idee un po' bizzarre: se gli andate vicino voi, è finita!

LUCIANO

afflitto

Il pioppettino oggi non correrebbe nessun rischio.

NORA

Ah! Siete di cattivo umore?

LUCIANO

commosso

No, signorina Nora! Io vorrei parlarvi seriamente... io vorrei trovare qualche cosa da fare per voi...! Vorrei rendermi utile... ma rendermi utile per qualche cosa che vi stesse molto a cuore e che non dico compensasse... perchè non si può compensare...

NORA

Ah! Meno male!

LUCIANO

... ma vi facesse un po' dimenticare... Vorrei insomma che mi imponeste il sacrificio più grande, lo sforzo più arduo; la pena più grossa per me!...

NORA

Amico mio, la cosa che mi sta più a cuore oggi, e a cui desidero che voi v'interessiate, è che il mio fidanzato mi piaccia!

LUCIANO

deciso a sacrificarsi

Ma sicuro!

NORA

E guardate che dò tutta la responsabilità a voi.

LUCIO

A lui?

LUCIANO

A me?

NORA

Sì.

Gravemente

Bisogna che lui... mi piaccia assai assai. Altrimenti sarei infelice.

LUCIANO

con angoscia

No!

NORA

Altrimenti vivrei in tale dolore che sarebbe una grande sciagura anche per voi!

LUCIANO

c.s.

No!

NORA

Perché anche voi mi siete molto piaciuto.

LUCIANO

disperandosi per la sua posizione complicata, ma pure felice di quelle parole

Ma santo Iddio...

NORA

Adesso vi detesto.

LUCIANO

Ah! Beh!

La prima esclamazione è di sollievo, la seconda di malinconia

NORA

Per fortuna vostra il mio fidanzato è molto simpatico!

LUCIO

La signorina è troppo buona!

LUCIANO

facendosi in quattro

È simpaticissimo! Gliel'ho detto per la strada.

A LUCIO che col capo accenna di no

È vero che gliel'ho detto per la strada?

A NORA

Ed è di quegli uomini che, per l'abitudine di raccogliersi in un ambiente sano, acquistano una profondità di sentire forse poco appariscente perché – appunto essendo profonda – è piena di pudore, ma che conquista a lungo andare più durevolmente del primo sfaccendato delle nostre città divoratrici.

Sospira

LUCIO li osserva tutti e due: prima l'uno, poi l'altra. Scambio di sguardi fra tutti e tre.

NORA

a LUCIO, dopo un silenzio

Non mi avete mai mandato una fotografia del vostro paesello.

LUCIO

Mah! È un paese senza importanza, quasi tutto abitato da contadini.

NORA

Oh, sarà pieno di colore!

LUCIO

No, anzi! Sembra... lavato.

NORA

Come lavato?

LUCIANO

animandosi a freddo

Oh! Com'è vero! Com'è vero!...

Si alza, va a perorare la causa di LUCIO dietro la sua sedia

E com'è colto bene! Si vede che è un osservatore profondo! Io ho viaggiato dalle sue parti. Le colline hanno pochi alberi perché sono tutte seminate a grano; e il maggese, prima della semina, dà appunto quella impressione un po' scialba, un po' – come dice lui – lavata... E ci son poi quelle rupi tagliate a picco... ah sì! Quelle rupi, quelle rupi, quelle rupi... hanno l'aria di essere non solo lavate, ma stira...

riprendendosi

sciorinate al sole!

Torna a sedere al suo posto. NORA osserva LUCIO senza dir nulla. Poi guarda LUCIANO. Tutti e tre si scambiano delle occhiate. Una pausa.

NORA

sempre a LUCIO

E come passate le giornate? Immagino che, come scrittore, preferite andar solo per i campi, in compagnia dei vostri pensieri...

LUCIO

Sì... ma... veramente, a me piace poco andar fuori. Preferisco restarmene chiuso nella mia stanzetta a suonare il mandolino.

NORA

con mal celato orrore

Voi? Suonate il mandolino?

LUCIANO

pronto, con voce pacata

La mandola, la mandola.

LUCIO fa un gesto per dire di no; ma l'altro, che si è alzato e si è messo alle spalle di lui lo ferma.

LUCIANO

La mandola. Vero?

LUCIO accenna debolmente di no ma l'altro seguita imperterrito.

LUCIANO

Lo prevedevo.

A NORA

Ah! Ma è tutt'altra cosa! Voi avete mai sentito una mandola in una sera d'estate? Perché ci vuole la sera d'estate?... Ebbene, non ha niente a che fare col suo degenere parente intisichito dalle mani degli strimpellatori. La mandola è uno strumento squisito, un interprete della malinconia pastorale. È vero sì o no?

LUCIO

debolmente

Sì.

LUCIANO

a NORA

Ma bisogna naturalmente essere in campagna. Allora anche la fisarmonica... Provate a suonare la fisarmonica in un salotto. È stonata. È un disastro. Mentre tra una collina e l'altra, specialmente di notte... con la luna... le colline si mettono a ballare il saltarello per conto loro: e non c'è affatto da meravigliarsi che le civette accovacciate sulle creste delle rupi si mettano a pettegolare... tanto sono incantate da quel suono! V'assicuro che la mandola è interessantissima.

Altra pausa. LUCIANO torna al suo posto e si mette a sedere asciugandosi il sudore. Scambio di sguardi fra tutti e tre.

NORA

con comica, ma pacata indulgenza

E... la mattina? Quando vi alzate?

LUCIO

La mattina quando mi alzo prendo il caffè e latte.

LUCIANO

Ma questo si sa!

NORA

Ma questo si sa!

LUCIO

Con un uovo!

LUCIANO

tra sé

Dio! L'uovo!

LUCIO

C'è la mia vecchia zia che ha sempre da parte per me un uovo di gallina nera. Si dice che dà più sostanza.

LUCIANO

facendo eroici sforzi per trovare spiritosa la cosa

Ah! Ah!

Ride esageratamente

NORA

Qui in città non siamo avvezzi a queste cose. Qui beviamo delle uova disperatamente anonime.

LUCIANO

sempre facendosi in quattro per riparare accorre di nuovo presso LUCIO

Già! Però questa storia della gallina nera è molto carina! Quasi tutti gli scrittori, ho notato, amano per lo meno una bestia. Pascoli aveva nello studio un piccolo alveare con la porticina di vetro; e si poteva osservare comodamente la regina che si dava delle arie. Flaubert aveva addomesticata un'anitra selvatica. Non capisco poi perché addomesticarla. O lasciarla selvatica oppure prendersi senz'altro una di quelle che si vendono al mercato, che son già domestiche per conto loro.

Guardando LUCIO

E Lei, eh? Ha una gallina nera...

LUCIO

con inesorabile candore

Sì, ma non è mica con me. È nel polla...

LUCIANO

interrompendolo con un colpo di tosse e poi, come inghiottendo qualche cosa

Ha notato l'occhio feroce delle galline in genere e di quelle nere in ispecie? Sono creature spietate! Mangiano e mangerebbero tutto! Date loro un uomo ridotto in chicco e si beccano un uomo! È molto bello ch'egli abbia una gallina nera! Io la trovo una cosa originale.

NORA

con un certo dispetto

È vero: ha ragione! È originalissima!

LUCIANO

coraggiosamente, a NORA

Io trovo che soltanto la provincia dà il gusto di certe sensazioni...

LUCIO

...elementari.

LUCIANO

pronto

Ecco! Proprio così! Elementari! È la parola trovata giusta, giusta, giusta...

NORA

ancora guarda prima l'uno, poi l'altro. Una pausa. Indi a LUCIO

E se Le domandassi una cosa...

LUCIANO

asciugandosi il sudore

Oh Dio! Che cosa gli domanderà adesso? Non ho mai faticato tanto per un uomo!

NORA

Mi dica la verità. Mi dica con chi ha fatto all'amore prima di mettersi in corrispondenza con me. Forse è stato fidanzato?

LUCIO

Sì... con una brava ragazza.

NORA

Senza dubbio! E come fu che...

LUCIANO fa un gesto per dire: «La cosa va, adesso, senza bisogno di me».

LUCIO

Ma... mio padre allora era vivo...

NORA

E si oppose?

LUCIANO ripete il gesto.

LUCIO

Sì. Per delle stupidaggini... per dei pregiudizii... La ragazza veniva bensì da una famiglia modesta ma era la figlia di una brava donna che insomma... faceva un mestiere come un altro, e non c'era niente di male... e aveva avviata la figlia allo stesso mestiere...

NORA

alquanto seccata, alzandosi

Dite insomma chiaramente che faceva la levatrice!

LUCIO

candidamente

Sì, signorina.

LUCIANO

tra sé, con comico dispetto

Stavolta non si rimedia!

Sta per parlare

NORA

Lasciate andare. Non vorrete far diventare poetica anche la levatrice!

LUCIANO

Però...

NORA

Oh! Aspettate, amici miei! Bisogna pure che vi faccia parlare con mio padre! Se no lui non vi lascia uscire!

LUCIANO

guardando LUCIO

Noi ci possiamo anche costituire prigionieri a vita.

NORA

a LUCIANO

Voi? Pure voi? Pazienza lui che ama starsene in una cameretta a suonare il mandolino! Ma voi, l'uomo dalle libertà sconfinate...

LUCIANO

assai contrariato

Non parliamo di me, vi prego... Ecco. Non parliamo di me! Andiamo piuttosto dal padre.

NORA

Sentirete!

LUCIANO

Eh lo so! Io gli propongo prima di tutto di gettarmi dalle scale. Se non lo fa, mi getto da me. Così, spero, mi farà aprire il cancello per lasciarmi uscire per l'ultima volta.

NORA

Allora aspettate... Sarà bene uno per volta: che ne dite?

A LUCIO

Prima voi?

A LUCIANO

O prima voi?

LUCIANO

Sì, se volete. Prima il reprobo. Così me ne andrò e vi lascerò tranquilli.

NORA

accennando alla porta a sinistra

È di là.

Indi a LUCIO

Chiamerò la signorina Anna perché vi tenga compagnia.

Suona

LUCIO

Sì. Grazie.

LA CAMERIERA appare sull'uscio di fronte.

NORA

Faccia venire la signorina qui a tener compagnia al signore.

A LUCIANO

Allora noi possiamo andare.

Via a sinistra

LA CAMERIERA via. LUCIANO prima di andare nell'altra stanza si volge a salutare LUCIO facendogli cenno con un dito all'altezza dell'occhio. LUCIO gli risponde comicamente con lo stesso gesto.

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