LUCIANO
cercando di darsi un'aria disinvolta
Venga, venga avanti... Ah! Non c'è ancora la signorina. Vuol dire che non può tardare. E sarà quel che sarà...
Si asciuga il sudore
Adesso Le ripeto come dovrà comportarsi. È una signorina fine che ama la distinzione ma non già le convenienze sdolcinate. Il Suo temperamento, qualunque temperamento Lei abbia, lo metta fuori. Sarà quel che sarà... Le piacerà. Oh Dio! Perché tarda tanto e ci fa aspettare? Sarà quel che sarà...
LUCIO
Me l'ha detto.
LUCIANO
Ah già!
LUCIO
Ma di me non le parlò affatto?
LUCIANO
Io? Niente.
LUCIO
Purché non l'abbia troppo stregata a Suo vantaggio!
LUCIANO
Io? Mi odia. Semplicemente mi odia. Lo vedrà. Del resto è giusto. E io qui sono venuto per rimediare e per sopportare qualunque ingiuria. Non già da Lei ma dalla signorina e da suo padre. Dio! Non pensavo più che c'era il padre! Perciò non si meravigli se io tacerò per qualunque affronto volessero farmi. Del resto... se anche a Lei piacesse gratificarmi di qualche grossa ingiuria, dica su in fretta... Si sfoghi. Meglio tra noi due soli che in presenza della signorina.
LUCIO
Oh no!... Io Le ho già detto tutto il mio pensiero: e d'altronde...
LUCIANO
Se volesse, per esempio, darmi del mascalzone...
LUCIO
Ma no!
LUCIANO
O semplicemente del furfante...
LUCIO
Ma no! E poi non è Lei Bernardo l'Eremita?
LUCIANO
irritato
Ma che Bernardo l'Eremita! È ora di finirla con questo Bernardo! Mi son messo una conchiglia addosso! So io che conchiglia! Beh! Sarà quel che sarà... Scusi, sa... seguo la mia idea... E dello spirito! Dello spirito! È una donna piuttosto cerebrale... moderna... infine una deliziosa creatura...
LUCIO
Me l'ha detto!
LUCIANO
Gliel'ho detto. Tanto meglio. Ah! Eccola qui!
NORA appare sul limitare della porta, a sinistra. Ella si ferma a guardare i due uomini. LUCIO s'inchina leggermente e rimane estatico a guardarla.
LUCIANO
s'inchina anche lui ma è piuttosto confuso e impacciato
Per quanto...
Si riprende, pensa, e si decide
Per quanto possa apparire strano, signorina Nora, Le presento il signor Lucio Arsìcola, il Suo fidanzato originale... di cui io Le portai pochi giorni fa una apocrifa copia... Arrivederci.
Fa per andar via
NORA
Dove andate? Restate pure qui! Tanto, il cancello è chiuso e mio padre ha la chiave.
A LUCIO
Come va, dunque? Eh? Lucio Arsìcola!
Lo osserva sorridendo
Ha la faccia più buona di voi e io gli permetto di abbracciarmi...
LUCIO l'abbraccia un po' imbarazzato
Perché ha proprio l'aria di un bravo omino di cui mi fiderò completamente. Voi almeno non avete intenzione di scombussolare le povere signorine di città.
LUCIO
timidamente
Ho piuttosto paura del contrario!
NORA
ride
Meno male, meno male...
Si guardano sorridendo. Una pausa
LUCIANO
Non vi pare che io possa ragionevolmente scavalcare il cancello e andarmene per fatti miei; o, tutt'al più, gironzare tra le piante?
NORA
No, no no no... perché tra le piante incontrereste la mia istitutrice la quale è giovane e carina! E poi non mi fido neanche del fatto che voi discorriate con le piante! C'è un pioppettino che cresce su con certe idee un po' bizzarre: se gli andate vicino voi, è finita!
LUCIANO
afflitto
Il pioppettino oggi non correrebbe nessun rischio.
NORA
Ah! Siete di cattivo umore?
LUCIANO
commosso
No, signorina Nora! Io vorrei parlarvi seriamente... io vorrei trovare qualche cosa da fare per voi...! Vorrei rendermi utile... ma rendermi utile per qualche cosa che vi stesse molto a cuore e che non dico compensasse... perchè non si può compensare...
NORA
Ah! Meno male!
LUCIANO
... ma vi facesse un po' dimenticare... Vorrei insomma che mi imponeste il sacrificio più grande, lo sforzo più arduo; la pena più grossa per me!...
NORA
Amico mio, la cosa che mi sta più a cuore oggi, e a cui desidero che voi v'interessiate, è che il mio fidanzato mi piaccia!
LUCIANO
deciso a sacrificarsi
Ma sicuro!
NORA
E guardate che dò tutta la responsabilità a voi.
LUCIO
A lui?
LUCIANO
A me?
NORA
Sì.
Gravemente
Bisogna che lui... mi piaccia assai assai. Altrimenti sarei infelice.
LUCIANO
con angoscia
No!
NORA
Altrimenti vivrei in tale dolore che sarebbe una grande sciagura anche per voi!
LUCIANO
c.s.
No!
NORA
Perché anche voi mi siete molto piaciuto.
LUCIANO
disperandosi per la sua posizione complicata, ma pure felice di quelle parole
Ma santo Iddio...
NORA
Adesso vi detesto.
LUCIANO
Ah! Beh!
La prima esclamazione è di sollievo, la seconda di malinconia
NORA
Per fortuna vostra il mio fidanzato è molto simpatico!
LUCIO
La signorina è troppo buona!
LUCIANO
facendosi in quattro
È simpaticissimo! Gliel'ho detto per la strada.
A LUCIO che col capo accenna di no
È vero che gliel'ho detto per la strada?
A NORA
Ed è di quegli uomini che, per l'abitudine di raccogliersi in un ambiente sano, acquistano una profondità di sentire forse poco appariscente perché – appunto essendo profonda – è piena di pudore, ma che conquista a lungo andare più durevolmente del primo sfaccendato delle nostre città divoratrici.
Sospira
LUCIO li osserva tutti e due: prima l'uno, poi l'altra. Scambio di sguardi fra tutti e tre.
NORA
a LUCIO, dopo un silenzio
Non mi avete mai mandato una fotografia del vostro paesello.
LUCIO
Mah! È un paese senza importanza, quasi tutto abitato da contadini.
NORA
Oh, sarà pieno di colore!
LUCIO
No, anzi! Sembra... lavato.
NORA
Come lavato?
LUCIANO
animandosi a freddo
Oh! Com'è vero! Com'è vero!...
Si alza, va a perorare la causa di LUCIO dietro la sua sedia
E com'è colto bene! Si vede che è un osservatore profondo! Io ho viaggiato dalle sue parti. Le colline hanno pochi alberi perché sono tutte seminate a grano; e il maggese, prima della semina, dà appunto quella impressione un po' scialba, un po' – come dice lui – lavata... E ci son poi quelle rupi tagliate a picco... ah sì! Quelle rupi, quelle rupi, quelle rupi... hanno l'aria di essere non solo lavate, ma stira...
riprendendosi
sciorinate al sole!
Torna a sedere al suo posto. NORA osserva LUCIO senza dir nulla. Poi guarda LUCIANO. Tutti e tre si scambiano delle occhiate. Una pausa.
NORA
sempre a LUCIO
E come passate le giornate? Immagino che, come scrittore, preferite andar solo per i campi, in compagnia dei vostri pensieri...
LUCIO
Sì... ma... veramente, a me piace poco andar fuori. Preferisco restarmene chiuso nella mia stanzetta a suonare il mandolino.
NORA
con mal celato orrore
Voi? Suonate il mandolino?
LUCIANO
pronto, con voce pacata
La mandola, la mandola.
LUCIO fa un gesto per dire di no; ma l'altro, che si è alzato e si è messo alle spalle di lui lo ferma.
LUCIANO
La mandola. Vero?
LUCIO accenna debolmente di no ma l'altro seguita imperterrito.
LUCIANO
Lo prevedevo.
A NORA
Ah! Ma è tutt'altra cosa! Voi avete mai sentito una mandola in una sera d'estate? Perché ci vuole la sera d'estate?... Ebbene, non ha niente a che fare col suo degenere parente intisichito dalle mani degli strimpellatori. La mandola è uno strumento squisito, un interprete della malinconia pastorale. È vero sì o no?
LUCIO
debolmente
Sì.
LUCIANO
a NORA
Ma bisogna naturalmente essere in campagna. Allora anche la fisarmonica... Provate a suonare la fisarmonica in un salotto. È stonata. È un disastro. Mentre tra una collina e l'altra, specialmente di notte... con la luna... le colline si mettono a ballare il saltarello per conto loro: e non c'è affatto da meravigliarsi che le civette accovacciate sulle creste delle rupi si mettano a pettegolare... tanto sono incantate da quel suono! V'assicuro che la mandola è interessantissima.
Altra pausa. LUCIANO torna al suo posto e si mette a sedere asciugandosi il sudore. Scambio di sguardi fra tutti e tre.
NORA
con comica, ma pacata indulgenza
E... la mattina? Quando vi alzate?
LUCIO
La mattina quando mi alzo prendo il caffè e latte.
LUCIANO
Ma questo si sa!
NORA
Ma questo si sa!
LUCIO
Con un uovo!
LUCIANO
tra sé
Dio! L'uovo!
LUCIO
C'è la mia vecchia zia che ha sempre da parte per me un uovo di gallina nera. Si dice che dà più sostanza.
LUCIANO
facendo eroici sforzi per trovare spiritosa la cosa
Ah! Ah!
Ride esageratamente
NORA
Qui in città non siamo avvezzi a queste cose. Qui beviamo delle uova disperatamente anonime.
LUCIANO
sempre facendosi in quattro per riparare accorre di nuovo presso LUCIO
Già! Però questa storia della gallina nera è molto carina! Quasi tutti gli scrittori, ho notato, amano per lo meno una bestia. Pascoli aveva nello studio un piccolo alveare con la porticina di vetro; e si poteva osservare comodamente la regina che si dava delle arie. Flaubert aveva addomesticata un'anitra selvatica. Non capisco poi perché addomesticarla. O lasciarla selvatica oppure prendersi senz'altro una di quelle che si vendono al mercato, che son già domestiche per conto loro.
Guardando LUCIO
E Lei, eh? Ha una gallina nera...
LUCIO
con inesorabile candore
Sì, ma non è mica con me. È nel polla...
LUCIANO
interrompendolo con un colpo di tosse e poi, come inghiottendo qualche cosa
Ha notato l'occhio feroce delle galline in genere e di quelle nere in ispecie? Sono creature spietate! Mangiano e mangerebbero tutto! Date loro un uomo ridotto in chicco e si beccano un uomo! È molto bello ch'egli abbia una gallina nera! Io la trovo una cosa originale.
NORA
con un certo dispetto
È vero: ha ragione! È originalissima!
LUCIANO
coraggiosamente, a NORA
Io trovo che soltanto la provincia dà il gusto di certe sensazioni...
LUCIO
...elementari.
LUCIANO
pronto
Ecco! Proprio così! Elementari! È la parola trovata giusta, giusta, giusta...
NORA
ancora guarda prima l'uno, poi l'altro. Una pausa. Indi a LUCIO
E se Le domandassi una cosa...
LUCIANO
asciugandosi il sudore
Oh Dio! Che cosa gli domanderà adesso? Non ho mai faticato tanto per un uomo!
NORA
Mi dica la verità. Mi dica con chi ha fatto all'amore prima di mettersi in corrispondenza con me. Forse è stato fidanzato?
LUCIO
Sì... con una brava ragazza.
NORA
Senza dubbio! E come fu che...
LUCIANO fa un gesto per dire: «La cosa va, adesso, senza bisogno di me».
LUCIO
Ma... mio padre allora era vivo...
NORA
E si oppose?
LUCIANO ripete il gesto.
LUCIO
Sì. Per delle stupidaggini... per dei pregiudizii... La ragazza veniva bensì da una famiglia modesta ma era la figlia di una brava donna che insomma... faceva un mestiere come un altro, e non c'era niente di male... e aveva avviata la figlia allo stesso mestiere...
NORA
alquanto seccata, alzandosi
Dite insomma chiaramente che faceva la levatrice!
LUCIO
candidamente
Sì, signorina.
LUCIANO
tra sé, con comico dispetto
Stavolta non si rimedia!
Sta per parlare
NORA
Lasciate andare. Non vorrete far diventare poetica anche la levatrice!
LUCIANO
Però...
NORA
Oh! Aspettate, amici miei! Bisogna pure che vi faccia parlare con mio padre! Se no lui non vi lascia uscire!
LUCIANO
guardando LUCIO
Noi ci possiamo anche costituire prigionieri a vita.
NORA
a LUCIANO
Voi? Pure voi? Pazienza lui che ama starsene in una cameretta a suonare il mandolino! Ma voi, l'uomo dalle libertà sconfinate...
LUCIANO
assai contrariato
Non parliamo di me, vi prego... Ecco. Non parliamo di me! Andiamo piuttosto dal padre.
NORA
Sentirete!
LUCIANO
Eh lo so! Io gli propongo prima di tutto di gettarmi dalle scale. Se non lo fa, mi getto da me. Così, spero, mi farà aprire il cancello per lasciarmi uscire per l'ultima volta.
NORA
Allora aspettate... Sarà bene uno per volta: che ne dite?
A LUCIO
Prima voi?
A LUCIANO
O prima voi?
LUCIANO
Sì, se volete. Prima il reprobo. Così me ne andrò e vi lascerò tranquilli.
NORA
accennando alla porta a sinistra
È di là.
Indi a LUCIO
Chiamerò la signorina Anna perché vi tenga compagnia.
Suona
LUCIO
Sì. Grazie.
LA CAMERIERA appare sull'uscio di fronte.
NORA
Faccia venire la signorina qui a tener compagnia al signore.
A LUCIANO
Allora noi possiamo andare.
Via a sinistra
LA CAMERIERA via. LUCIANO prima di andare nell'altra stanza si volge a salutare LUCIO facendogli cenno con un dito all'altezza dell'occhio. LUCIO gli risponde comicamente con lo stesso gesto.