Scena sesta

LUCIO appena rimasto solo si volge intorno. Si anima, riflette, tentenna il capo. Poi rimane sospeso in ascolto. Si sente il rumore di un formidabile pugno sulla tavola venire dalla stanza di sinistra nello stesso momento in cui dal fondo entra ANNA.

LUCIO

Come giudica Lei quel rumore?

ANNA

Io lo giudico un pugno sulla tavola.

LUCIO

Anch'io.

ANNA

Sono di là tutti e tre?

LUCIO

Sì. Ora senta, signorina. Io Le chiedo un favore... Lei è stata molto gentile in questi giorni. Mi ha visto gonfiato, mi ha visto sgonfiato, e perciò con Lei ho più confidenza che non con quella che avrebbe dovuto essere la mia fidanzata...

ANNA

Come! Avrebbe dovuto essere! Non si sono intesi?

LUCIO

Credo che non ci siamo intesi. Appunto perciò io vorrei lasciarli un po' soli... Noi, se non le dispiace, possiamo fare due passi in giardino. Le rincresce?

ANNA

No... come vuole... Ma che cosa è accaduto?

LUCIO

Lei, signorina, è nata in provincia come me, è vero?

ANNA

Sì.

LUCIO

E la città Le fa paura, m'ha detto.

ANNA

Sì... un po'.

LUCIO

E Lei non è promessa a nessun uomo? Non ama nessuno?

ANNA

No. Ma perché mi chiede queste cose?

LUCIO

Niente.

Si sente il rumore di un altro pugno sulla tavola venire dall'altra stanza

LUCIOe ANNA

Altro pugno.

ANNA

Ma vuole spiegarmi qualche cosa? Io credo che Lei sia molto piaciuto a Nora.

LUCIO

Io non lo credo affatto. È vero che ho fatto di tutto per ottenere l'effetto contrario, ma credo che anche se fossi stato spiritoso e affascinante...

ANNA

Che vuol dire?

LUCIO

Non ha capito che quei due si amano?

ANNA

Ma no!

LUCIO

Io l'ho capito alla prima occhiata. E sono contento, veda! Ho subito pensato che avrei fatto di tutto per secondarli, per aiutarli e per non lasciare nel loro animo la più piccola ombra di perplessità o di rammarico. Intanto mi giuri che manterrà il segreto.

ANNA

Oh, non è necessario che giuri.

LUCIO

Credo. Ho fede in Lei. Specialmente non dica niente alla signorina.

ANNA

Ci conti. Allora mi dica che cosa ha fatto.

LUCIO

Che cosa ho fatto io?

Sorride

Lo stupido.

ANNA

Come lo stupido?

LUCIO

Sono stato così ineffabilmente bestia... e meschino... e di provincia... ma sa... di quella provincia che può venir fuori da un innaffiatoio!... Mi ascolti bene. La signorina Le parlerà certo della mia goffaggine, del mio mandolino, della gallina nera, e della mia stupidità. Ora se Lei...

accenna ad ANNA

fosse stata un'altra... non me ne sarei crucciato affatto!... Ma Lei no..., signorina, non posso sopportare che anche Lei mi creda una bestia... Noi due, veda, apparteniamo a un'altra razza, e ci possiamo capire... C'è chi dà l'assalto alla felicità come a una diligenza, all'angolo della strada, come ha fatto sempre lui... e c'è chi vive di un'altra intimità più modesta, conquistata diversamente. Ma guardi il miracolo: è bastato che una piccola luce di bontà arrivasse a illuminare l'anima di quell'uomo per trasformarla, per trasfigurarla! Quell'uomo era stato uno spaventoso predone di tutte le sue gioie... Non aveva fatto che muovere i fantocci del mondo per la sua delizia. Ed ecco che una marionetta gli diventa tragica fra le mani...

In ascolto

Non si è sentito nessun altro pugno...

ANNA

sorridendo

No!

Si sente ridere nella stanza di là

LUCIO

Ridono!

ANNA

Tanto meglio!

LUCIO

Sì, tanto meglio! Ragione di più per lasciarli soli.

Si avvia a destra per uscire. A un tratto si ferma. Dice quasi con solennità

Bernardo l'Eremita è rimasto chiuso nell'ultima conchiglia che ha rubato!

ANNA

intenerita

Lei è un'anima buona!

LUCIO

senza scomporsi

Grazie. Adesso finiremo di intenderci giù in giardino.

Via dal fondo seguito da ANNA

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