Silvia va alla finestra, l'apre di nuovo e rimane così per qualche istante in piedi a guardare la notte. Ugo entra dalla comune.
SILVIA
allibita
Tu... Ugo!
UGO
le va incontro
Io, sì...
Silvia rimane come inchiodata al suo posto.
UGO
allegramente, inchinandosi
Proprio io: il marito!... Vedo, o parmi, d'altra parte, che questo mio ritorno inaspettato, anziché farti piacere...
SILVIA
Tu vuoi scherzare, Ugo! Sono semplicemente sorpresa, ed è naturale!... Sei partito stamane!...
UGO
Già... Per un viaggio di almeno quindici giorni... Ah! Ah!... Un marito fa sempre così quando è geloso... Non è il mio caso: rassicurati... Questo si legge nei libri, quando accade...
Silvia ride forte, nervosamente, mettendosi a sedere.
UGO
...Quando accade...
Fa per appressarsi alla finestra come se volesse chiuderla
SILVIA
prontamente
Chiudo io. Siedi. Sarai stanco.
UGO
dopo una pausa e dopo che Silvia si è messa a sedere
...Quando accade che il marito arriva troppo presto...
SILVIA
E non sei stanco? Non hai voglia di riposarti?
UGO
No, veramente... Tutt'altro che stanco!... Questa passeggiata dalla stazione sin qui... una marcia veramente un po' forzata... mi ha messo di buon umore... Mi ha fatto ricordare i bei tempi in cui attraversavo la selva per venire sotto le tue finestre... Ti ricordi? Allora eravamo fidanzati e ci volevamo bene... Almeno così ci pareva... E non mi piaceva che ci fosse la luna!
Una pausa
Temevo di trovarti già coricata e questo pensiero m'infastidiva... Tu non avresti saputo del mio arrivo che domani mattina... Invece ho poi visto da lontano il lume nella tua stanza e ho avuto un balzo al cuore. Giuro! Giuro che ho accellerato il passo per arrivare più presto... Eh! Lo so... Queste mie parole ti stupiscono! Ma che cosa vuoi! Mi pareva che la notte... il chiaro di luna... l'odore della selva... tutte queste cose pure e serene e grandi eliminassero d'un tratto le piccole miserie che hanno diviso le nostre anime... Così... un sogno! Ti pare strano? Già... Ti pare strano che un uomo come me, che ti ha tradita parecchie volte, che ti ha umiliata anche col non farti neppure un mistero dei suoi tradimenti... che si è reso tante volte indegno del tuo amore e del tuo perdono... ti pare strano che ora parli così? Ma che cosa vuoi? Ho agito di sorpresa in questa mia corsa, stasera, e ho colto in flagrante la mia coscienza che all'improvviso si risentiva sentimentale... Ah! ah! ci voleva tutta la scenografia del nostro castello in una notte incantata come questa... Che hai?
SILVIA
Nulla...
UGO
Ti annoio, forse... E allora buona notte... Ma no che non sei annoiata... Tu non ti annoi mai... Tu sei una creatura che o gode o soffre... e devi certo soffrire in questo momento, perché non ti piace che io parli... perché non ti sono più amico... e perché non ti piace essere sorpresa... sia pure in piena innocenza!
SILVIA
No. Ti dirò che, forse, non mi piace discorrere...
UGO
Ah! una virtù rara, il silenzio. Ma tacere non vuol dire essere rassegnata... Quando una donna non rimprovera nulla a un uomo colpevole, è perché, forse, si è consolata. Se non si è consolata, come nel caso tuo, il silenzio è veramente una virtù rara...
SILVIA
ride nervosamente, si alza, lo fissa in una maniera strana
Che cosa sai tu?
UGO
Come, che cosa so?
SILVIA
Che cosa sai tu se io sia o non sia una donna capace di fare o non fare una cosa? Da quanto tempo non si discorre insieme un po' più a lungo di quanto non occorra per dirci «buon giorno» o «buona sera?». Dunque? Che cosa puoi sapere tu di quello che è passato e passa nella mia anima? Di quello che io sia divenuta? Di quello che io possa divenire? Ecco un uomo che pretenderebbe di conoscere sua moglie dopo averla lasciata quattro anni sola.
UGO
Che cosa vuoi dire con questo?
SILVIA
Voglio dire che io non ho nulla da nascondere: ma se la mia sincerità è una buona cosa, bisognerebbe meritarsela... Tu non hai fatto nulla per meritare qualche cosa... Anzi, mi hai messo davanti agli occhi dei cattivi esempi... Tu sai quali esempi... Ecco perché ti dico: che cosa sai tu di me? Ci voleva una notte di luna e una passeggiata per la selva perché tu ti ricordassi di avere a casa una moglie con cui si poteva anche discorrere per un quarto d'ora di cose più o meno... profonde...
UGO
Io mi son sempre ricordato di avere una moglie a casa: e per quanto mi rendessi talvolta immeritevole di lei, mi piaceva immaginarmela buona e fedele... Se c'è una onestà anche per quelli che peccano, questa era la mia... È una forza? È un egoismo? È una viltà? Certo è un riposo. Ogni anima torbida ha un suo riposo in cui si sente in pace... Tu sei sempre stata la mia pace e il mio orgoglio, anche quando non eri più il mio amore...
SILVIA
con amarezza
Già, io sono quella che si lascia in casa, ma che si ritrova sempre, quando si vuole, quando il capriccio suggerisce di ricercarla...
UGO
E se un giorno il capriccio divenisse un bisogno, una prova di ravvedimento? Se un giorno, a furia di smarrirsi lontano dalla bontà, quest'uomo tornasse alla vera fonte, dopo di essersi sbagliato tante volte?
SILVIA
con uno sguardo ed un gesto gelido
Troppo tardi potrebbe essere quel giorno!
Sono in piedi tutti e due.
UGO
fissandola
Troppo tardi?
SILVIA
enigmatica
Che cosa sai tu di me?
UGO
fissandola lungamente
So che hai un amante.
Silvia scoppia in una sonora e nervosa risata.
UGO
con terribile calma
Ridi pure. So il tuo pallore dietro quel riso.
SILVIA
UGO
E so chi è questo tuo amante, di quale infamia io sono coperto per causa tua...
SILVIA
gelida
Ti sfido a dirmi chi è.
UGO
c. s.
Giacomo Riva.
SILVIA
Calunnie.
UGO
Non mentire o io non sono più padrone di me. È già un miracolo che io possa dominarmi così.
SILVIA
Ma se non è vero!
UGO
Taci! Non negarlo! Ancora una volta ti dico di non mentire!
SILVIA
È una menzogna! È una menzogna!
UGO
appressandosi a lei con collera repressa, quasi sfiorandole il viso col suo fiato
No, che non è una menzogna!
SILVIA
retrocedendo di un passo, spaventata, ma pure dominando la sua ansia
Ti sfido a fornirmi la prova di quanto asserisci...
UGO
c. s.
La prova... la prova... io l'ho la prova!
SILVIA
impallidendo
L'hai?... E quale?
UGO
Io l'ho, capisci? È tale che tu non oserai neanche pronunciare una parola di difesa... Nemmeno una!... Io ho tale prova che tu fra un istante sarai qui soffocata da un'angoscia di morte...
Una pausa. Silvia è tenuta visibilmente da un'angoscia mortale. Infine ella si decide a conoscere la verità ad ogni costo.
SILVIA
Qual'è questa prova? Io ti sfido a darmela.
UGO
Tu mi sfidi! Ebbene, vorresti miglior prova di questa? Io ho ammazzato dianzi, con un colpo di fucile, il tuo amante, all'ingresso della Lupa.
SILVIA
con un grido straziante
Assassino!
UGO
Ecco! Ed ora nega, se puoi.
SILVIA
stringendosi la faccia con le mani
Assassino... assassino... Ho udito il colpo...
UGO
Ah sì? L'hai udito?
SILVIA
dopo una pausa, fissandolo con uno sguardo in cui si leggono tutte le disperazioni
Ebbene, sì, assassino, era il mio amante! Era! Era!
UGO
Anch'io n'ero così certo che, vedi bene, l'ho ucciso.
SILVIA
singhiozzando, eppure agitata dall'ira
Assassino... sei stato tu che mi hai spinta, disperata, fra le sue braccia!... Pure quell'uomo non sarebbe mai entrato in questa casa, se la tua condotta infame non mi avesse dispensata da ogni ritegno. E se anch'io sono stata colpevole, che m'importa? L'hai ucciso? Vada da lui. Ora che egli non potrà più entrare in questa casa, io ne uscirò per sempre: lasciami passare.
UGO
piantandosi dinanzi alla porta
Tu non uscirai di qui.
SILVIA
fremendo
Guarda, che io non ti riconosco alcun diritto, in questo momento, all'infuori di quello di uccidermi. Il diritto di discutere, no... Lasciami passare o io griderò: farò accorrere i servi. Lasciami, ché io sono disperata, e non toccarmi... assassino! ... assassino!... assassino!...
Una pausa, durante la quale si ode il respiro affannoso di quelle due anime disperate e nemiche
UGO
con dolore profondo
Come lo amavi! Questo io ho voluto sapere. Io ho voluto conoscere di che specie fosse il tuo amore. Perciò ti ho detto che l'ho ucciso...
SILVIA
con uno scatto improvviso ed un guizzo di speranza nello sguardo
Ah!
UGO
con grande amarezza
Sì: è vivo il tuo amante! Quel colpo è stato tirato per una finzione!...
SILVIA
cerca di prendergli una mano
Giura!
Ugo allontanandola con un gesto brusco e quasi con orrore.
SILVIA
con tutto il viso irradiato di gioia
Giura! Giura!
Va alla finestra, poi torna verso Ugo, si porta rapidamente una mano alla fronte, assumendo un atteggiamento quasi insinuante
UGO
fissandola
La mia gioia è bene ch'egli sia vivo! Ma darà ragione a me di quello che ha fatto.
Va ad aprire la finestra, Silvia è alle sue spalle, anelante
Lo vedi che è proprio vivo!
SILVIA
sobbalzando
Ah!
UGO
sarcastico
Peccato! Se io fossi stato più prudente avremmo avuto il piacere di vederlo capitare qua dentro, per puro caso! Ah! Ah! Poverino! La sua ansietà in questo momento deve essere enorme. Egli deve avere vedute le nostre due ombre agitarsi qua dentro. Immaginerà forse qualche brutto scherzo. In ogni caso, ecco per lui un'avventura romantica andata a male!... Un castello, un vero castello, una selva, una signora che si annoia... E la luna sopra tutto ciò! Una luna inverosimile e coreografica...
SILVIA
ormai decisa a tutto
Non l'uccidere, sai?
Ugo la guarda come trasognato, colpito dall'ardire e dall'atteggiamento di lei: atteggiamento di lotta e quasi di sfida.
SILVIA
Non l'uccidere! Bada che io difendo quell'uomo! Bada che non lo colpirai senza colpirmi. Bada che qui, tra poco, saranno a te di fronte due nemici!
UGO
con dolorosa ironia, dominandosi appena
Nemico... lui? Via, non esagerare! Egli non è che un ladro! Profitta della mia assenza dal castello per venirmi a rubare non importa che cosa, con la complicità vostra? Quel ladro lo ammazzo. Non ho voluto farlo, dianzi, all'ingresso della Lupa, perché la caccia alla posta... mi ripugna... Preferisco scovarla, la selvaggina, e farmela venire di fronte. Per un ladro è già troppo onore!
SILVIA
con ira repressa e con infinita disperazione
Oh, infame, infame! Lo uccide! E tutta la mia vita è spezzata... Tutto, tutto mi hai tolto, tu! Mi hai tolto la libertà di ragazza per torturarmi, per umiliarmi, per farmi disperare... Ho sopportato quattro anni questa tortura... Poi mi sono ribellata... ho creduto di avere anch'io diritto alla vita... E ho dovuto ammiserire questa mia rivolta, che non ha nulla di basso, con la paura, con la finzione... Ah!... ma sarei contenta, vedi, che questo accadesse... se una bella anima non fosse messa, ora, per colpa mia, a repentaglio di morte... Ma poiché sono stata io che ho voluto quell'uomo... lascialo vivere, lui... la sua esistenza è preziosa per tanta gente... Di me che cosa potresti fare, dopo averlo soppresso? Sarei per te meno che un automa e tu mi faresti orrore...
UGO
con infinita tristezza
Come lo ami!
SILVIA
sorpresa, ma diffidente
Forse che vuoi farmi credere che soffri?
UGO
con uno scatto d'ira
Perché... perché lo ami così... Che cosa ha fatto quell'uomo per meritare questo...
SILVIA
sempre diffidente, appressandosi a lui
Rispondi: vuoi farmi credere che soffri? Non mentire! Qui si sta a un passo dalla morte. Abbi anche tu il coraggio di essere franco. So che non soffri.
Quasi implorando
Non rendermi ancor più l'anima perplessa... Sei ferito nel tuo orgoglio e vuoi vendicarti, ed è giusto...
UGO
con un grido disperato
No! No! Soffro! Soffro! Un abisso hai scavato in me, perdendoti... In quell'abisso ho ritrovata ancora un'anima, forse ancora a me stesso ignota... Ah, che pure io avevo la mia segreta gioia! Quando tornavo a casa, colpevole, e ti ritrovavo pura, ti ritrovavo innocente... Ah, che torbida rivolta contro di me e che felicità di chiudere gli occhi e di saperti immacolata accanto alla mia inquietudine fosca... Non è vendetta, ora, no!... Ti avrei uccisa... o lo avrei ucciso... Ma sono stato vile...
SILVIA
Perché?
UGO
Non l'ho ucciso perché avevo paura che tu ne soffrissi troppo... Ti amavo... Avevo paura del tuo dolore...
Singhiozzando
Sì, avevo paura che tu ne morissi!
SILVIA
sbalordita
Taci!
UGO
E che morissi senza sapere... che io, io... ti amo... e che sono tanto infelice... Vedi, io sento in me quella infelicità a cui non si sopravvive...
SILVIA
Taci! Taci!
UGO
Che miseria... non è vero? Che grande miseria!...
SILVIA
Ti scongiuro... non mentire... Non posso crederti.
Quasi rabbiosamente
Non voglio! Ho tanto terrore...
UGO
Di che?
SILVIA
Ho tanto terrore di crederti...
UGO
Oh! Silvia... Forse che mi hai visto qualche altra volta piangere dinanzi a te?
SILVIA
con disperazione
Oh! T'avessi visto almeno piangere una sola lacrima! Sarei stata salva... Sarebbe bastata anche una parola...
Ugo singhiozza.
SILVIA
Dimmi perché per lungo tempo mi hai abbandonata. Dimmi perché hai voluto umiliare la mia inutile devozione... Dimmi perché hai tanto riso... Oh sì! Se io non ti avessi visto sogghignare così ferocemente, che cosa sarebbe importato a me di vivere anche non riamata ma fedele al tuo fianco? Oh, mi sarei contentata di una elemosina se tu che me l'offrivi avessi avuto un gesto di umanità! Eppure io ero bella, io ero giovine, io ero amante! E ora piangi? Piangi?
Sempre più gridando, con disperazione
Piangi?
Una pausa. Si ode il singhiozzo represso di lui e il respiro affannoso di Silvia.
SILVIA
avvicinandosi a lui sempre più
Questo tuo dolore mi soffoca... Perché, perché hai inabissata dapprima la mia esistenza e ora vieni ad affacciarti sull'orlo dell'abisso per mostrarmi la tua faccia angosciata? Ah! È ben meglio che tu mi uccida ora...
UGO
No, ché tu vuoi vivere per lui...
SILVIA
Ascolta, Ugo. Io amo quell'uomo...
UGO
Ah!
SILVIA
...Ma tu, col tuo dolore, in questo momento, è come se avessi messo a giacere il tuo cadavere tra noi due... Guarda: tra me e quella porta!...
UGO
la guarda con gli occhi sbarrati, colpito dalle parole di lei. Sembra all'improvviso risolversi e corre verso la finestra. Poi torna rapidamente vicino a Silvia
Egli m'aspetta laggiù... Vado!
SILVIA
avviticchiandosi a lui
No!
UGO
accarezzandole i capelli
Lasciami andare. Sei bella, Silvia! Per tanto tempo non ho osato dirtelo più... Ora, vedi, ho questo coraggio. Potrei essere felice, ma c'è qualcuno, al cancello, che è arrivato prima di me. Non si passa più.
SILVIA
quasi senza fiato
Ugo! Ugo!...
UGO
Succede sempre così. Ma chi sbarra la porta non deve essere lui. Lasciami andare.
SILVIA
c. s.
No, non voglio che tu esponga la tua vita... È armato. Ti ucciderebbe.
Ugo stringendosela improvvisamente al petto, la bacia a lungo sulla bocca. Silvia si sente mancare. Le braccia le cadono inerti ai fianchi. Ella piega i ginocchi quasi stesse per svenire. Ugo l'abbandona così, ed esce in fretta.