Scena quinta

Silvia va alla finestra, l'apre di nuovo e rimane così per qualche istante in piedi a guardare la notte. Ugo entra dalla comune.

SILVIA

allibita

Tu... Ugo!

UGO

le va incontro

Io, sì...

Silvia rimane come inchiodata al suo posto.

UGO

allegramente, inchinandosi

Proprio io: il marito!... Vedo, o parmi, d'altra parte, che questo mio ritorno inaspettato, anziché farti piacere...

SILVIA

Tu vuoi scherzare, Ugo! Sono semplicemente sorpresa, ed è naturale!... Sei partito stamane!...

UGO

Già... Per un viaggio di almeno quindici giorni... Ah! Ah!... Un marito fa sempre così quando è geloso... Non è il mio caso: rassicurati... Questo si legge nei libri, quando accade...

Silvia ride forte, nervosamente, mettendosi a sedere.

UGO

...Quando accade...

Fa per appressarsi alla finestra come se volesse chiuderla

SILVIA

prontamente

Chiudo io. Siedi. Sarai stanco.

UGO

dopo una pausa e dopo che Silvia si è messa a sedere

...Quando accade che il marito arriva troppo presto...

SILVIA

E non sei stanco? Non hai voglia di riposarti?

UGO

No, veramente... Tutt'altro che stanco!... Questa passeggiata dalla stazione sin qui... una marcia veramente un po' forzata... mi ha messo di buon umore... Mi ha fatto ricordare i bei tempi in cui attraversavo la selva per venire sotto le tue finestre... Ti ricordi? Allora eravamo fidanzati e ci volevamo bene... Almeno così ci pareva... E non mi piaceva che ci fosse la luna!

Una pausa

Temevo di trovarti già coricata e questo pensiero m'infastidiva... Tu non avresti saputo del mio arrivo che domani mattina... Invece ho poi visto da lontano il lume nella tua stanza e ho avuto un balzo al cuore. Giuro! Giuro che ho accellerato il passo per arrivare più presto... Eh! Lo so... Queste mie parole ti stupiscono! Ma che cosa vuoi! Mi pareva che la notte... il chiaro di luna... l'odore della selva... tutte queste cose pure e serene e grandi eliminassero d'un tratto le piccole miserie che hanno diviso le nostre anime... Così... un sogno! Ti pare strano? Già... Ti pare strano che un uomo come me, che ti ha tradita parecchie volte, che ti ha umiliata anche col non farti neppure un mistero dei suoi tradimenti... che si è reso tante volte indegno del tuo amore e del tuo perdono... ti pare strano che ora parli così? Ma che cosa vuoi? Ho agito di sorpresa in questa mia corsa, stasera, e ho colto in flagrante la mia coscienza che all'improvviso si risentiva sentimentale... Ah! ah! ci voleva tutta la scenografia del nostro castello in una notte incantata come questa... Che hai?

SILVIA

Nulla...

UGO

Ti annoio, forse... E allora buona notte... Ma no che non sei annoiata... Tu non ti annoi mai... Tu sei una creatura che o gode o soffre... e devi certo soffrire in questo momento, perché non ti piace che io parli... perché non ti sono più amico... e perché non ti piace essere sorpresa... sia pure in piena innocenza!

SILVIA

No. Ti dirò che, forse, non mi piace discorrere...

UGO

Ah! una virtù rara, il silenzio. Ma tacere non vuol dire essere rassegnata... Quando una donna non rimprovera nulla a un uomo colpevole, è perché, forse, si è consolata. Se non si è consolata, come nel caso tuo, il silenzio è veramente una virtù rara...

SILVIA

ride nervosamente, si alza, lo fissa in una maniera strana

Che cosa sai tu?

UGO

Come, che cosa so?

SILVIA

Che cosa sai tu se io sia o non sia una donna capace di fare o non fare una cosa? Da quanto tempo non si discorre insieme un po' più a lungo di quanto non occorra per dirci «buon giorno» o «buona sera?». Dunque? Che cosa puoi sapere tu di quello che è passato e passa nella mia anima? Di quello che io sia divenuta? Di quello che io possa divenire? Ecco un uomo che pretenderebbe di conoscere sua moglie dopo averla lasciata quattro anni sola.

UGO

Che cosa vuoi dire con questo?

SILVIA

Voglio dire che io non ho nulla da nascondere: ma se la mia sincerità è una buona cosa, bisognerebbe meritarsela... Tu non hai fatto nulla per meritare qualche cosa... Anzi, mi hai messo davanti agli occhi dei cattivi esempi... Tu sai quali esempi... Ecco perché ti dico: che cosa sai tu di me? Ci voleva una notte di luna e una passeggiata per la selva perché tu ti ricordassi di avere a casa una moglie con cui si poteva anche discorrere per un quarto d'ora di cose più o meno... profonde...

UGO

Io mi son sempre ricordato di avere una moglie a casa: e per quanto mi rendessi talvolta immeritevole di lei, mi piaceva immaginarmela buona e fedele... Se c'è una onestà anche per quelli che peccano, questa era la mia... È una forza? È un egoismo? È una viltà? Certo è un riposo. Ogni anima torbida ha un suo riposo in cui si sente in pace... Tu sei sempre stata la mia pace e il mio orgoglio, anche quando non eri più il mio amore...

SILVIA

con amarezza

Già, io sono quella che si lascia in casa, ma che si ritrova sempre, quando si vuole, quando il capriccio suggerisce di ricercarla...

UGO

E se un giorno il capriccio divenisse un bisogno, una prova di ravvedimento? Se un giorno, a furia di smarrirsi lontano dalla bontà, quest'uomo tornasse alla vera fonte, dopo di essersi sbagliato tante volte?

SILVIA

con uno sguardo ed un gesto gelido

Troppo tardi potrebbe essere quel giorno!

Sono in piedi tutti e due.

UGO

fissandola

Troppo tardi?

SILVIA

enigmatica

Che cosa sai tu di me?

UGO

fissandola lungamente

So che hai un amante.

Silvia scoppia in una sonora e nervosa risata.

UGO

con terribile calma

Ridi pure. So il tuo pallore dietro quel riso.

SILVIA

UGO

E so chi è questo tuo amante, di quale infamia io sono coperto per causa tua...

SILVIA

gelida

Ti sfido a dirmi chi è.

UGO

c. s.

Giacomo Riva.

SILVIA

Calunnie.

UGO

Non mentire o io non sono più padrone di me. È già un miracolo che io possa dominarmi così.

SILVIA

Ma se non è vero!

UGO

Taci! Non negarlo! Ancora una volta ti dico di non mentire!

SILVIA

È una menzogna! È una menzogna!

UGO

appressandosi a lei con collera repressa, quasi sfiorandole il viso col suo fiato

No, che non è una menzogna!

SILVIA

retrocedendo di un passo, spaventata, ma pure dominando la sua ansia

Ti sfido a fornirmi la prova di quanto asserisci...

UGO

c. s.

La prova... la prova... io l'ho la prova!

SILVIA

impallidendo

L'hai?... E quale?

UGO

Io l'ho, capisci? È tale che tu non oserai neanche pronunciare una parola di difesa... Nemmeno una!... Io ho tale prova che tu fra un istante sarai qui soffocata da un'angoscia di morte...

Una pausa. Silvia è tenuta visibilmente da un'angoscia mortale. Infine ella si decide a conoscere la verità ad ogni costo.

SILVIA

Qual'è questa prova? Io ti sfido a darmela.

UGO

Tu mi sfidi! Ebbene, vorresti miglior prova di questa? Io ho ammazzato dianzi, con un colpo di fucile, il tuo amante, all'ingresso della Lupa.

SILVIA

con un grido straziante

Assassino!

UGO

Ecco! Ed ora nega, se puoi.

SILVIA

stringendosi la faccia con le mani

Assassino... assassino... Ho udito il colpo...

UGO

Ah sì? L'hai udito?

SILVIA

dopo una pausa, fissandolo con uno sguardo in cui si leggono tutte le disperazioni

Ebbene, sì, assassino, era il mio amante! Era! Era!

UGO

Anch'io n'ero così certo che, vedi bene, l'ho ucciso.

SILVIA

singhiozzando, eppure agitata dall'ira

Assassino... sei stato tu che mi hai spinta, disperata, fra le sue braccia!... Pure quell'uomo non sarebbe mai entrato in questa casa, se la tua condotta infame non mi avesse dispensata da ogni ritegno. E se anch'io sono stata colpevole, che m'importa? L'hai ucciso? Vada da lui. Ora che egli non potrà più entrare in questa casa, io ne uscirò per sempre: lasciami passare.

UGO

piantandosi dinanzi alla porta

Tu non uscirai di qui.

SILVIA

fremendo

Guarda, che io non ti riconosco alcun diritto, in questo momento, all'infuori di quello di uccidermi. Il diritto di discutere, no... Lasciami passare o io griderò: farò accorrere i servi. Lasciami, ché io sono disperata, e non toccarmi... assassino! ... assassino!... assassino!...

Una pausa, durante la quale si ode il respiro affannoso di quelle due anime disperate e nemiche

UGO

con dolore profondo

Come lo amavi! Questo io ho voluto sapere. Io ho voluto conoscere di che specie fosse il tuo amore. Perciò ti ho detto che l'ho ucciso...

SILVIA

con uno scatto improvviso ed un guizzo di speranza nello sguardo

Ah!

UGO

con grande amarezza

Sì: è vivo il tuo amante! Quel colpo è stato tirato per una finzione!...

SILVIA

cerca di prendergli una mano

Giura!

Ugo allontanandola con un gesto brusco e quasi con orrore.

SILVIA

con tutto il viso irradiato di gioia

Giura! Giura!

Va alla finestra, poi torna verso Ugo, si porta rapidamente una mano alla fronte, assumendo un atteggiamento quasi insinuante

UGO

fissandola

La mia gioia è bene ch'egli sia vivo! Ma darà ragione a me di quello che ha fatto.

Va ad aprire la finestra, Silvia è alle sue spalle, anelante

Lo vedi che è proprio vivo!

SILVIA

sobbalzando

Ah!

UGO

sarcastico

Peccato! Se io fossi stato più prudente avremmo avuto il piacere di vederlo capitare qua dentro, per puro caso! Ah! Ah! Poverino! La sua ansietà in questo momento deve essere enorme. Egli deve avere vedute le nostre due ombre agitarsi qua dentro. Immaginerà forse qualche brutto scherzo. In ogni caso, ecco per lui un'avventura romantica andata a male!... Un castello, un vero castello, una selva, una signora che si annoia... E la luna sopra tutto ciò! Una luna inverosimile e coreografica...

SILVIA

ormai decisa a tutto

Non l'uccidere, sai?

Ugo la guarda come trasognato, colpito dall'ardire e dall'atteggiamento di lei: atteggiamento di lotta e quasi di sfida.

SILVIA

Non l'uccidere! Bada che io difendo quell'uomo! Bada che non lo colpirai senza colpirmi. Bada che qui, tra poco, saranno a te di fronte due nemici!

UGO

con dolorosa ironia, dominandosi appena

Nemico... lui? Via, non esagerare! Egli non è che un ladro! Profitta della mia assenza dal castello per venirmi a rubare non importa che cosa, con la complicità vostra? Quel ladro lo ammazzo. Non ho voluto farlo, dianzi, all'ingresso della Lupa, perché la caccia alla posta... mi ripugna... Preferisco scovarla, la selvaggina, e farmela venire di fronte. Per un ladro è già troppo onore!

SILVIA

con ira repressa e con infinita disperazione

Oh, infame, infame! Lo uccide! E tutta la mia vita è spezzata... Tutto, tutto mi hai tolto, tu! Mi hai tolto la libertà di ragazza per torturarmi, per umiliarmi, per farmi disperare... Ho sopportato quattro anni questa tortura... Poi mi sono ribellata... ho creduto di avere anch'io diritto alla vita... E ho dovuto ammiserire questa mia rivolta, che non ha nulla di basso, con la paura, con la finzione... Ah!... ma sarei contenta, vedi, che questo accadesse... se una bella anima non fosse messa, ora, per colpa mia, a repentaglio di morte... Ma poiché sono stata io che ho voluto quell'uomo... lascialo vivere, lui... la sua esistenza è preziosa per tanta gente... Di me che cosa potresti fare, dopo averlo soppresso? Sarei per te meno che un automa e tu mi faresti orrore...

UGO

con infinita tristezza

Come lo ami!

SILVIA

sorpresa, ma diffidente

Forse che vuoi farmi credere che soffri?

UGO

con uno scatto d'ira

Perché... perché lo ami così... Che cosa ha fatto quell'uomo per meritare questo...

SILVIA

sempre diffidente, appressandosi a lui

Rispondi: vuoi farmi credere che soffri? Non mentire! Qui si sta a un passo dalla morte. Abbi anche tu il coraggio di essere franco. So che non soffri.

Quasi implorando

Non rendermi ancor più l'anima perplessa... Sei ferito nel tuo orgoglio e vuoi vendicarti, ed è giusto...

UGO

con un grido disperato

No! No! Soffro! Soffro! Un abisso hai scavato in me, perdendoti... In quell'abisso ho ritrovata ancora un'anima, forse ancora a me stesso ignota... Ah, che pure io avevo la mia segreta gioia! Quando tornavo a casa, colpevole, e ti ritrovavo pura, ti ritrovavo innocente... Ah, che torbida rivolta contro di me e che felicità di chiudere gli occhi e di saperti immacolata accanto alla mia inquietudine fosca... Non è vendetta, ora, no!... Ti avrei uccisa... o lo avrei ucciso... Ma sono stato vile...

SILVIA

Perché?

UGO

Non l'ho ucciso perché avevo paura che tu ne soffrissi troppo... Ti amavo... Avevo paura del tuo dolore...

Singhiozzando

Sì, avevo paura che tu ne morissi!

SILVIA

sbalordita

Taci!

UGO

E che morissi senza sapere... che io, io... ti amo... e che sono tanto infelice... Vedi, io sento in me quella infelicità a cui non si sopravvive...

SILVIA

Taci! Taci!

UGO

Che miseria... non è vero? Che grande miseria!...

SILVIA

Ti scongiuro... non mentire... Non posso crederti.

Quasi rabbiosamente

Non voglio! Ho tanto terrore...

UGO

Di che?

SILVIA

Ho tanto terrore di crederti...

UGO

Oh! Silvia... Forse che mi hai visto qualche altra volta piangere dinanzi a te?

SILVIA

con disperazione

Oh! T'avessi visto almeno piangere una sola lacrima! Sarei stata salva... Sarebbe bastata anche una parola...

Ugo singhiozza.

SILVIA

Dimmi perché per lungo tempo mi hai abbandonata. Dimmi perché hai voluto umiliare la mia inutile devozione... Dimmi perché hai tanto riso... Oh sì! Se io non ti avessi visto sogghignare così ferocemente, che cosa sarebbe importato a me di vivere anche non riamata ma fedele al tuo fianco? Oh, mi sarei contentata di una elemosina se tu che me l'offrivi avessi avuto un gesto di umanità! Eppure io ero bella, io ero giovine, io ero amante! E ora piangi? Piangi?

Sempre più gridando, con disperazione

Piangi?

Una pausa. Si ode il singhiozzo represso di lui e il respiro affannoso di Silvia.

SILVIA

avvicinandosi a lui sempre più

Questo tuo dolore mi soffoca... Perché, perché hai inabissata dapprima la mia esistenza e ora vieni ad affacciarti sull'orlo dell'abisso per mostrarmi la tua faccia angosciata? Ah! È ben meglio che tu mi uccida ora...

UGO

No, ché tu vuoi vivere per lui...

SILVIA

Ascolta, Ugo. Io amo quell'uomo...

UGO

Ah!

SILVIA

...Ma tu, col tuo dolore, in questo momento, è come se avessi messo a giacere il tuo cadavere tra noi due... Guarda: tra me e quella porta!...

UGO

la guarda con gli occhi sbarrati, colpito dalle parole di lei. Sembra all'improvviso risolversi e corre verso la finestra. Poi torna rapidamente vicino a Silvia

Egli m'aspetta laggiù... Vado!

SILVIA

avviticchiandosi a lui

No!

UGO

accarezzandole i capelli

Lasciami andare. Sei bella, Silvia! Per tanto tempo non ho osato dirtelo più... Ora, vedi, ho questo coraggio. Potrei essere felice, ma c'è qualcuno, al cancello, che è arrivato prima di me. Non si passa più.

SILVIA

quasi senza fiato

Ugo! Ugo!...

UGO

Succede sempre così. Ma chi sbarra la porta non deve essere lui. Lasciami andare.

SILVIA

c. s.

No, non voglio che tu esponga la tua vita... È armato. Ti ucciderebbe.

Ugo stringendosela improvvisamente al petto, la bacia a lungo sulla bocca. Silvia si sente mancare. Le braccia le cadono inerti ai fianchi. Ella piega i ginocchi quasi stesse per svenire. Ugo l'abbandona così, ed esce in fretta.

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