Scena terza

BARONESSA

si guarda allo specchio. Accende una sigaretta. Poi va alla finestra

Eccola là.... cara mia, oggi non hai fortuna... Eppure, sei tanto carina! Eccolo là uno che non la guarda, e che guarda, lo stupido, dalla mia parte. Bé? Che c'è da guardarmi? Aspetta che ti voglio...

Si appoggia col braccio al davanzale della finestra e china il capo sulla mano. Rimane così un istante. Poi improvvisamente si ritrae, sconvolta in viso, risale la scena, fermandosi in ascolto accanto alla porta agitatissima

Oh! Dio! È entrato per il portone! Viene su! Sale le scale!... Oh! Dio! Oh! Dio! Oh! Dio!... Adesso parlerà con Giuseppe... Giuseppe crederà che è un signore che conosco. Ma com'è che seguita a salire? Adesso suonerà... No, no prima che suoni...

Corre verso la comune. Si sente aprire una porta, poi un parlare concitato. Poi la porta si chiude e la BARONESSA rientra tutta in disordine, seguita da un giovanotto vestito con affettata eleganza.

BARONESSA

eccitatissima

Andatevene! Andatevene! Per carità, signore, voi vi siete ingannato! Io sono una donna onesta, una donna maritata! Si tratta di un errore. Vi spiegherò... Io vi ho scambiato per un amico di casa a cui assomigliate assai... Abbiate pietà di me, signore...

IL SIGNORE

sorridendo come per dire che egli la sa lunga

Buon giorno, cara. Inutile seguitare. La tua storia la conosco! Sei una donna maritata? Allora sono due luigi invece di uno. Li avrai! Intanto sbrighiamoci.

BARONESSA

Mio Dio! Voi non mi credete, signore... Ebbene, io vi scongiuro, io vi supplico...

IL SIGNORE

guardandosi intorno

Per bacco è carino il tuo appartamento! Devi essere di una terribile bolletta se ti sei ridotta, oggi, a uccellare dalla finestra.

BARONESSA

piangendo

Uccellare! Io sono una donna maritata!

IL SIGNORE

E dalli! T'ho già detto che sono due luigi invece di uno!

Guardando il ritratto

E questo qui è tuo marito?

BARONESSA

Sì.

Piange

IL SIGNORE

Ha l'aria di un grazioso imbecille.

BARONESSA piange più forte.

IL SIGNORE

Voltiamolo dall'altra parte.

BARONESSA

Perché?

IL SIGNORE

Perché mi fa pena. Io sono uno spirito delicato.

Enfatico

Mi fa pena vedere l'effigie di un uomo che, sia pure, sotto il manto maritale, o di amante, mantenuto, sfrutta la bellezza delle povere borghesi, che potrebbero essere brave madri di famiglia e mettere al mondo dei figli meno... naturali! Perché io sono un patriota... e tutto ciò è immorale! Noi uomini ne approfittiamo, ma quella gente là mi fa schifo! E questa qua chi è?

Mostra l'altro ritratto

BARONESSA

con voce di pianto

È Gabriella, la mia amica Gabriella.

IL SIGNORE

commovendosi

Carina la tua amica Gabriella... Un'altra volta mi presenterai alla tua amica... Ma non sciuparti gli occhi. Ho capito: sei maritata!

BARONESSA

E sono una donna onesta!

IL SIGNORE

E sei anche una donna onesta. Benissimo. Conosco il tuo trucco. Tu sei di quelle a cui piace giocare all'adulterio... Eh? Oh! Non sei la sola! È la terza volta che mi capita in un mese!

BARONESSA

disperata

Non mi crede! Non mi crede!

IL SIGNORE

colpendosi la fronte con la mano

Bestia ch'io sono! Scusa sai se non ci ho pensato prima. Tu dubiti – ed è giusto – che io mantenga la promessa. Ecco qua i due luigi, sono tuoi. Li metto qui sopra al caminetto.

BARONESSA

Ma che denaro! Io non ho bisogno del vostro danaro! Tra un quarto d'ora mio marito sarà qua!

IL SIGNORE

Ma io casco dalle nuvole! Eppure – eh, piccina! – non sei mica alle prime armi, e tu dovresti aver capito che se tuo marito ci disturba io so come si fa... Gli metto in mano un biglietto da cinque franchi e lo mando a comprare qualche cosa qui di faccia...

BARONESSA

Ma se io vi pregassi... se vi scongiurassi di andarvene... in nome di... quanto avete più caro nella vita!

IL SIGNORE

prendendole il mento tra due dita

Di più caro nella vita non ho che te in questo momento. Il tuo gioco all'adulterio è perfetto, se non lo prolunghi; e mi hai messo addosso un certo non so che. Se la seconda parte della tua rappresentazione sarà come la prima, ti farò della reclame, ti manderò qualcuno dei miei amici. Orsù, fammi strada.

BARONESSA

Ve la darò io la strada. Ve la farò mostrare dai miei domestici!

Si dirige verso il campanello elettrico

IL SIGNORE

trattenendola per un braccio

Basta, eh? Piccina! Adesso mi arrabbio... I tuoi domestici! Per poco non mi dai ad intendere che sei una contessa, una marchesa! Sei una donna onesta, sei maritata, va benissimo, ma non bisogna esagerare!

L'orologio a pendolo suona le cinque.

BARONESSA

Mio Dio! Ecco fra dieci minuti egli torna! Ed io sono perduta, perduta!

IL SIGNORE

Chi torna? Il signor marito? Ah! Ah! Io me ne infischio di tuo marito. E anche ammesso che egli stia per arrivare, ragione di più per sbrigarsi...

BARONESSA

lo guarda trasognata

Non ve ne volete andare?

IL SIGNORE

Naturalmente me ne andrò, ma dopo.

BARONESSA

Volete ad ogni costo...

IL SIGNORE

Ma sì, piccina. Dovresti saperlo a memoria, ormai...

BARONESSA

altro scoppio di singhiozzi. Ad un tratto ella si asciuga le lacrime, si irrigidisce, e con gesto tragico accennando la porta, gli dice, imperiosamente

Là. Presto.

IL SIGNORE

Finalmente! Ci voleva tanto

Si fa da un canto, e invita con gesto cavalleresco la signora ad entrare

Prima lei! Prego, contessa, marchesa...

BARONESSA esce singhiozzando forte.

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