SCENA ULTIMA

LA SPIRITATA

(scherzosa, con le mani ai fianchi)

Ah sì? È così che si approfitta della mia assenza per ricevere tutta quella gente? Per cinque minuti che son rimasta di là?... Eh? Si fanno queste cose?

LA NONNA

(si agita fissando la veste che attrae la sua curiosità)

LA SPIRITATA

(facendo qualche passo indietro)

Eh? Che cosa vuoi sapere?

LA NONNA

(si alza in piedi e appoggiandosi al bastone sta per fare un passo)

LA SPIRITATA

Niente affatto! Se la signora non rimane al suo posto non facciamo vedere niente... Dunque, sùbito a sedere!... Così... Adesso va bene. Che cosa crede di vedere di nuovo, di straordinario? Niente! La mia piccola veste!

(va ad aprire la credenza. La prima parte della scena che segue va detta da lei mentre è occupata ad apparecchiare la tavola)

LA NONNA

(guarda sempre la veste con un senso misto di curiosità e di piacere)

LA SPIRITATA

Sì, sì, guardala... Ti sembra di non averla mai vista?

(osservando la vecchia)

Ma adesso io so che cosa si va mulinando in quella testa!...

LA NONNA

(la guarda fissamente come se volesse chiedere a sua nipote perchè ha indossata quella veste).

LA SPIRITATA

(si pianta un momento dinanzi a lei. E siccome la nonna rimane trasecolata lei ride)

E perchè no? Tutte le donne indossano le loro vesti, ne cambiano anche parecchie al giorno e io, poverina, non ne posso mettere una nuova? Sentiamo! È tale la curiosità che incominci a soffrire... No, no, poverina... Ecco qua..,

(le fa capire coi gesti)

«Aspetto un'amica»…

LA NONNA

(guarda con ansietà la spiritata)

LA SPIRITATA

Oh!... Il mistero è spiegato...

(torna ad apparecchiare)

Lo so, lo so che quando viene qualcuno tu sei tutta contenta... Lo so, lo so che con me ti annoi...

(dà uno sguardo alla terrazza)

E dire che a ricevere festosamente la mia amica non c'è che questo sconfinato tramonto! Il solo che abbia fatto le cose con grandiosità! E tu non avrai un po' di freddo?

(le tocca le mani)

No... Guarda!

(accennando al cielo che appare oltre la terrazza)

Guarda come incomincia ad esser tutto rosa e viola... Sì, sì... è veramente una ricca galanteria da offrire a un ospite che si ama e che si rispetta! Nonna, io ti voglio bene...

(poi, sùbito, senza guardarla)

Ti voglio bene! Oh! Non è necessario essere riamati... Si vuol bene a una cosa quando è già bella in noi... Il resto non conta niente... Nonna, io ti terrò un discorso allegro... Tu sei avvezza ormai da tanti anni ai miei discorsi!... Anche se non li puoi udire, ti tengono compagnia... e io sento egualmente la dolcezza di parlarti... Cara nonna, io lo so perchè mi guardi! Tu pensi all'amica che io aspetto e cerchi d'indovinare chi possa essere, e non ti raccapezzi... Ma se ti rivelo chi è, i tuoi occhi non potranno avere la sorpresa di dire, più tardi: «oh! ci volevate voi per far indossare alla mia nipote un vestito nuovo!». Oh!... intanto, prima che me ne dimentichi... Aspettami, neh? Guai se non ti ritrovo lì, guai se scendi a precipizio le scale!

(Ride nervosamente mentre la nonna sèguita a fissarla negli occhi con angoscia)

Cara nonna, lo so che non sei famosa per le gambe! Aspettami dunque buona... buona... buona…

(va in terrazza)

LA NONNA

(approfitta della breve assenza per uscire dalla sua immobilità. Poi volge lo sguardo di qua, di là, inquieta, nervosa e diffidente. Ma appena rientra la spiritata, torna alla immobilità di prima).

LA SPIRITATA

Oh! Ecco qua...

(mette un gran mazzo di fiori nel portavaso che è sopra la tavola e poi si siede affranta)

Dio, come sono stanca!

(rimane con gli occhi sbarrati davanti a sè, e poi guarda la nonna. Sùbito la sua faccia si illumina)

LA NONNA

(fa dei cenni con la mano indicando la tavola, con gli occhi che quasi sorridono)

LA SPIRITATA

Sentiamo... sentiamo... La nonna dice qualche cosa... La tavola? Questa tavola?

LA NONNA

(accenna con gli occhi di sì)

LA SPIRITATA

No... Non deve essere questo... E allora?

(la guarda cercando di indovinare)

Ah! Perchè non faccio rimanere a cena la mia amica? Sì?

(coi gesti si fa capire)

«la mia amica a cena con me?»

(La nonna accenna di sì, soddisfatta).

LA SPIRITATA

Ah! Civetta di una nonna! Ah sì? Tu vuoi che rimanga con me? E che cosa le daremo da cena? Questo latte qua? E quel tramonto là?

(risolvendosi in fretta)

Oh! Io per me non ho nessuna difficoltà a contentarti... Ecco qua il coperto per l'amica... Il posto c'è! Tutto sta a vedere se essa accetti!... Oh! se non ha fretta... Tante volte, quando non aveva fretta, s'è seduta là, e poi se ne è andata... Beh! Sei contenta adesso? Oh! Brava! Il tuo latte è ancora bollente, e siccome alla mia nonnina piace freddo, può aspettare quanto vuole!... Dunque!... Le violette le ho posate vicino a te...

(va a prendere un vasetto pieno di viole, sulla terrazza)

...E tu ostinata, sempre con le spalle voltate al cielo, non vedi mai niente. Ma il cielo è generoso lo stesso!

(dispone le violette sulla tavola, ma a un tratto si mette a seguire con gli occhi qualche cosa che si aggira sui fiori della terrazza)

Ed è così — capisci? — per la tua ostinazione a non occuparti delle cose che succedono nell'aria — che non ti accorgi dei saccheggi che si compiono a due passi da te!... Da dove è entrato poi quel signore, non lo so...

(avvicinandosi)

Scusi: non sarà lei il proprietario delle mie bocche di leone? Guarda, nonna: una capatina e poi via! Soddisfatto come un signore che esce da un banchetto! Addio! Buona passeggiata per il cielo!

(rimane estatica a guardare davanti a sè. Poi, come svegliandosi, un po' senza fiato, portandosi una mano al cuore)

Oh! Nonna! Nonna! Sai perchè discorro tanto? Per ingannare la mia ansietà per questa visita che aspetto!

(in ascolto)

Un momento, che pare che mi chiamino... Sì. C'è!

(con una luce strana sul viso)

Oh! Puntuale, come una regina!

(si sporge dalla terrazza verso il fondo)

Quassù! Quassù!...

(accorre presso la nonna, si guarda in giro per la stanza)

Oh Dio! Non manca niente? Non capisco più niente... Ora la vedrò salire dal pianerottolo...

(va sulla terrazza, dalla parte delle scale, si sporge un poco e dice:)

Quassù! Sì!

(ride)

Buona sera!

(alla nonna, con improvvisa animazione)

Viene, sai? È già al primo pianerottolo! Oh! Sempre così leggera... Col suo passo sicuro... Sempre così è stata!

(fa qualche passo nella stanza, poi torna verso la vecchia)

Nonna! Nonna! Sai? Non farmi una scena di gelosia... Ti avverto prima!...

(le bacia le mani e subito torna in ascolto)

La senti... la senti che è già al secondo pianerottolo?!...

(s'irrigidisce ferma in piedi)

E vedi: è tale l'ansietà che mi vien male... Ecco... Ecco il suo passo... Il suo leggero, il suo formidabile passo!...

(un po' barcollando si lascia cadere sulla poltrona come se non reggesse alla propria ansietà)

E io sono seduta... qui... e ti aspetto!

(Improvvisamente si aprono i due battenti della porta, e si rinchiudono. Qualcuno invisibile, è entrato, ed ha fermato l'uscio, dopo aver fatto intravedere il pianerottolo buio. La spiritata ha appoggiato la nuca sulla spalliera della poltrona e non si muove più)

LA NONNA

(che era rimasta con gli occhi sbarrati dallo stupore, con uno sforzo si alza, si avvicina alla spiritata, la osserva, le tocca il viso, le mani, poi ancòra il viso. Sente che è fredda. La faccia le s'illumina d'una terribile pace sinistra che somiglia alla gioia. Poi stampellando attraversa la scena piuttosto in fretta ed esce dalla porta di destra. Si sente nei piani inferiori il rumore degli inquilini che rientrano: uno strascicare di passi, un parlottare confuso, porte che si chiudono, risa represse, campanelli che squillano lontano. È la casa che riprende a poco a poco il suo ritmo: l'umanità placata che indugia per le scale si affaccia alle finestre, aspetta al limitare degli usci; voci chiare di bimbi, richiami trepidi di mamme, e, all'improvviso, un silenzio altissimo.

(sipario)

FINE DELLA COMMEDIA

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