Scena ottava

CAMILLA

trasalendo a quel nome, a stento riesce a trattenere un grido. Rimane così, diritta nel mezzo della scena, quasi irrigidita, annientata, con gli occhi sbarrati nel vuoto, pronunziando queste parole come in un soffio

La tisi!...

FERRUCCIO

dopo una pausa

Mamma, guarda se faccio bene le «gi».

CAMILLA

come risvegliata dalla voce del figlio, si precipita verso di lui attirandolo a sé quasi furiosamente

Ferruccio... Ferruccio... Vieni qui... qui... accanto alla mamma... Come ti senti? Come ti senti?...

Lo scuote, lo palpa per tutto il corpo.

FERRUCCIO

Bene, mamma...

CAMILLA

accarezzandolo

Come ti senti, amore?...

FERRUCCIO

Mamma, che hai?

CAMILLA

lo bacia, disperatamente, stringendoselo al petto

È vero che ti senti bene, tu?... Che ti senti forte?

FERRUCCIO

Sì, mamma...

CAMILLA

Fa vedere i tuoi polsi...

Ferruccio glieli mostra.

CAMILLA

con singhiozzo represso

Son piccoli. Sono due steli!

FERRUCCIO

Ma quando sarò grande diventeranno come quelli del papà...

CAMILLA

chiudendogli la bocca, con un sussulto di tutta la persona

Taci!

Lo guarda fissamente negli occhi rabbrividendo, come se vedesse riflesso nelle pupille lo spettro del morituro.

FERRUCCIO

Perché non vuoi che dica? Ti rincresce?

Camilla nasconde la faccia sul petto del bambino e singhiozza disperatamente.

FERRUCCIO

Piangi? Piangi?

Vede il padre che sale sulla veranda

Ecco papà. Ora glielo dico.

CAMILLA

balzando in piedi, con uno scatto, e volendo cancellare immediatamente nell’animo di Ferruccio l’impressione del suo pianto

No, no che non piango... Su, su in giardino a saltare... tra la, la la... la la...

Si gira intorno, tenendo per le mani Ferruccio che ride.

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