CAMILLA
trasalendo a quel nome, a stento riesce a trattenere un grido. Rimane così, diritta nel mezzo della scena, quasi irrigidita, annientata, con gli occhi sbarrati nel vuoto, pronunziando queste parole come in un soffio
La tisi!...
FERRUCCIO
dopo una pausa
Mamma, guarda se faccio bene le «gi».
CAMILLA
come risvegliata dalla voce del figlio, si precipita verso di lui attirandolo a sé quasi furiosamente
Ferruccio... Ferruccio... Vieni qui... qui... accanto alla mamma... Come ti senti? Come ti senti?...
Lo scuote, lo palpa per tutto il corpo.
FERRUCCIO
Bene, mamma...
CAMILLA
accarezzandolo
Come ti senti, amore?...
FERRUCCIO
Mamma, che hai?
CAMILLA
lo bacia, disperatamente, stringendoselo al petto
È vero che ti senti bene, tu?... Che ti senti forte?
FERRUCCIO
Sì, mamma...
CAMILLA
Fa vedere i tuoi polsi...
Ferruccio glieli mostra.
CAMILLA
con singhiozzo represso
Son piccoli. Sono due steli!
FERRUCCIO
Ma quando sarò grande diventeranno come quelli del papà...
CAMILLA
chiudendogli la bocca, con un sussulto di tutta la persona
Taci!
Lo guarda fissamente negli occhi rabbrividendo, come se vedesse riflesso nelle pupille lo spettro del morituro.
FERRUCCIO
Perché non vuoi che dica? Ti rincresce?
Camilla nasconde la faccia sul petto del bambino e singhiozza disperatamente.
FERRUCCIO
Piangi? Piangi?
Vede il padre che sale sulla veranda
Ecco papà. Ora glielo dico.
CAMILLA
balzando in piedi, con uno scatto, e volendo cancellare immediatamente nell’animo di Ferruccio l’impressione del suo pianto
No, no che non piango... Su, su in giardino a saltare... tra la, la la... la la...
Si gira intorno, tenendo per le mani Ferruccio che ride.