Osvaldo.
Dottore!
Barbara.
Dottore, venga qui. Lei è un psichiatra! Lei vede oltre la nostra piccola macchina umana!
Dott. Fox
stupito.
Ma che discorsi son questi?
Barbara.
Non si meravigli. La nostra gaiezza a un certo momento cozza contro un muro e diventa uno straccio.
Dott. Fox.
Ma.... amici miei, arrivate dall'America tutti quanti con urgenti problemi da risolvere!... C'è un collega amico mio che sostiene che basta prendere cinque uomini a caso in una folla: tra quei cinque c'è senza dubbio un criminale.
Osvaldo
vivamente.
Professor Fox! Noi abbiamo qualche cosa di simile in mezzo a noi!
Dott. Fox.
Non dite assurdità! Ho enunciato una teoria paradossale ma so di trovarmi fra gentiluomini.
Osvaldo.
Tranne uno.
Dott. Fox.
Tranne uno? e chi?
Osvaldo.
Questo non sappiamo. E qui è il dramma. Noi trasciniamo un dramma nel bagagliaio del nostro treno di lusso con cui dobbiamo tornare tutti a casa. Vedete? Eravamo in sei ma un nostro compagno l'abbiamo lasciato dieci giorni fa. Non ci ha liberato, no, da un'ossessione. Ce l'ha forse acuita. Forse che potremmo dire che, liberandoci di lui, ci siamo liberati dell'assassino?
Dott. Fox.
L'assassino?
Barbara.
Sì, dottore: l'assassino! il delinquente! chiamatelo come volete. Noi possiamo confidarci all'uomo di scienza che sappiamo illustre, perchè poco c'importa che la giustizia decida di approfondire la cosa.... Invece, la giustizia si è contentata di una constatazione del fatto, di un verbale, coll'annunzio di una inchiesta suppletoria che forse non verrà mai. Tutto ciò è molto portoghese, forse – perchè il fatto avvenne a Lisbona – ma non risolve nulla. Noi siamo rimasti in compagnia del delinquente: posso essere io, può essere lui, può essere mio marito, può essere suo padre.
Gaspare
affacciandosi dal fondo.
È permesso?
Barbara.
Può essere lui!
Gaspare.
Chi lui? Io? Che cosa?
Osvaldo.
Si parlava del nostro dramma.
Gaspare.
Ebbene?
Barbara
presentando.
Il dottor Fox, psichiatra. Gaspare Braun.
Gaspare.
Molto lieto! Già. Per gli altri potrei essere io. Per me, non lo sono affatto.... Ma ciò non vuol dir nulla....
Dott. Fox
cattedratico, volgendosi a tutti.
Scusate. Andiamo per ordine! Voi arrivate dall'America con un dramma nel bagagliaio. Ebbene: tiratelo fuori perchè io sappia di che si tratta. Io non so ancóra chi sia la vittima!
Osvaldo.
Raccontate, Barbara....
Barbara
si alza. Una pausa. Indi, volgendosi al dottore.
Così mi studierete. Osserverete se in me sono caratteristici i segni della simulazione e se io sono la criminale.
Dott. Fox
fissandola.
Mi stupite! Ma osserverò anche questo.
Barbara.
Viaggiavamo in piroscafo. Eravamo insieme sul ponte di passeggiata con gli occhi distratti sull'oceano. A un tratto qualcuno porta la notizia che due passeggeri di terza classe sono moribondi. La cosa non fa impressione perchè nessuno di noi conosce questi disgraziati che sono marito e moglie. Ma poi si viene a sapere che c'è di mezzo un bambino di due anni che sta per diventare orfano in pieno oceano, senza parenti che l'aspettano nè in America nè in Europa.... Allora tutta la comitiva si precipita per le murate del ponte, scende in cabina e si raccoglie intorno ai due capezzali. Si cercano parole di conforto. Ma quel che più preme è che noi c'impegnamo sul nostro onore, – e la promessa assume una gravità tragica dinanzi alla morte – di proteggere il bambino, di tenerlo con noi durante tutto il viaggio per mare e per terra finchè fosse giunto il momento di separarci. In questo momento la sorte del piccino sarebbe stata decisa. Chi di noi avesse sentito di amarlo di più l'avrebbe adottato. Mettemmo tra noi questa gara d'amore verso una creatura innocente e pensavamo di vincerla – chi sa! – ciascuno per suo conto con la propria tenerezza futura, con una gentilezza che pareva ci affratellasse ancóra di più.... E fu così che accogliemmo l'orfano. Abbiamo avuto naturalmente molte noie, intendo dire molte formalità consolari da sbrigare. Finalmente questo bambino è con noi, viaggia con noi anche per terra, partecipa a tutte le nostre gite.... Fu durante una di queste gite ch'egli scomparve. Scomparve così. Si arriva in un paese di provincia. Si fa colazione in campagna, sull'erba, e c'è lì presso un pozzo d'acqua sorgiva. Il bambino dorme dentro l'amaca tra due alberi. A un certo punto, per vedere un laghetto, ci sbandiamo qua e là. Passano appena dieci minuti, si torna indietro, e non c'è più il bambino! Uno di noi si spinge istintivamente verso il pozzo.... Chi l'ha buttato giù? Chi di noi? Chi di noi sei? Siamo sei! Non c'è scampo! Anche ammesso – cosa impossibile – che il bambino possa essere disceso dalla rete, egli non può materialmente – questo è escluso – aver scavalcato il recinto del pozzo alto due metri. Questa impossibilità stabilisce la certezza del delitto. Chi di noi ha ucciso?
Si erge spettrale, nell'atteggiamento isterico di una folle.
Osvaldo e Gaspare.
Chi?
Barbara.
Io? Mio marito? Gaspare? Lui? Gonzalo? L'amico che abbiamo lasciato a Lisbona? Ci guardiamo con diffidenza, oggi. Si ride, si scherza, si sta insieme. Ma forse ci odiamo. Quel bambino era suo, era mio, era di ciascuno di noi, era di chi l'avrebbe più amato. Forse ognuno di noi sentiva di amarlo più degli altri – tranne uno –. Forse io, che sono maritata da sette anni, e sola e senza bimbi, forse io l'amavo di più! Non si può sopportare che ci sia l'assassino in mezzo a noi. Eppure c'è. C'è! Dottore, i vostri problemi criminali non hanno mai incontrato un caso simile!
Cade a sedere come cosa morta sul divano.
Gaspare e Osvaldo.
Signora Barbara!
La soccorrono.
Dott. Fox.
Non è niente. Non vi spaventate. Tutto è niente. Avrei bisogno di discorrere col marito di questa donna!
Osvaldo.
Ma è quello stesso che....
Dott. Fox.
Ah, già! è vero! Il collezionista di pesci!
A Gaspare.
Venga qui lei.
Gaspare.
Vuole me?
Osvaldo
prende il posto di Gaspare presso Barbara.
Dott. Fox.
Lei! Che posizione.... che parte ha in questa avventura?
Gaspare.
Io sono il socio del marito della signora.... Come a dire il suo braccio destro.... negli affari.
Dott. Fox.
Quali affari?
Gaspare.
Negli affari dei vini di Mendoza, negli affari del mio socio.
Dott. Fox.
E il suo braccio destro è.... discreto?
Gaspare.
In che senso?
Dott. Fox.
Non si spinge fino ad abbracciare.... tutta la società?
Gaspare
freddo.
Per comprendervi chi?
Dott. Fox.
La signora.
Gaspare.
No.
Dott. Fox
osservandolo.
Ho capito. Allora le dirò – con più libertà – che ho il sospetto, ancóra un po' vago, che l'assassina sia lei!
Gaspare
soffocando un grido.
Ah no! Impossibile!
Dott. Fox
soddisfatto.
Caro signore, il suo braccio non è discreto.
Gaspare
con rassegnata tristezza.
Quel che Lei dice non mi riguarda. Nessuna novità, del resto! Uno di noi rimarrà col proprio rimorso. E si spera che il rimorso lo uccida....
Si avvicina al gruppo di Osvaldo e Barbara.
Osvaldo
avanzando perplesso verso il dottore.
Voglio essere interrogato anch'io. Fino ad ora quelli che ci hanno interrogato erano uomini della legge. Ora io sono dinanzi a un medico. Voi mi conoscete fanciullo, e io sono arrivato qui al mio paese. Sto per lasciare i miei compagni. Ebbene, prima di lasciarli... vorrei essere assolto. Io non conosco la vita, e mi pare che il peccato arrivi prima di me sovra ogni cosa a cui io vada incontro....
Gaspare.
Chi può assolverlo?
Barbara.
Nessuno.
Osvaldo.
E allora?
Barbara.
Allora si resta così a guardarci in faccia!
Osvaldo.
Ecco mio padre....
Entra Gonzalo.