Giungono due Portatrici con canestre colme di vivande e coperte da tovaglioli di bucato.
Prima Portatrice.
Questa è la casa di Gonzalo?
La Contadina.
Questa è la casa.
Prima Portatrice
deponendo la canestra, aiutata dalla contadina.
Da parte dei parenti di Atri.
Seconda Portatrice.
E questa da parte dei parenti di Loreto.
La Contadina.
Siete stanche? Volete entrare?
Prima Portatrice.
No. Abbiamo la compagnia.
Seconda Portatrice.
È tardi. Vogliamo tornare a casa.
Prima Portatrice.
E pregare per la buon'anima.
La Contadina
indicando la porta aperta.
È là.
Prima e Seconda Portatrice
fanno un breve inchino con un rapido segno di croce.
Buona notte.
La Contadina.
Buona notte.
Si appresta ad apparecchiare le vivande sulla tavola.
Il Marito
sdraiato sulla poltrona.
Che strano uso! Si muore e i parenti pensano a banchettare.
Cameriere.
È giusto!
Il Marito
squadrandolo.
Eh?
Cameriere.
È giusto. Perchè si suppone che chi è in lutto, almeno nelle prime ore, non abbia l'animo di occuparsi della cucina.
Il Marito.
Sì, ma in questo paese il banchetto funerario da che differisce da un banchetto nuziale?
Cameriere
con enfasi.
Manca la sposa, e c'è una sedia vuota! Ma siete voi ben sicuro che manchi la sposa?
Il Marito.
È giusto.
Cameriere.
Sì, è giusto.
Il Marito.
Dio mio! Dacchè mi sono alzato stamane, sono perseguitato da questa fissazione. Ma che cos'è?
Cameriere.
Che cos'è.... che cosa...?
Il Marito.
È giusto.... non è giusto! Stamane mi vestivo, quando mi sono sorpreso coi pantaloni in aria e la gamba destra che stavo lì lì per infilare. Io ho, quando mi vesto, delle fisime. Sono quarant'anni che infilo la gamba destra prima della sinistra. Perchè? Io non so perchè. Non è già per fare un affronto, o dimostrare una predilezione personale a una gamba piuttosto che all'altra! Vi giuro che mi sono care tutte e due allo stesso modo! Ebbene, stamane io, tormentato dal dubbio se fosse giusto infilare sempre la destra piuttosto che la sinistra, dopo essere rimasto un po' con la gamba destra in aria e poi con la sinistra – non era giusto neanche che infilassi quella – mi sono deciso. E le ho alzate nello stesso tempo tutte e due per infilarle contemporaneamente nei calzoni. Lei indovina il resto.
Cameriere.
Io non indovino niente.
Il Marito
irritato.
Sono scivolato e ho battuto il sedere. E io le domando se questo è giusto.
Cameriere.
Ecco. Quella è l'esagerazione della giustizia. Distinguiamo! L'esagerazione ha sempre una parte immorale. E infatti tu hai battuto proprio quella parte che non vorresti mettere a nudo.
Il Marito.
Sfido io! Che discorsi son questi!
Squadrandolo altezzosamente.
Ma Lei, Lei.... mi faccia il piacere di dirmi chi è.
Cameriere.
Perchè lo vuol sapere?
Il Marito.
Ma scusi! Si siede in mezzo a noi, manifesta il suo parere, mi dà del tu. Chi è?
Cameriere.
Ebbene, signore: io sono il cameriere!
Il Marito.
Ma signore!
Cameriere
enfatico.
E guardi, guardi come la preparazione di questo banchetto è intonata allo spettacolo della stanza appresso. Là giace un uomo che ha avuto la disgrazia di precipitare in un burrone. Tra poco, qua vi sarà della gente che non saprà a lungo parlare a bassa voce, glie l'assicuro. E avrà dell'appetito, signore! Gente che forse si ubriacherà! Non è un banchetto. È un rito.
Il Marito.
Si ubriacherà?
Cameriere.
Certo! E non Le sembra grandioso, ciò nonostante?
Il Marito.
A me sembra una profanazione!
Cameriere.
Macchè! Quando questo paese sarà perfettamente civilizzato, signore, questo rito scomparirà e sarà giudicato selvaggio. Invece osservi com'è bello! Si banchetta in consolazione del morto e si lascia una sedia vuota perchè chi sa gli venga in mente di alzarsi e di fare un'improvvisata!
Il Marito
sussultando.
Ma tutto ciò è lugubre!
Cameriere.
Ma che lugubre! Siamo noi lugubri col nostro spavento! Noi dovremmo considerare la morte come lo stato naturale delle cose mentre la vita è una condizione transitoria. Guardate! Non c'è che una porta aperta tra queste due stanze!
Il Marito.
Io me ne infischio e rimango transitorio.
Cameriere
girandogli intorno.
Vi lodo! Vi lodo! Eppure avete un po' l'aria imbalsamata, signore!
Il Marito
alzandosi.
Io?!
Cameriere
perseguitandolo, quasi suggestionandolo.
Parola d'onore, l'avete! Osservatevi bene. Trac, trac, vi alzate, fate due passi sbilenchi.... annusate il buon odore che viene dalle vivande e pensate: tra poco si pranzerà. Va bene che di là c'è il morto, ma qua c'è l'appetito. E questo servirà a ridarvi la corda, signore. Ecco qua che poi vedete salire sul terrazzo il dottore con la figlia e non vi par vero di volgervi verso di loro per liberarvi di me. E dite loro buongiorno, e fate tutti i vostri saluti....
L'altro infatti saluta e s'inchina.
V'inchinate, poi andrete in giro a mostrare le catene d'oro della vostra considerazione e a ciondolarvi come un pappagallo di Giava quando gli si fa il solletico all'orecchio.... E dire che forse, ricaricato a dovere, riattraverserete l'oceano e non vi verrà neppure in mente di approfittare di una bella notte di luna per precipitarvi giù....
Il Marito.
Io?
Cameriere.
Sì, e andare finalmente a far la conoscenza dei pesci con cui avete contratto una specie di debito.... che voi non pagherete. E tutto ciò è giusto? Addio, buffone!
Sghignazza e se ne va.
Il Marito
al dottor Fox che ha assistito alla fine di questa scena.
Ha detto a Lei?
Dott. Fox.
No. A Lei.
Il Marito.
Ma chi è quell'uomo? Un cameriere? Non credo!
Dott. Fox.
A giudicarlo dalle apparenze è uno che vi ha dato del buffone.
Il Marito.
Vado a raggiungerlo.
Dott. Fox.
Bravo!
Il Marito.
Mi sentirà!
Dott. Fox.
Speriamo!
Il Marito
si avvia burbanzoso e sbilenco mentre i Maghi entrano, invisibili.