SCENA SECONDA.

Terzo Mago

parlando al compagno e accennando al Marito di Barbara.

Come se non si sapesse che si guarderà bene dall'affrontarlo!

Il Marito

si volge di scatto, credendo che queste parole siano state profferite dal Dottor Fox: fa due passi contro di lui, adiratissimo.

Come potete dire questo voi? Che io non sono capace di affrontarlo?

Dott. Fox.

al colmo dello stupore.

Io? Ma se non ho parlato!

Indi alla figlia con pacatezza dottorale.

Follia lucida, automatismo, paranoia semplice....

Si avviano tutti e due verso la porta di destra.

Primo Mago

al compagno, accennando al dottore.

Vi raccomando poi questo psichiatra! Cattedra ambulante della presunzione scientifica....

Dott. Fox.

anche lui si volge di scatto, fa due passi e dice al Marito di Barbara.

Mi fate pietà!

Gira sui tacchi, raggiunge la figlia e via.

Il Marito

stupito a sua volta.

Ma perchè? Eppure, questo dottore ha un aspetto così serio.... Il paese, bisogna convenirne, è strano.

Via.

Terzo Mago.

Ecco come talvolta gli uomini odono delle parole nell'aria pronunziate da esseri invisibili. Siamo noi che diciamo delle sciocchezze. Eppure gli uomini credono di sentire la voce della propria coscienza!

Primo Mago.

In fondo sono carini....

Terzo Mago.

Chi?

Primo Mago.

Gli uomini.

Terzo Mago.

Per Bacco! Se rinasco mi faccio uomo.

Primo Mago.

Altro che portare in giro i nostri valori avariati! Basta! Basta! I valori cambiano e noi siamo gli stessi. Ecco il male. E guarda il nostro fratello della Giustizia, che cosa ha combinato!

Accenna alla porta di destra.

Terzo Mago.

Una tragedia inutile.

Primo Mago

stizzito.

Con la caparbietà curialesca di mille pretori urbani uniti insieme, ha gettato sopra un piatto della bilancia i suoi pesi astratti che gli hanno dato in consegna tremila anni fa!

Terzo Mago.

E sull'altro piatto naturalmente s'è messo a giacere un cadavere.

Accenna alla porta.

Primo Mago

con comica preoccupazione.

E pensare che la sua giornata non è finita! Non è ancora mezzanotte! Ho paura che questo banchetto finirà male.

Terzo Mago.

Poi, naturalmente, chi deve rimediare sono io.

Primo Mago

con ammirazione gioiosa.

Poeta! Tu che sei poeta, e sei un mago, mi sai dire dove mai gli uomini potrebbero trovare la felicità?

Terzo Mago

sorridendo con leggera ironia.

Vuoi proprio saperlo?

Primo Mago

vivamente, c. s.

Sì! Sì! Pensa se gli uomini in questo momento ti potessero udire! Saprebbero finalmente come regolarsi! Avanti, presto!

Terzo Mago.

Ascolta: immagina tante stazioni, una dietro l'altra.... un'infinità di stazioni....

Primo Mago.

Sì.

Terzo Mago.

Ebbene, il treno arriva. Qualcuno grida il nome della stazione, la gente si precipita.... niente. La felicità è nella stazione appresso.... Ed ecco il treno riparte e giunge all'altra, sbuffando.... e tu dal finestrino chiedi ansioso al berretto gallonato che custodisce gli spiragli e sa tutto: “Scusi, signor custode degli spiragli, che stazione è questa?...” Mettiamo che ti risponda, non so.... Castelfiorito.... E tu deluso ti ritiri dallo spiraglio. E il treno riparte, e così di séguito.... la felicità è sempre nella stazione appresso.

Primo Mago

allargando le braccia.

Mah!

Terzo Mago.

Vedi bene che se gli uomini mi avessero udito, ne saprebbero come prima.

Primo Mago.

Andiamo via. Allontaniamoci dal dominio della Giustizia. Potrebbe – chi sa mai – avvenire una tragedia tra di noi!

Terzo Mago.

Quale?

Primo Mago.

Che la Poesia accoppasse la Verità.

Terzo Mago

ridendo.

Ecco, quella sì che sarebbe Giustizia!

Via.

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