CLXX

Ai medesimi

Magnifici ac potentes domini mei observandissimi. A questi giorni ho ricepute due di V. S., una delli 8, l'altra de' 12 del presente, per le quali mi avvisano li mali deportamenti che fanno quelli di Valico di [276] sotto alti suoi di Coreglia e di Motrone; il che mi è dispiaciuto sommamente: ma non mi meraviglio di quelli di Valico, perchè alli giorni passati hanno avuto ardire di volere mettere mano alli nostri balestrieri che erano andati là per fare certe esecuzioni. Sono certo che il mio Signore ne farà dimostrazione verso loro, come già m'ha scritto sua Eccellenza: ho mandato a chiamare quelli tali che V. S. mi mandorno nominati in una sua lista, quali oggi hanno mandato qui a me due suoi incaricati, per intendere la causa perchè io li chiamo: ho detto loro che io voglio che comparischino personalmente: comparendo o no, procurerò contra di loro a quanto vorrà la giustizia, nè mancherò di fare tutto quello potrò, se aranno fallito, di punirli, come sono obbligato per le V. S. e per la ragione. Circa quanto V. S. mi scrivono di Belgrado, arìa grandissimo piacere fusse relassato di prigione, e che V. S. pigliasseno da lui la sicurtà conveniente al grado suo di vicinare bene con li suoi sudditi, che io ci veggio male ordine che lui trovi sicurtà di 400 o 500 ducati, ma sì bene una sicurtà onesta, e così lo recomando alle S. V.: alle quali mi raccomando.

Ex Castronovo Carfagnane, die 14 maii 1525.

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