CLXXI

Ai medesimi

Magnifici ac potentes domini mei observandissimi. È stato qui da me uno Bernardo Guassello da Castiglioni, [277] suddito di V. S., e dice, che mandando alli dì passati una soma di capretti a Lucca suso un asino, quale aveva tolto in presto da una vedova da Ponticosi, li fu levato da certi di Aquilea, allegando che lo asino è loro; e parmi che costì in vescovato sia stato giudicato l'asino essere di quelli di Aquilea; adesso dice la causa essere davanti le S. V.: e perchè io ho parlato con quelle due prove da Ponticosi, e anco con delli altri, che la verità è, che l'asino è quello di quella vedova, e che lei glielo prestò, e che già sono 3 anni che lei il comprò, prego le S. V. che, se bene costui non ha indotto tante prove come li suoi avversarii, e questo per la incomodità e spese, che quelle si voglino aderire alli più degni, perchè questi dei Ponticosi sono uomini da bene e uomini che non diriano questo, se non fusse la verità; e che perciò non permettino sia fatto torto a questo suo, come sono certo faranno: alla buona grazia delle quali mi raccomando.

Ex Castelnovo Carfagnane, die 24 maii 1525.

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