CLXXXII

A Giovan Giacomo Calandra

Mag.co mess. Giovan Jacomo mio onor.mo Io mando per l'apportator della lettera di Vostra Signoria quattro commedie, cioè tutte quelle che mi trovo mai aver fatte. Quella sarà contenta di donarle da mia parte all'Ill.o sig. Duca. S'io ne finirò un'altra che già molt'anni cominciai, e, menatala un pezzo innanzi, per altre occupazioni la messi da parte, io ne farò copia a Sua Eccell.a Adesso io sono così [291] occupato per mettere un'altra volta il mio Furioso a stampa con alquanto di addizion, che non posso attender ad altro. E se in queste commedie troverete qualche errore circa l'osservazion della lingua, scusatemi, chè ancora ch'io li abbia veduti non ho avuto tempo di correggerli. Oltre quello ch'io ne scrivo al sig. Duca, Vostra Signoria lo pregherà da mia parte, che, per inavvertenza di chi avrà le commedie nelle mani, non si lascino sicchè vadano a stampa, come sono andate delle altre volte con mio gran dispiacere: e a Vostra Signoria mi offro e raccomando.

Ferrariae, XVIII martii MDXXXII.

Di Vostra Signoria

Ludovico Ariosto.

Fuori - Al molto mag. co mess. Giovati Jacomo Calandra maggior mio onorand. mo

Mantova.

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