A Messer Bonaventura Pistofilo
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Questo Coiaio, del quale ho scritto, sta pur in questa terra e si lascia vedere, e dubito che domani [201] che è il giorno del mercato si farà vedere su la piazza. Io non posso pensare che questa presunzione venga da altro che sia qualche trama, che se li balestrieri si movano per ire a pigliarlo, di far lor danno e vergogna, e dar forse principio a qualche ordine già tramato con Barghesani. In fin ch'io non ho avviso da voi, son per serrar gli occhi, chè credendo di far bene, non vorrei far male. Quando il Sig. nostro avesse buona intelligenza col papa novo e con Fiorentini, e non dubitassi di cose nove, saria di far di due effetti uno: o mandar qui fin a XXV fanti, o scrivermi ch'io comandassi Bastiano suo zio e tutti li Coiai, cioè Nicolao, Bartolomeo e Fantino e Bernardino tutti fratelli di Franceschino, dinanzi a Sua Ecc., sotto quella pena che gli paresse, perchè in casa loro si riduce e si è ridotto altre volte. Le alligate mandavo per uno da Molazzana, ma è ritornato indrieto con le lettere, perchè dice tra via avere inteso che 'l Sig. nostro si è partito da Reggio e va verso Milano. Per questo io mando questo messo a posta che vi venga a ritrovar dove voi siate. A V. Magn. e a Mess. Obizzo ed alli amici mi raccomando.
Castelnovi, 26 novembris 1523. Lud. Ariostus.
Scrivendo il Sig. ch'io comandi costoro a Ferrara, vi prego facciate che non paia a mia instanza, ma sì bene ch'io abbia avvisato che questo Franceschino sia stato qui.
Fuori - Al Magn. o mio hon. o Mess. Bonaventura Pistofilo ducale Secretario ecc.
[202]