Ai medesimi
Magnifici ac potentes domini mei observandissimi. Lo esibitore di questa è un povero uomo, il quale fu condotto da uno lombardo ad andare a caricare certe castagne che erano a Massa, qui di mia giurisdizione, per portarle in Lombardia; ed esso povero uomo avendo tolti li asini in presto, e credendo che colui che lo aveva condotto avesse licenza, lo andò a servire; e quando fu su quello di Castiglione, li fu dalla famiglia del vicario tolto li asini e le some; e avendo allora dato sicurtà di rapresentare detta roba, li furono restituiti li asini. Ora la sicurtade è astretta a rapresentare li asini, come esso più diffusamente conterà il caso suo, del quale il vicario [207] di Castiglione è benissimo informato, e mostra di averli compassione non meno di me; pur si recusa chè quello che esso ha fatto non può tornare in drieto senza grazia di V. S. Io raccomando sommamente questo poveretto a V. S., il quale non ha al mondo cosa che sia sua, se non grave famiglia, alla quale, affaticandosi e stentando, fa le spese al meglio che può: e da una parte li è minacciato da colui di chi sono li asini; e dall'altra, dal lombardo di chi erano le castagne, che è uomo di pessima sorte. Prego V. S. che per clemenza e pietà, e attento la innocenza e povertà di costui, e appresso per mio amore, sian contente di farli restituire tutto quello che li è stato tolto, offerendomi anch'io, quando troverò alcuni delli suoi sudditi in simile fallo, d'averli per amore di V. S. misericordia: in buona grazia delle quali mi raccomando.
Castelnovi, 12 ianuarii 1524.