CXXIV

Al duca di Ferrara

Ill. ed Ecc. Signor mio. Ho visto quanto V. Ecc. mi commette circa la lettera per la quale a' dì passati [208] ella m'avea dato autorità di poter far accordi e composizioni, acciò che questi sudditi fuggissino li dispendi della giustizia, e che s'io l'ho fatta registrare ch'io la cancelli... Se V. Ecc. ha volontà che questa lettera si cancelli di su il registro, lo può ottenere, non già con mio biasimo, ma più presto con mio onore, e cioè differendosi a far tal cancellazione finchè io esca di officio. Frattanto io non m'interporrò in alcuna cosa sicchè il Capitano si lamenti ch'io gli turbi il suo guadagno: poi alla mia partita, rivocando una tal lettera, non si farà carico ad alcuno, anzi io ne guadagnerò qualche onore, mostrando che quella abbia avuto in me quella fede che poi non vorrà avere ne gli altri: e perchè V. Ecc. non creda che questo abbia ad essere lungo tempo, si ricordi che a' sette giorni di febbraio prossimo saranno compiuti due anni ch'io sono in questo officio, il quale volentieri muterei [209] in un altro dove io fossi più vicino a quella, quando con sua bona grazia io potessi farlo; come sarebbe il Commissariato di Romagna, che per qualche pratica ch'io ho pur imparata qui in Grafagnana mi darìa a sperare di far meglio quello officio ch'io non ho saputo far questo; ed in buona grazia di V. Ecc. mi raccomando sempre.

Castelnovi, XII jan. 1524.

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