XIV

Ad Alfonso d'Este duca di Ferrara

Illustrissimo signor mio. Or ora, che son XIX ore, son giunto in Fiorenza; e ho trovato che questa mattina il duca d'Urbino è morto. Per la qual cosa sono assai in dubbio di quello che ho a fare; perchè andar a condolermi de la morte della duchessa, non so con chi; massimamente che mi par che la morte del duca importi tanto, ch'abbia fatto scordare il dolore della duchessa. Finalmente mi risolvo di aspettare nôva commissione da Vostra Eccellenza, ed in questo mezzo starmi nascoso con messer Pietro Antonio, acciò parendo ch'io mi condoglia col cardinal de' Medici o con quel de' Rossi, de' quali l'uno o l'altro s'aspetta oggi o domattina, io possa far l'uno e l'altro officio. E anco quando a Vostra Eccellenza paresse ch'io facessi solo quello per il che fui mandato, io potrò dire com'ero venuto per dolermi della morte della duchessa; ma avendo veduto questo nôvo caso, mi son restato, per non essere importuno. Sicchè Vostra Eccellenza mi avvisi quanto ho a fare: e s'anco io fallo a non far quello che mi è stato commesso, [30] quella mi perdoni; c'ho fatto per far bene. Ed in grazia di Vostra Signoria illustrissima mi raccomando.

Florentiae, 4 maii (1519).

Humilis. serv.,

Lud. Ariostus.

Fuori - Illustriss. et Excellentiss. Dom., D. meo singulariss. Duci Ferrariae.

Ferr. cito cito.

Share on Twitter Share on Facebook