Al medesimo
Illustrissimo ed eccellentissimo Signor mio. Perchè credo che V. Ecc. amava assai messer Rinaldo mio cugino e fratello, e grande servitor suo, mi parrìa di commetter gran fallo a non dar avviso che oggi a nove ore è passato di questa vita, ed in quattro dì si è spacciato, dopo che era tornato dalli bagni di Caldera. Tutti noi suoi amici e parenti ha lasciato di mala voglia, ma sopra tutti Madonna Contarina sua moglie; la quale, ancor che sia molto tribolata e in tanta agonìa che io dubito che non gli môra appresso, pur non si è scordata di pregarmi che io ne dia avviso a V. Ecc., che crede che sarà partecipe del suo dolore. Alla quale meco insieme bacia le mani, e in buona sua grazia si raccomanda.
Di V. Ecc.
Da Ferrara, 7 luglio 1519.
Devotissimo servitore,
Ludovico Ariosto