XXXVIII

Agli Anziani della Repubblica di Lucca

Magnifici ac potentes domini mihi observandissimi. Ancora che pochi dì siano ch'io scrivessi a V. S. del medesimo tenore, e ch'io abbi ritrovato quelle prontissime a compiacermi di quanto io l'ho pregate; pure avendo di nuovo circa questa materia avuto lettere e nuova commissione dallo illustrissimo mio signore, mi è parso di replicare con questa altra, e fare loro intendere, come sua Eccellenza per quiete di questa provincia desidera che fra V. S. e sua Eccellenza sia rinnovata quella consuetudine e patto, ch'io intendo che altre volte ci soleva essere: che li banniti di questa provincia per alcuno caso enorme, come rebelli ovvero assassini ovvero omicidiali volontarii, non possano essere securi nel dominio di V. S., et e converso; e che capitando alcuni di tali banditi da V. S. in questa ducale provincia, il Commissario qui sia obbligato a dare ogni favore a chi li domanderà per parte di V. S., perchè li abbi nelle mani, et e converso: pertanto io supplico V. S. che siano contente di compiacere in questa onesta domanda il mio signore, e scriverne una lettera nel miglior modo che paia a quelle, la quale io abbia a fare registrare nelli Statuti di questo loco; e io farò il medesimo o per mie lettere, ovvero ch'io ne farò venire una ducale come più piacerà a V. S.; in buona grazia delle quali mi raccomando sempre.

Castelnovi, 9 octobris 1522.

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