XXXVII

Al medesimo

Mag.co Mess. Opizo mio onor. - Bastiano presente esibitore viene per supplicare al Signore nostro in suo nome e forse anco per suo zio Leone, ambidui da Gragnanella, che voglia lor rimettere la condennazione nella quale sono incorsi per aver feriti l'un l'altro, e son quelli a punto di che V.a Mag.za mi scrisse addì passati che la intenzione del Signore nostro era di non far loro altra grazia più di quella ch'avevan per li Statuti. Pur perchè son poveromini e me n'hanno pregato, io li raccomando a V.a Mag.za che faccia il Signore star contento delle 35 lire c'ha pagato ciascun di loro. Gli è vero che l'ordine era che non avessino ad uscire di prigione finchè non avessino satisfatto a tutta la somma; pur a' preghi di molti uomini da bene son stato contento di far lor termine del resto de la metade per tutto questo mese e dell'altra metade per tutto novembre; ma ben ho assicurato la Camera che al tempo debito sarà pagata. Or, come dico, Sebastiano viene per impetrar grazia, e così io lo raccomando a V.a Mag.za, facendoli fede che paga mal volentieri; e a V.a Mag.za mi raccomando.

Appresso, io scrissi addì passati come un Balduccio da Carreggini imputato di aver morto un Togno che stava alla Isola Santa si era venuto sponte a porre in prigione del Capitano di Camporeggiano, [64] ma che subito, cioè l'altro dì che 'l detto Balduccio si era posto in prigione, il detto Capitano si era partito dall'ufficio con la licenza alla usanza delle Suore da Genova, e ito un poco a spasso a casa sua in Lunigiana: e per questo e perchè non stavo sicuro che costui, con speranza di purgare li indizi con poca lavatura si fusse d'accordo andato a porre in prigione, avevo disegnato di mandare a torre questo prigione e di tenerlo qui a Castelnovo acciò che non si esaminasse senza me; ieri, essendomi per altre faccende accaduto andare a Camporeggiano, avevo pensato di menarlo meco in qua, e tanto più me ne venne voglia quando vidi in che modo era tenuto, però che va libero per la rôcca e senza guardia, e a lui sta l'andare e il stare. [65] Pur a' prieghi di Ser Constantino, il quale è il notaro di quel loco, fui contento di non far questa ingiuria al Capitano, ma ben comandai al cavalliero del Capitano che lo ha in guardia, ed anco al notaro, che lo dovessino tenere in prigione e con li ferri alli piedi, e che anche quando accadesse che purgasse li indizi, non lo lasciasseno senza mia commissione. La parte offesa ha fatto gran querela a me che costui sia tenuto così largamente e vorria ogni modo ch'io pigliassi questa causa in me, e credo che supplicherà. Io non mi curerei già di questo impaccio perchè ci son mal atto, ma non sería male che alla cognizione di questo s'accompagnasse il Capitano di Castelnovo con quell'altro di Camporeggiano, acciò che una volta s'incominciasse [66] in questo paese a punire li malfattori, che per l'impunitade c'hanno avuto pel tempo passato e pel poco braccio che li officiali han qui, moltiplican di sorte che non è sicuro il paese in alcun lato. Ma la Vicarìa di Camporeggiano sta molto peggio, che di poi ch'io son tornato da Ferrara è stato morto uno a San Romano, un altro in un altro loco pur di quella Vicarìa è stato preso da quel Ginese (che anche amazzò il conte di San Donino) e legato ad un arbore nudo, e poi che l'ha avuto legato gli ha dato sedici ferite: e tutta la notte quel pover uomo è stato legato nella selva, nè fin al giorno a grande ora ritrovato, e pur ancora è vivo. Quelli ribaldi da Ponteccio stanno tuttavia a casa e ancora hanno ardimento di mandare a domandarmi accordo, e per l'uno di essi, cioè Bernardello, è venuto Simon Contardo e mi ha offerto che quando io gli perdoni, che darà sicurtà di trecento ducati di non fare dispiacere ad uomo del mondo e di vivere costumatamente e di pagare tutto quello che ha tolto dalli castronari di Domenico di Amorotto, e sopra questo di donare a me, o voglia un muletto o voglia X ducati d'oro. Similmente è venuto un altro da parte di Bertragnetto e mi ha fatto la medesima offerta, ed anco lui, per la sua parte, di donarmi altri X ducati; poi ieri, ch'io fui a Camporeggiano, gli Otto di quella Vicarìa mi pregarno del medesimo per tutti quelli assassini che darebbono securtade di 300 ducati di vivere d'uomini da bene. Io ho mostrato di dar loro qualche speranza, e questo perchè mi proponevano [67] che s'io volevo far loro un salvo condotto che mi venisseno a parlare, mi farebbono intendere che il torre de li denari a quelli Lombardi, che poi restituiro, e il torre di prossimo questi castroni era stato lor fatto fare sotto fede che ne farebbono piacere al Signore nostro, e che parlandomi mi direbbono chi fusse stato quelli che a ciò li avesse persuasi. Io non ho voluto a patto ignuno che mi vengano a parlare, nè far loro alcun salvo condotto, ma ho lor fatto dire che mi scrivano tutto questo che mi voglion dire a bocca, e così son rimaso con loro. Gli ho usato anco un poco di mansuetudine, perchè ho pratica con alcuni uomini da bene da Sillano, che assicurandoli un poco sperano di darmeli ne le mani. Questi altri dal Silico che amazzaron Ser Ferdiano stanno tuttavia al Silico e a Cesarana. Io non cesso di pensare e di fantasticare come senza spesa del Signore nostro io possa accrescere le mie forze per far che almeno questi ribaldi abbian paura di me. E per questo ieri fui a Camporeggiano dove avevo commesso che fusson chiamati gli Otto di quella Vicarìa; ma per essere andato il mio comandamento tardi, non ne potei avere se non quattro. A questi feci intendere come a' dì passati ch'ero stato a Ferrara avevo avuto lungo parlamento con l'Ecc.a del Signore circa li delitti ch'ogni dì si commettevano in la lor Vicarìa, e che Sua Ecc.a volea provederli ogni modo, e che stava in pensiero di mandare un'altra volta il suplemento fin alli 25 balestrieri, e che voleva più presto che essa Vicarìa si dolesse di pagare questi [68] balestrieri, che fusse lasciata a questo modo in preda alli assassini e ribaldi; ma che da l'altra parte avendo pietà alla povertà sua, era stato perplesso assai: ultimamente aveva eletto questo espediente, che la Vicarìa di Camporeggiano eleggesse cinquanta uomini sotto dui caporali, e quella di Castelnovo cinquant'altri sotto dui altri caporali, e questi fussino obligati, o tutti o parte secondo li bisogni, ad ogni richiesta del Commissario venire armati e insieme con li balestrieri andare a fare le esecuzioni che serian lor commesse, ed ogni volta che fusseno messi in opera, ogni Vicarìa fusse obligata a pagare li suoi a sei bolognini per fante il giorno, chè questa serìa poca spesa alla Vicarìa: e pigliandosi questo ordine non accaderà che 'l Signore mandi qui altri balestrieri. Alli quattro Otto che qui si trovaro piacque questo modo, e dissero che era poca spesa e per riuscire loro in grande utile, ma che volevano termine a rispondermi finchè avessino parlato col resto degli Otto e che speravano che a questo tutti seriano di una volontade. Io ho voluto di questo avvisare V.a Mag.za acciò che accadendo che qualcuno di questi venisse a Ferrara e ne parlassi, io non paressi bugiardo. Con quest'altra Vicarìa di Castelnovo credo facilmente di ottener questo ordine, il quale succedendo come spiero, non credo che li banditi si fermino troppo in questa provincia.

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Pierino Magnano oggi son 12 giorni che con mie lettere si partì da Castelnovo, e mi disse che voleva venire ad ubbidire il Signore. Se sia a questa ora giunto o no, V. Magn. lo può sapere meglio di me. A me è detto (ma non so se ben lo debbia credere, perchè la persona che me l'ha detto non è troppo sua amica), che dopo che si partì di qui è stato alcuni dì ascoso con alcuni banditi nel campanile di Villa, terra qui vicina, e che poi è ito a Pistoia. A Bastiano Coiaio ho fatto un altro comandamento, e assegnatoli un termine che mi è parso conveniente di appresentarsi dinanzi al Signore. Esso sta pur con speranza, che, prima che 'l termine finisca, il Sig. abbia da revocare questa commissione. Come ho detto, ieri fui a Camporeggiano, e quelli uomini si maravigliano che 'l Sig. non manda un Capitano nuovo, o non conferma questo che sin qui ci è stato, perchè il suo termine finì a San Michele. Il Capitanato di Camporeggiano è molto migliore di questo di Castelnovo, e ora che le cose sono pacifiche, credo ch'ogni uomo da bene ci verria volentieri. Altro non m'occorre al presente. A V. Magn. mi raccomando.

Castelnovi, 5 octob. 1522.

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