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che rami e ceppi e tronchi e sassi e zolle

non cessò di gittar ne le bell'onde,

fin che da sommo ad imo sì turbolle

che non furo mai più chiare né monde.

E stanco al fin, e al fin di sudor molle,

poi che la lena vinta non risponde

allo sdegno, al grave odio, all'ardente ira,

cade sul prato, e verso il ciel sospira.

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