I costumi che accompagnano le ricchezze per essere in conspetto d'ognuno, da tutti si possono facilmente conoscere; perciocchè sono superchievoli e superbi, contraendo un certo che di vizio dalla possessione delle ricchezze, che avendo queste si presumono d'esser tali, come se tenessero d'aver con esse tutti gli altri beni; e questo perchè le ricchezze sono come un'equivalente al valor dell'altre cose; onde par loro che tutte si possano comprar con esse. Sono delicati e boriosi; delicati, parte perchè così sono veramente, e parte perchè vogliono mostrar d'esser felici. Boriosi e sazievoli nelle loro ostentazioni; perciocchè è solito d'ognuno di compiacersi, e di star sempre in sul dimostrarsi intorno a quelle cose che sono amate ed ammirate da loro; ed anco perchè si pensano che gli altri sian vaghi di quel che sono essi. Oltre che non senza ragione son così condizionati; perchè molti sono quelli che hanno bisogno dell'aver loro. Donde venne quel detto di Simonide dei sapienti e de' ricchi. Il quale, domandato dalla moglie di Jerone qual di due fosse meglio diventare, o ricco, o sapiente. Ricco, rispose: perchè io veggo (diss'egli) che i sapienti s'aggirano intorno alle porte de' ricchi. Sono ancora così fatti, come quelli che si reputano degni di signoreggiare, e questo perchè si credono d'aver quel che li faccia degni di signoria; e per ridur tutto in un capo, i costumi de' ricchi sono di pazzo e di fortunato insieme. Ma diversi sono quelli degli arricchiti di nuovo, da quelli de' ricchi per antico, per esser ne' nuovi maggiormente tutte le cattive parti, e peggiori che negli altri. Perciocchè l'esser nuovamente ricco, è come avere una ricchezza salvatica. Fanno ingiuria non per malignità, ma o per soperchiería, o per incontinenza, come nel menar delle mani e nell'adulterare.