L'IMMAGINE ancor essa è metafora, per esser poca differenza tra l'una, e l'altra; perciocchè dicendosi Achille gli s'avventava come un lione, è immagine; e dicendosi il lione gli si avventava (intendendosi d'Achille) è metafora; che per esser la fortezza comune all'uno e all'altro, si poteva bene Achille per metafora chiamar lione. Questa figura della immagine è utile ancora alla prosa, ma si deve usar di rado, per esser poetica. L'uso d'essa è quel medesimo che delle metafore; perciocchè le metafore sono differenti in quel che s'è detto. L'esempio sarà come quella d'Androzio contra Idrieo, il qual disse che Idrieo era simile al cane quando è sciolto dalla catena che morde ciò che gli viene innanzi, perciocchè ancor esso uscito di prigione voleva briga con ognuno. E quella di Teodamante, il qual diceva che Archidamo somigliava un Euxeno che non sapesse geometria; e questa ancora va secondo la proporzione, perciocchè Euxeno era medesimamente come un'Archidamo che avesse geometria. E quella di Platone nella Polizia, dove disse che coloro i quali spogliavano i morti, erano come i cani che mordono i sassi senza toccar quelli che li traggono; e quell'altra che assimiglia il popolo a un nocchiero che sia gagliardo, ma che abbia del sordo e del goffo. E quella che si dice contra i versi de' poeti, che sono simili a certi giovinetti, che su il vigor dell'età loro pajono belli senza aver parte alcuna di bellezza; perciocchè quelli, passato che sia il primo fiore, e questi sciolti che sieno da quel loro numero, non pajono più dessi; e quella di Pericle contra i Samj, che gli assomigliava ai fanciulli, i quali pigliano il pane e piangono. Il medesimo assomigliò i Boezj all'elci, che così come esse urtandosi fra lor medesime si fracassano, così i Boezj combattendo, essi stessi si consumavano. E Demostene disse, che il popolo avea somiglianza di coloro ai quali il navigar muove nausea; e Democrate diceva che gli oratori eran fatti come quelle balie, che si magnano la pappa per loro, ed ai bambini danno da succiar la sciliva. Ed Antistene assimigliava Cefisodoto detto il sottile all'incenso, il quale ne conforta col consumarsi. E tutti questi esempi possono servire così per immagini, come per metafore. Onde che le medesime cose che tornano bene in metafora, saranno buone per immagini. Perciocchè le immagini non sono altro che metafore che hanno bisogno di qualche parola di più. E la metafora che vien dalla proporzione bisogna che sempre si risponda dall'una parte e dall'altra; e con cose che siano sotto un medesimo genere. Come dicendosi, che la tazza è lo scudo di Bacco, si converrebbe anco a dire, che lo scudo è la tazza di Marte. E queste sono le cose, delle quali si compone la orazione.