CAPO II.

La scienza dell'Ente è una

QUEST. III. - Gli enti sostanziali sono oggetti, di scienze affini ed ordinate tra loro.

QUEST. IV - La scienza dell'ente è scienza anche e dei contrarii dell'ente e dell ' uno

1. - L'ente, davvero, si dice di più maniere: ma [p. 100 A. 33.] per relazione a qualcosa d'uno e ad una natura, e non equivocamente: appunto come il sano ha sempre relazione alla sanità, sia in quanto la conserva, sia in quanto la produce, sia in quanto n'è segno, [B.] sia in quanto la riceve. Ed il medico alla medicina: di fatto, si dice medico sia a chi abbia la scienza, sia a chi ci sia adatto, sia ad un effetto della medicina. E si troverebbero altri esempi di simile uso. Ora, l' ente s'usa per l'appunto così, in molti sensi, vo' dire, ma tutti in relazione ad un principio: certe cose, di fatti, si dicono enti, perchè essenze; certe, perchè affezioni d'essenza; certe, perchè avviamento all'essenza, o corruzioni o privazioni o qualità o fattive o generative d'essenza o d'entità nominate per relazione ad essenza o negazione di qualcuna di queste o d'essenza : per il che anche il non-ente diciamo che sia ente.

2. - Ora, siccome il sano, in tutti i suoi sensi, è oggetto d'una scienza, così avrà luogo il medesimo d'ogni simil cosa. Giacchè non pure quelle cose, la cui identità di nome deriva dalla conformità della nozione , ma quelle ancora nelle quali deriva dal riferirsi a una sola nozione vanno studiate da una sola scienza: perchè anche queste, sotto un aspetto, hanno il nome dalla conformità della nozione. È adunque chiaro, che gli enti in quanto enti, vanno studiati da una sola scienza.

3. - Se non che, sempre, la scienza è principalmente d'un primo, di qualcosa e da cui stia sospeso, e per cui si denomini il resto. Ora, se codesto primo è l'essenza, dell'essenze appunto dovrebbe il filosofo possedere i principii e le cause.

4. - Se non che d'ogni genere unico è una la sensazione e una la scienza: la grammatica, per esempio, una com'è, studia tutte le voci . Perciò ad una scienza unica di genere spetta di studiare quante ci sono specie dell'ente e alle specie di quella le specie di questo. (B).

5. - Ora, se l'uno e l'ente sono il medesimo e tutt'uno, però in quanto all'implicarsi l'un l'altro, come fanno principio e causa , non già in quanto all'intendersi con una nozione unica : e non rileva punto qui, se la si tiene per unica, anzi farebbe più a proposito. Giacchè uomo uno ed uomo ente ed uomo valgono il medesimo, e a dire l' uomo è uno è appunto come se con una duplicazione nella frase, si dicesse l'uomo è uomo. (C) . Egli è chiaro che sia che si generi, sia che si corrompa, l'uomo non si separa mai dall'uomo, e neppur l'uno, del pari . Di maniera ch'è manifesto, che l'aggiungere l' uno all'ente, non cangia il senso, e l'uno non indica qualcos'altro al di là dell'ente. Di più l'essenza di ciascuna cosa è uno non per accidente; ma per sè, appunto come l'è un ente. Di maniera che quante ci è specie dell'uno altrettante ce n'è dell'ente: il che delle quali, del medesimo, vo' dire, del dissimile, di altri tali concetti e de' loro opposti (D) va studiato da una scienza unica di genere. E di certo, tutti i contrarii si riducono a codesto principio : dottrina, che ci basti d'aver [1004. A.] trattata nella scelta de' contrarii .

6. - E tante sono le parti della filosofia, quante le essenze, di guisa che tra loro dev'essere quale primaria e quale secondaria. Giacchè l'ente e l'uno si partiscono a un tratto in generi : e perciò le scienze si conformano a codesti generi. Il filosofo, in effetti, è come il matematico; la matematica ha parti anch'essa, e tra le scienze matematiche quale è prima, quale seconda, è così via via. .

7. - Poichè appartiene ad una unica scienza di studiare gli opposti e all' uno si oppone la moltitudine, e la negazione e la privazione vanno studiate da una scienza sola, perchè con ambedue loro si studia sempre quell'uno a cui la negazione o la privazione si riferiscono: giacchè o si dice assolutamente, ch'egli non sia, o che non sia in un genere; nel primo caso oltre al contenuto nella negazione, non ci è altro che la negativa; la negazione, in effetto, vale l'essenza di quel contenuto: nella privazione invece ci è ancora un qualcosa di soggiacente, a cui s'applica la privazione. . All' uno, adunque, si oppone la moltitudine ; di modo che anche gli opposti di quei concetti sunominati, il diverso e il dissimile e il disuguale , e quanti altri si conformano sia a questi sia alla moltitudine e all' uno , vanno conosciuti dalla scienza il discorso (E). Fra' quali c'è la contrarietà, giacchè la contrarietà è una differenza e la differenza una diversità. .

8. - Di maniera che poichè l'uno s'intende in più modi, anche questi accidenti s'intenderanno in più modi, e saranno non pertanto conosciuti tutti dalla stessa scienza, giacchè non basta questa moltiplicità di modi, perchè si richiedano diverse scienze: ma bisognerebbe che i concetti di codesti varii modi non avessero nè conformità nè relazione tra loro . Invece, questi si riferiscono tutti a un concetto primario, e siccome quante cose si dicono une si riferiscono a un primario uno, così si deve dire che sia del medesimo, del diverso e degli altri contrarii; cosicchè, distinto in quanti modi ciascuno si dice, si deve in ogni predicazione render ragione, quale relazione abbia col modo primario . Si diranno, in effetti, ovvero perchè lo producono, ovvero per altri simili rispetti . È adunque manifesto (F) c he spetta ad una sola scienza di tener discorso di codesti concetti e dell'essenza (gli era uno de' dubbii ): e che appartiene al filosofo di poter studiare tutto questo.

9. - Che se non appartiene al filosofo, chi mai esaminerà, [B.] se Socrate e Socrate seduto siano tutt'uno , e se ciascun contrario ha un contrario, o cosa sia il contrario e in quanti modi di casi ? E lo stesso di altre tali quistioni.

10. - Poichè adunque codesti contrarii sono affezioni per sè dell'uno in quanto uno e dell'ente in quanto ente, e non in quanto numeri o linee o fuoco, gli è chiaro che appartiene a quella scienza di conoscere e cosa siano e quali proprietà abbiano.

11. - E quelli che ne fanno lo studio, non sbagliano già perchè escano di filosofia: ma perchè è anteriore l'essenza, della quale non intendono nulla. Giacchè, siccome ci sono proprie affezioni del numero in quanto numero, la disparità per esempio, e la parità, la proporzione e l'uguaglianza, l'eccesso e il difetto; e le si trovano nei numeri, così considerati di per sè, come nel rispetto dell'un coll'altro; e ce ne sono, del pari, altre proprie e al solido e all'immobile e al mobile ponderabile o imponderabile: così appunto ce ne sono di proprie all'ente in quanto ente, e le son quelle delle quali il filosofo ha a considerare il vero.

12. - Un indizio. I dialettici ed i sofisti vestono lo stesso abito del filosofo: la sofistica, in effetto, è una filosofia solo apparente, e i dialettici discorrono di tutte le cose; e comune a tutte è l'ente. Ora, costoro trattano di codesti accidenti, di sicuro, perchè son proprii della filosofia. Giacchè la sofistica e la dialettica s'aggirano intorno allo stesso genere della filosofia: la quale però differisce da quella per l'uso della facoltà , da questa per il proposito della vita . La dialettica tasta dove la filosofia conosce: la sofistica ha un'apparenza, ma non è punto.

13. - Oltre di che, una delle serie dei coelementi contrarii è privazione : e si riducon tutti all'ente e non ente, all'uno e moltitudine: la quiete, per esempio, all'uno: il movimento alla moltitudine.

14. - E che gli enti e l'essenza constino di contrari, l'acconsentono tutti. Tutti almeno hanno contrarii i principii. Chi il pari e dispari ; chi il caldo e freddo : chi il fine e l'infinito : chi l'amicizia e la discordia .

15. - E questi contrarii e tutti gli altri si vede che [1005. A.] si riducono all' uno e moltitudine : e la riduzione ci si dia per fatta . I principii, di certo, e soprattutto quegli assegnati dagli altri ricadono in que' due, come in generi. Anche da ciò, adunque, si ritrae chiaramente, che appartiene ad una sola scienza di studiare l'ente in quanto ente. Perchè tutti gli enti o son contrarii o da contrarii, e principii de' contrarii son l' uno e moltitudine. Ora, questi appartengono ad una scienza unica, sia che abbiano un solo, sia che più significati, come forse è il vero. In effetto, si dica pure l'uno in più modi: ce ne sarà pure uno primario al quale si riferiranno gli altri; e i contrarii, del pari. E perciò quand'anche l'ente e l'uno non fossero qualcosa d'universale e d'identico soprastante a tutte le cose, o di separabile, come forse non sono; quand'anche ci fossero solo degli uni che si riferiscono a quell' uno primario, e degli altri via via a loro, non per questo spetterebbe al geometra di studiare cosa sia il contrario o il perfetto o l 'ente o l 'uno o il medesimo o il diverso, altro che per commodo del proprio soggetto.

16. - Che adunque spetti ad una scienza unica di studiare l'ente in quanto ente e quello che gl'inerisce in quanto ente, non ammette dubbio, e neppure che una stessa studii non solo le essenze ma ancora codesti inerenti, e tanto i suddetti, quanto il prima e poi, e il genere e specie, e il tutto e parte, e simili altri.

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