SOMMARIO

I. Necessità metodica del dubbio nello studio della filosofia.

§ 1-2 Enunciazione e novero delle quistioni principali.

1. Le quattro cause sono l'oggetto d'una o di più scienze?

2. I principii degli enti sostanziali e i principii del ragionamento sono l'oggetto d'una scienza unica?

3. Tutti gli enti sostanziali sono l'oggetto della stessa scienza o di parecchie, e se di parecchie, tutti di scienze speculative o alcuni sì, alcuni no? § 3.

4. Ci sono solo enti sostanziali sensibili o anche altri: e se ce ne sono altri, sono d'una sola specie o di più? § 4.

5. La scienza abbraccia solo le entità sostanziali o anche gli accidenti loro propri? § 5.

6. I contrarii e i loro accidenti propri di quale scienza sono l'oggetto? § 6.

7. Il genere (principio logico) o il componente di ciascuna cosa (principio fisico) ne sono il principio e l'elemento?

8. Se è il genere, la specie più prossima o la più remota? § 7.

9. Ci sono altre cause fuori della materiale, e una o più? § 8.

10. Fuori dell'essere reale concreto, c'è nulla? e se c'è qualcosa, c'è per ogni essere reale o solo per alcuni? § 9.

11. I principii de' reali e del ragionamento sono determinati di numero o di specie?

12. I principii degli esseri eterni sono gli stessi con quelli degli enti temporanei o diversi? E se diversi, son eterni essi stessi e temporanei secondo la qualità dei loro effetti? § 10.

13. L'uno e l'ente sono di per sè la sostanza degli enti o sono accidenti di qualcos'altro? § 11.

14. I principii sono universali o singolari?

15. I principii sono in potenza o in atto?

16. I principii sono immobili o mobili? § 13.

17. I numeri e le lunghezze, le figure ed i punti sono enti sostanziali, sussistono separati da' sensibili o dentro ad essi? § 14.

II. Si ripigliano le quistioni, una per una, e si dibattono con ragioni probabili che paiono legittimare le soluzioni contrarie.

Quest. I. § 1-4 - Soluzione 1. § 1-3. - Non è una la scienza delle cause. Per la non contrarietà, § 1. e non universalità loro, provata mediante la mancanza d'ogni relazione della causa motrice e finale, in genere, cogl'immobili, § 2. e, in ispecie, coll'entità e le scienze matematiche § 3.

Soluz. II. § 4. È una la scienza delle cause. Impossibilità, in caso contrario, di determinare, quale sia la filosofia. § 4.

Quest. II. § 5-10. Soluz. I. § 6. La scienza dell'essenza e de' principii della dimostrazione non è una sola. Altrimenti tutte le scienze, che studiano essenze, sarebbero non meno proprie della scienza stessa dell'essenza a trattare la dottrina dei principii dimostrativi. § 6. Suscita, per via, una quistione, come dire, pregiudiziale. Ci è scienza dei principii dimostrativi? § 7-8. Non c'è, perchè que' principii non abbisognano d'essere definiti, essendo già e di per sè cogniti, § 7. - nè possono essere dimostrati, per la natura stessa della dimostrazione. § 8.

Soluz. II. § 9-10. La scienza dell'essenze e de' principii del ragionamento è una sola. Impossibile, nel caso contrario, di determinare quale tra le due sia la filosofia. § 9. Mancanza di un'altra scienza alla quale attribuire il giudizio della verità e falsità degli assiomi. § 10.

Quest. III. § 11-12. - Soluz. I. § 11. - Le essenze fanno tutte l'oggetto d'una sola scienza. Altrimenti, non si saprà di quali essenze sia scienza la filosofia. § 11.

Soluz. II. § 12. - Non fanno tutte l'oggetto d'una sola scienza. Altrimenti, tutti gli accidenti saranno anche gli oggetti di una sola. § 12.

Quest. V. § 13. - Soluz. I. La scienza dell'essenze non l'è anche degli accidenti. Altrimenti, anche quella dell'essenze sarà dimostrativa. § 13.

Soluz. II. - La scienza dell'essenze l'è anche degli accidenti. Altrimenti non se ne potrà indicare una che studii questi accidenti in disparte dall'essenze. § 13.

Quest. IV. § 14-18. - Distinta in due:

1. Bisogna ammettere le idee.

2. Bisogna ammettere le entità matematiche intermedie.

Soluz. I della 1. § 15. - Non bisogna ammetter le idee. Si cade nell'assurdo di duplicare gli enti. § 15.

Soluz. I della 2. § 16. - Non bisogna ammettere le entità matematiche intermedie. Si distrugge la realità delle scienze, che trattano matematicamente de' sensibili; § 16. e se s'ammettessero, si dovrebbe con egual ragione ammettere dell'entità intermedie anche tra l'altre entità sensibili e le ideali che corrispondono a queste. § 17. - oltre di che, non si avrebbe una nozione vera delle scienze di cui si fanno l'oggetto. § 18. Soluz. II delle due parti § 19. - Bisogna ammettere dell'entità ideali e matematiche. Per trovare un oggetto alle scienze pure, e alle miste. § 19. - Coloro, che ammettono l'entità matematiche, com'esistenti nei sensibili, vanno incontro a maggiori difficoltà. § 20.

III. Quest. VII. § 1-7. - Soluz. I. § 2-4. - Son principii i componenti delle cose e non i generi. Per le analogie. § 2. - Per la maniera, nella quale si sono concepiti dagli altri i principii dei corpi. § 3. Per quello che ciascuno cerca nella cognizione d'una cosa. § 4.

Soluz. II. § 5-6. - Son principii i generi e non i componenti delle cose. Per la natura della scienza, § 5. - e della specie § 6.

Non si può attribuire ai principii amendue le proprietà di generi e di componenti; per la unità del concetto dell'essenza. § 7.

Quest. VIII. § 8-16. - Soluz. I. § 9-12. - Sono principii i generi supremi. Perchè sono i più universali. § 9. - Obbiezioni: gli universali più estesi, l'ente e l'uno, non sono generi; perchè, altrimenti, non ci sarebbero differenze: § 10. - o tutte le divisioni del genere supremo formerebbero dei generi subalterni: § 11. - e si dovrebbero ammettere per principii anche le differenze; di maniera che, soprattutto se fossero principii i generi supremi, s'avrebbero infiniti principii, stante l'infinità di differenze che coopererebbero alla formazione di quegl'infiniti generi subalterni di cui sarebbero capaci. § 12.

Soluz. II. § 13-16. - Sono principii le specie ultime. Perchè hanno più natura di uno, e l'uno, per i Platonici, è principio. § 13. Perchè non ci può essere generi superiori al di fuori delle specie, quando s'ammetta co' Platonici che le specie che si seguono in una serie continua d'anteriorità e posteriorità, non si risolvono in generi. Di fatto, si dovrebbe dire lo stesso dell'altre specie, e per analogia a fortiori; § 14. - e perchè in ogni genere le specie si seguono in serie, digradandosi, secondo la qualità di migliori e peggiori, che è una maniera d'anteriorità e posteriorità. § 15. Però, la dottrina che s'ammette secondo questa soluzione, non ha fondamento veruno. § 16.

IV. Quest. X. § 1-11. e frammista la questione IX. § 8-9-10. - Soluz. I. § 1-4-5-6-7-8. - C'è qualcosa oltre e fuori de' singolari. Altrimenti, non ci sarebbe scienza; perchè i singolari sono infiniti, § 1. - e perchè non ci sarebbe nulla d'intelligibile, § 4. - nè d'eterno, § 5. - nè perciò di generato, dovendo per forza esserci un ultimo ingenito, nel quale principii la generazione, § 6. - e la generazione avere un termine. § 7. - Oltre di che, l'eternità della materia richiede l'eternità dell'essenza, della specie, anteriore al singolare generato: altrimenti, la materia non avrebbe cosa diventare. § 8.

Soluz. II. § 1-3-9-10-11. - Non c'è nulla fuori de' singolari. Perchè non potrebb'essere (Quest. VIII) nè un genere supremo nè una specie infima. § 2. - Perchè non si potrebbe intendere in che modo la materia, generandosi, venisse informata dalla specie estrinseca. § 11. - Perchè manca il modo di determinare di che cosa ci sia, e come. § 3-9-10. - Di fatto, ne verrebbero le due quistioni che seguono:

Quest. I. § 3-9. - Il qualcosa che s'ammette al di fuori de' singolari sarà fuori di ogni singolare o di certi sì, di certi no?

Soluz, I. § 3-9. - Fuori di certi sì, di certi no. Giacchè non potrebbe ammettersi fuori de' singolari, prodotti d'arte. § 9.

Soluz. II. - Di fuori d'ogni singolare (mancano le ragioni che escludono la contraria),

Quest. II. § 10-11. - Ogni specie di cose o ogni cosa individua ha fuori di sè un checchessia che le corrisponda, e da cui abbia nome ed essere?

Soluz. I. § 10. - Ogni specie di cose. Le cose individue, in questo caso, non si distingueranno l'una dall'altra e si confonderanno in una sola. § 10.

Soluz. II. § 10-11. - Ogni cosa individua. S'esclude in generale, come priva di fondamento. § 11.

Quest. XI. § 13-14. - Soluz. I. § 12-14. - Ogni principio è uno di numero e non di specie. Altrimenti, non ci sarebbero unità numeriche: § 12 - e perciò mancherebbe la scienza. § 12-13.

Soluz. II. § 14. - Ogni principio è uno di specie e non di numero. Altrimenti non potrebbe avere qualità di cause. § 14.

Quest. XII. § 15-20. - Soluz. I. § 15-16. - I principii de' corruttibili e degli incorruttibili sono diversi. Altrimenti, non si saprebbero spiegare come riescano diversi gli effetti. Favole inventate per spiegarlo. § 15. La quistione non si cansa, negando con Empedocle la diversità degli effetti: nè la cansa Empedocle stesso, poichè fa cooperare la stessa causa ora alla produzione ora alla distruzione d'un effetto. § 16.

Soluz. II. § 17-20. - I principii de' corruttibili e degl'incorruttibili sono gli stessi. - Questa soluzione si divide in due altre.

Soluz. I della II. § 17-18. - Sono gli stessi e incorruttibili - Altrimenti, ci sarebbero dei principii anteriori a' principii. Il che è impossibile, e per il processo all'infinito: § 7. - e perchè, corrotti i principii, mancherebbe ogni cosa. § 18.

Soluz. II. della II. § 19. - Sono gli stessi e incorruttibili. - Altrimenti, ritorna la difficoltà di spiegare la diversità d'effetti. § 19. - I principii sono gli stessi perchè tutti assegnano gli stessi principii alle cose corruttibili e alle incorruttibili. § 20.

Quest. XIII. § 21-32 Soluz. I. § 22-28-26-27. - L'ente e l'uno sono un'essenza sostanziale di per sè soli e assolutamente, e non già come inerenti a una essenza diversa da loro, che sia come il loro sostrato. - A chi appartenga storicamente. § 22. - Coerenza di questa dottrina. § 28. - Se non s'ammette, non si potrà attribuire l'essere sostanziale a verun altro universale; § 26. - nè al numero. § 27.

Soluz. II. § 23-24-25-29-30. - L'ente e l'uno non sono un'essenza sostanziale, e sussistono in qualcosa di diverso da loro, di cui sono proprii accidenti. - A chi appartenga storicamente. § 23-24-25. - Se non s'ammette, non c'è pluralità di enti; § 29. - nè però numero; § 30. - e, quand'anche non s'accettasse una dottrina gretta di Zenone, non perciò si comprenderebbe, come dall'uno o da più uni sussistenti di per sè potessero generarsi delle grandezze. § 31. - Non si scansa la difficoltà, col dire, che la grandezza si generi dall'uno e dalla diade, secondo l'opinione Platonica: resterebbe a capire, come dal concorso della diade, che è sempre la stessa, si generino talora numeri, talora grandezze.

V. Quest. XVII. § 1-10. - Soluz. I. § 1-3. - I numeri e i solidi e le superficie ed i punti sono essenze o, vogliam dire, enti sostanziali. In fatti, se quelli non fossero essenze, non ci sarebbero essenze di sorta veruna. § 3. - Perchè, non potendo essere essenze le modificazioni del corpo, ma bensì il corpo stesso, dovrebbero essere essenze, anche più del corpo, i termini da' quali è circoscritto e co' quali è definito; § 1. (tanto più che quelli possono essere, senza che il corpo sia, e il corpo non può essere senza che quelli siano) § 2. - e perchè, di certo, gli accidenti loro non potrebbero essere degli enti di loro vece. § 3.

Soluz. II. § 4. - I numeri, i solidi, le superficie, le linee ed i punti non sono essenze. Di fatto, se quelli fossero essenze, non ci sarebbero essenze di sorta veruna. § 7. - Perchè, dovendo di lor natura essere de' termini di corpi, e mancando de' corpi, de' quali possono essere termini, non potrebbero sussistere, e tanto meno lo potrebbero i corpi i quali si concede che siano enti meno sostanziali di loro; § 4-7. - e perchè sono divisioni del corpo; § 5. - e perchè tutte le figure dovrebbero attualmente essere a un tempo in un solido qualunque. § 6. - Di più, perchè non si generano nè si corrompono come essenze, nè le divisioni dello spazio, § 8, 9. - nè quelle del tempo. § 10.

VI. Quest. IV. P. I. Quest. X § 1-2. - Se bisogni ammettere le idee oltre le entità matematiche e le sensibili.

Soluz. 1 § 1. Si devono ammettere; perchè altrimenti, non ci sarebbero principii uni di numeri.

Soluz. II. § 2. - Non si devono ammettere, per la ragioni che escludono i principii uni di numero (Quest. XI. Soluz. II).

Quest. XV. § 3-4. Soluz. I. - I principii sono in potenza. Perchè, altrimenti, il principio non sarebbe un primo, giacchè se fosse in atto, ci sarebbe qualcosa d'anteriore, la potenza. § 3.

Soluz. II. - I principii sono in atto. Perchè, se fossero in potenza, potrebbero non essere in atto nè venire all'atto mai. § 4.

Quest. XIV. § 5-8. - Soluz. I. § 5. - I principii sono singolari. Perchè, altrimenti, non potrebbero essere oggetto di scienza.

Adunque, le quistioni sono sviluppate nell'ordine seguente: la prima, la seconda, la terza, la quinta, la quarta nel caso secondo, e l'ultima, da capo, nel sesto: la settima e l'ottava nel terzo: la decima insieme con la nona, la undecima, la duodecima, la decimaterza nel quarto: la decimaquinta e la decimaquarta nel sesto. Manca lo sviluppo della sesta e della decimasesta.

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