Capitolo I. Materia e Forza.

Che cosa è la materia?

Ecco una domanda alla quale la filosofia non risponde, e a cui non darà mai probabilmente una risposta esauriente.

Volendo dare una definizione della materia, il materialista, che nulla sa circa la sua intima essenza, la concepisce empiricamente come la sostanza, di cui tutto ciò che esiste è formato, dal cervello umano, che produce il pensiero, al carbon fossile, che giace nelle profondità del globo.

Che cosa è la forza?

La risposta del materialista è categorica: – la forza, egli dice, è una proprietà della materia.

La forza – scrive Moleschott – non è un Dio, che dà l’impulso, nè un essere separato dalla materiale sostanza delle cose; ma la proprietà inseparabile ed immanente della materia da tutta l’eternità.

Queste parole valgono per avventura più di qualunque dissertazione esplicativa.

Nel pensiero materialistico nulla infatti di più logico – e aggiungiamo pure – nulla di più imprescindibile che l’ammettere la assoluta inseparabilità della forza e della materia.

La forza e la materia appariscono così come una cosa sola, anzi come la stessa cosa. Non vi è propriamente di vero che la loro unità: separate svaporano nel nulla, nell’assurdo. In fondo la forza – o meglio l’idea della forza – non è che il prodotto ideale di un lavoro d’astrazione della nostra mente, la quale, osservando ciò che in natura è movimento, atto, successione di fatti, si solleva al principio generale della forza; nella realtà però questa forza, che si suppone come qualche cosa di esistente fuori della materia, non è, come scrive Dubois-Reymond, che la stessa materia considerata sotto un aspetto particolare. È lo stesso che dire, per usare la frase espressiva dell’or ora citato naturalista, che la forza e la materia si completano e reciprocamente si suppongono. A sua volta Cotta scrive: Nel mondo nessuna cosa ci autorizza a supporre l’esistenza di forze in sé e per sé, senza corpi, da cui esse emanino e su cui esse agiscano.

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È troppo logico che i materialismo insista su questa inseparabilità. Una volta infatti ch’egli ammettesse l’esistenza di una forza, o in genere della forza fuori della materia, nessun artificio dialettico lo salverebbe dal dar di cozzo nel soprannaturale. Credo importante insistere su questo punto e su di esso sollecitare la maggior attenzione dal lettore, in quanto che parmi consistere propriamente in esso la pietra angolare del sistema materialista.

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Tutti i corpi conosciuti, e tutti altresì gli innumerevoli che non conosciamo nè forse mai conosceremo, sono dotati di proprietà. Riconosciamo l’ossigeno, l’azoto, il carbonio, l’idrogeno da certe proprietà che loro sono inerenti; non ci riesce, neppure con uno sforzo di imaginazione, di supporre un solo atomo affatto sprovveduto di energia. La verità è, dice il materialista, che non v’ha atomo nell’Universo, il quale non sia dotato di forza; che se, risalendo la corrente dei millennî, ci portiamo col pensiero all’esistenza della materia primitiva allo stato diffuso, disgregato, nebuloso, è pur duopo che il nostro pensiero ricorra all’idea di una forza inerente alla materia stessa, senza della quale impossibile sarebbesi palesato il condensamento. Parlando più avanti dell’Infinito, noi vedremo come la materia non abbia limiti nello spazio. Or bene: se la materia è infinita, come può concepirsi una forza che le sia estranea? dov’era questa forza prima, diremo così, di fondersi con la materia? è concepibile un punto solo fuori di ciò che non ha limiti?

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Nel concetto materialista ciò che si dice energia, forza, ecc. (ed oggi sappiamo che tutte indistintamente le così dette forze si riducono alla forma unica, fondamentale del moto molecolare) non è che un modo particolare di essere della materia, come chi dicesse che il sonno e la veglia, il dolore, la gioja, ecc. sono modi di essere particolari, poniamo, dell’uomo. Qui la fisica viene in soccorso alla tesi filosofica, quando dimostra – e la dimostrazione sperimentale, ch’essa fornisce è più eloquente di qualsiasi ragionamento astratto – che nessuna forza si crea dal nulla, come nessuna forza si risolve nel nulla. Questo principio, intorno a cui, per così esprimerci, si impernia la teoria della Conservazione dell’energia, pare oggi diventato un luogo comune; ciò nondimeno immensa è la sua portata nel campo filosofico, dove l’ammetterlo senza riserve porta necessariamente a conclusioni che sono in assoluta antitesi con tutto ciò che si è creduto dalla gran maggioranza degli uomini per centinaja e centinaja di anni.

Per le esigenze del presente capitolo basti l’avervi ac

cennato: «le forze, scrive Mulder, non possono essere comunicate alla materia, ma risvegliate soltanto».

Se si imagina l’elettricità o il magnetismo senza il ferro o i corpi, nei quali noi ne abbiamo osservate le manifestazioni, abbiamo una nozione vuota di senso. Evidentemente senza le particelle materiali capaci di essere elettrizzate, nessuno avrebbe mai avuto un’idea dell’elettricità.

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Se non che il Materialismo non si ferma a queste constatazioni, che del resto potrebbe ammettere benissimo anche lo Spiritualismo. E in vero, saltando di piè pari dal terreno, diremo così, fisico in quello metafisico il Materialismo deduce conseguenze e perviene a conclusioni tutt’affatto proprie. «Qual’è – si domanda Büchner – la conseguenza generale filosofica di questa nozione tanto semplice quanto naturale?» E la risposta viene formulata sulla vera direttiva del Materialismo nei precisi termini che trascrivo: «Coloro, i quali parlano di una forza creatrice, che il mondo tutto da sè o dal nulla avrebbe creato, ignorano il primo e più semplice principio dello studio della natura, basato sulla filosofia e sull’empirismo».

Le quali parole, tradotte in più semplice forma, dicono quanto segue: o la Causa Prima è la stessa Materia dotata di Forza, e allora non è vero quanto sostiene la fede circa l’esistenza di un Creatore personale, o per Causa Prima, per Dio si intende una forza a sè, separata dalla materia, e allora essa è inconcepibile, perchè non si dà in natura forza senza materia. Gli è come dire che «il mondo o materia colle sue proprietà che noi diciamo forze, ha dovuto esistere, esisterà in eterno – in una parola il mondo non ha potuto esser creato

Evidentemente il Materialismo esordisce con un atto di piena ed incondizionata adesione all’ateismo. Dal momento che non si ammette altra realtà all’infuori della Materia e della Forza, e dal momento che della Forza si fa una proprietà inerente ab eterno alla Materia, nulla di più logico, nulla di più irrefutabile e manifesto della negazione del soprannaturale. Chiudo questo primo capitolo con un’ultima citazione attinta pure da Büchner: «se non v’ha materia senza forza, non forza senza materia, niun dubbio che il mondo non sia mai stato creato e che sia eterno. – Ciò che non può essere separato, giammai ha potuto esistere separatamente, come ciò che non può essere annientato, non ha mai potuto avere un principio».

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