LA DOTTRINA DELLA LIBERTÀ

Prescindendo dai particolari di minor conto, la caratteristica per cui la dottrina della libertà di Bakunin si distingue da altre teorie consimili d'altri pensatori anarchici, sta in ciò: ch'essa è intimamente connessa con la negazione di Dio.

PER AFFERMARE LA LIBERTÀ, BISOGNA, secondo Bakunin, NEGAR DIO. Non si può credere nello stesso tempo in Dio e nella Libertà. OCCORRE SCEGLIERE. (Qui – lo noto tra parentesi – Bakunin richiama un poco Max Stirner).

La libertà, dice Bakunin, è anche – poteva dire prevalentemente – RIBELLIONE: ribellione dell'individuo contro ogni autorità divina e umana, collettiva ed individuale. E INVERO DIO – quest'arca santa delle religioni e del dottrinarisino conservatore – NON È CHE UN PADRONE... È EVIDENTE, dice Bakunin, CHE, FINCHÈ AVREMO UN PADRONE IN CIELO, SAREMO SCHIAVI SULLA TERRA... Più di tutti gli altri si ostinano a farci credere in Dio «TUTTI GLI OPPRESSORI E TUTTI I TORMENTATORI DELL'UMANITÀ: PRETI, MONARCHI, UOMINI DI STATO, UOMINI DI GUERRA, FINANZIERI PUBBLICI E PRIVATI, FUNZIONARI D'OGNI SORTA, POLIZIOTTI, GENDARMI, CARCERIERI E CARNEFICI, MONOPOLISTI, CAPITALISTI, USURAI, APPALTATORI E PROPRIETARI, AVVOCATI, ECONOMISTI, POLITICANTI D'OGNI GENERE». È in bocca di questa gente che sentiamo spesso ripetere il troppo famoso motto di Voltaire: «Se Dio non esistesse bisognerebbe inventarlo».

Ma noi sappiamo oggi benissimo, prosegue Bakunin, a che infine si riduca codesto Dio, ai cui piedi l'umanità dovrebbe strisciare in eterno: a un fantasma della nostra intelligenza, allorquando, bambina ancora, non sapeva darsi una ragionevole spiegazione del mondo fenomenico. Dio l'abbiamo creato noi a nostra somiglianza per sollevarlo nel cielo della fede, ove l'uomo moderno può vedere come in uno specchio la propria immagine, ingrandita e rovesciata (leggi divinizzata).

Qui Bakunin ripete press'a poco Feuerbach.

Infine, l'argomento principe contro la esistenza di Dio, l'uomo moderno lo trova nel sentimento della propria libertà. E questo è più che mai caratteristico. Dice Bakunin: «SE DIO È, L'UOMO È SCHIAVO: MA L'UOMO PUÒ, DEVE ESSERE LIBERO, DUNQUE DIO NON ESISTE», Ed aggiunge: «Io sfido chiunque ad uscire da questo cerchio. E tuttavia bisogna deciderci a scegliere».

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Dalla distruzione di Dio alla distruzione dello Stato, il passo è breve. Lo Stato non è la società, bensì una forma transitoria, un istituto storico, le cui origini, non antichissime, vanno ricercate nella guerra e nella conquista, come l'origine degli Dei va ricercata nell'antropomorfismo dell'uomo primitivo. Ribellarsi allo Stato, fino a distruggerne le vestigia, non deve quindi essere impresa difficile, pur che sia attaccato da uomini consci della propria umanità, decisi a non lasciarsi sopraffare. Non v'ha che un'autorità a cui fa d'uopo piegare docili il capo e che nessuno può non riconoscere: ed è quella delle leggi naturali. La rivolta contro queste leggi è semplicemente impossibile. Noi ne siamo completamente schiavi. Ma, in questo caso, non è una schiavitù umiliante, poiché quelle che chiamiamo leggi naturali non ci sono, al postutto, imposte da nessun legislatore; non sono fuori di noi, ma costituiscono il nostro essere e «fuori di loro non siamo nulla, non esistiamo».

Dopo le cose dette, può apparire superfluo aggiungere che nel pensiero di Bakunin LA RIVOLUZIONE DEVE ESSERE ATEA... Su questo concetto non pare mai al Bakunin eccessivo l'insistere, ripetendo a più riprese la frase che «basta un solo padrone nel cielo per crearne delle migliaia sulla terra». «Una volta posta la divinità – scrive altrove Bakunin – essa fu naturalmente proclamata la padrona, la sorgente, la dispensatrice di ogni cosa: il mondo reale fu considerato PER MEZZO di essa, e l'uomo, dopo averla creata, a propria insaputa le s'inginocchiò davanti e si dichiarò sua creatura e suo schiavo».

Contro il Cristianesimo, Bakunin ha pagine taglienti.

Il Cristianesimo è, senza dubbio, il prototipo di tutte le religioni, premesso che essenza d'ogni religione sono l'impoverimento, l'annientamento e l'asservimento sistematici, assoluti dell'umanità a profitto della divinità. Più d'ogni altra religione, il Cristianesimo ha contribuito a ridurre a zero il valore dell'uomo: pel cristiano convinto e coerente, l'uomo non è altro che menzogna, iniquità e morte. Egli è inetto a trovare da sé il cammino della giustizia e della verità, e ha d'uopo di una rivelazione che glielo chiarisca dall'alto dei cieli pel tramite di inviati speciali.

Ed ecco, dice Bakunin, aperto il varco alla secolare sfilata dei preti, che si sono in ogni tempo arrogato il diritto di dirigere e governare l'umana coscienza. IL CRISTIANESIMO È LA RELIGIONE ASSOLUTA, L'ULTIMA RELIGIONE, E LA CHIESA APOSTOLICA E ROMANA LA SOLA CONSEGUENTE, LEGITTIMA E DIVINA.

Ecco perché urge sovratutto istruire il popolo sulla intima essenza delle religioni... Ecco, in altre parole, la giustificazione della premessa ateistica, posta alla rivoluzione... NOI CI AVVIAMO A GRANDI PASSI, dice Bakunin, A UNA CONCEZIONE DELLA MORALE INDIPENDENTE DA OGNI SANZIONE RELIGIOSA, COSÌ COME, NEL CAMPO POLITICO, CI AVVIAMO A UNA CONCEZIONE DEL DIRITTO INDIPENDENTE DA OGNI SANZIONE STATALE.

Le due concezioni, quella della Morale indipendente da Dio e quella del Diritto (che vuol dire della libertà individuale) indipendente dallo Stato, sono fra loro necessariamente e indissolubilmente connesse; stanno l'una all'altra nel rapporto di Causa e di Effetto, di Premessa e di Conseguenza. O negarle tutte e due, o ammetterle, accettarle entrambe senza restrizioni.

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