LA NEGAZIONE DEL PRINCIPIO D'AUTORITÀ

In ultima analisi la ribellione contro «il principio fatale e maledetto dell'autorità», TANTO UMANA COME DIVINA, è un portato della nostra ribellione contro l'idealismo. L'autorità posa essenzialmente su una base teologica, sulla presunzione che essa personifichi un principio superiore: la SAGGEZZA, la GIUSTIZIA, il DIRITTO, e che le masse debbano subirne il potere perché inette a governarsi da sé.

Ma, di grazia: chi ha investito l'Autorità di questa saggezza e di questa giustizia? E in nome di chi e da chi sono imposte? Nel fatto l'autorità non può avere che una o l'altra di questa tre sorgenti: la FORZA, la RELIGIONE o l'INTELLIGENZA. «Ma l'azione combinata della forza e della religione debbono cadere di fronte alla negazione della religione medesima».

Insomma: LO STATO (leggi l'AUTORITÀ) è UNA ISTITUZIONE EMINENTEMENTE religiosa, e deve cadere col cadere della religione. Negato Dio, crolla necessariamente l'AUTORITÀ, LO STATO.

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Non ritengo necessario seguire Bakunin nelle sue molteplici contestazioni all'Autorità.

Se questa può essere sopportata da uomini incapaci di governarsi da sé, diventa una vera mostruosità per coloro che hanno raggiunto la piena consapevolezza. Assai più dell'Autorità, gli uomini temono la «PUBBLICA OPINIONE», lo «SPIRITO PUBBLICO»; assai più delle pene minacciate dalla legge, essi temono il disprezzo della società.

Il governo spontaneo, non coattivo del sentimento generale, è ben più legittimo e incomparabilmente più efficace d'ogni Governo politico. Bakunin ha fede che questo Governo spontaneo finirà tra breve col sostituirsi all'Autorità dello Stato. Tuttavia, per affrettarne il trionfo, il Bakunin insiste sulla necessità di distruggere tutte le istituzioni fondate sulla DISUGUAGLIANZA, che è quanto dire sulla necessità di fare la RIVOLUZIONE SOCIALE.

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