MEDITAZIONE XXIII. Dei manifesti.

I precetti preliminari, per mezzo dei quali la scienza può armar qui un marito, sono un piccolo numero; si tratta molto meno infatti di sapere se non soccomberà, che di esaminare se può resistere.

Nondimeno porremo qui qualche fanale per illuminare quest’arena, ove fra poco un marito si troverà solo con la religione e la legge, contro sua moglie, sostenuta dall’astuzia, e dalla intiera società.

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LXXXII.

Si può tutto aspettare e tutto supporre di una donna innamorata.

LXXXIII.

La azioni di una donna che vuole ingannare suo marito saranno quasi sempre studiate, ma non saranno mai ragionate.

LXXXIV.

La maggior parte delle donne procedono come la pulce, a salti e a schizzi senza seguito. Esse sfuggono per l’altezza o per la profondità delle loro prime idee, e le interruzioni dei loro piani le favoriscono. Ma esse non si esercitano che in uno spazio che è facile ad un marito di circoscrivere; e, se egli è di sangue freddo, può finire per estinguere questo salnitro organizzato.

LXXXV.

Un marito non deve mai permettersi una sola parola ostile contro sua moglie, in presenza d’un terzo.

LXXXVI.

Al momento in cui una donna è decisa a tradir la fede conjugale, ella calcola suo marito per tutto o per nulla. Si può partire di qui.

LXXXVII.

La vita della donna è nella testa, nel cuore o nella passione. All’età in cui sua moglie ha giudicato la vita, un marito deve sapere se la causa prima della infedeltà che essa medita procede dalla vanità, dal sentimento o dal temperamento. Il temperamento, è una malattia da guarire; il sentimento offre ad un marito grandi probabilità di successo; ma la vanità è incurabile. La donna che vive con la testa, è uno spaventevole flagello. Ella riunirà i difetti della donna appassionata e della donna amante, senza averne le scuse. Ell’è senza pietà, senza amore, senza virtù e senza sesso.

LXXXVIII.

Una donna che vive con la testa procurerà d’inspirare ad un marito l’indifferenza; la donna che vive di cuore, l’odio; la donna appassionata, il disgusto.

LXXXIX.

Un marito non arrischia mai nulla per far credere alla fedeltà di sua moglie, e per conservare un’aria allegra o il silenzio. Il silenzio sopratutto, inquieta prodigiosamente le donne.

XC.

Parere istruito della passione di sua moglie, è cosa da sciocco; ma fingere d’ignorar tutto, è da uomo di spirito; e non c’è che questo partito da prendere. Perciò si dice che in Francia tutti hanno spirito.

XCI.

Il grande scoglio è il ridicolo – «Almeno, amiamoci in pubblico!» deve essere l’assioma del matrimonio. È perder troppo, il perder tutti due l’onore, la stima, la considerazione, il rispetto, e tutto ciò che vi piacerà di nominare di meglio al mondo.

Questi assiomi non concernono ancora che la lotta. Quanto alla catastrofe, ella avrà i suoi.

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Noi abbiamo nominato questa orribile, guerra civile per due ragioni: giammai guerra fu più intestina, e in pari tempo più cortese. Ma dove e come esploderà, questa fatal guerra?

Eh! credete che vostra moglie avrà dei reggimenti e suonerà la tromba? Ella avrà forse un uffiziale, ed ecco tutto. E questo debole corpo d’armata, basterà per distrugger la pace del vostro domicilio.

— Voi mi impedite di vedere coloro che mi piacciono! È un esordio che ha servito di manifesto nella più parte delle coppie conjugali. Questa frase, e tutte le idee che essa si trae dietro, è la formola adoperata più spesso dalle donne vane e artificiose.

Il manifesto più generale, è quello che si proclama al letto conjugale, principal teatro della guerra. Tale questione sarà trattata particolarmente nella Meditazione intitolata: Delle differenti armi al paragrafo: Del pudore nei suoi rapporti col matrimonio.

Alcune donne linfatiche fingeranno d’aver lo spleen, e faranno le morte per ottenere i benefici di un segreto divorzio.

Ma quasi tutte debbono la loro indipendenza ad un piano, il cui effetto è infallibile sulla maggior parte dei mariti, e del quale sveleremo le perfidie.

Uno dei più grandi errori umani, consiste in questa credenza, che il nostro onore e la nostra riputazione si stabiliscono coi nostri atti, o resultano dalla approvazione che la coscienza dà alla nostra condotta. Un uomo che vive nel mondo, è lo schiavo nato della pubblica opinione. Ora un uomo, ha, in Francia, molta minore azione che sua moglie pel mondo; e non sta che a lei di renderlo ridicolo. Le donne possiedono a maraviglia il talento di colorire con ragioni speciali le recriminazioni che si permettono di fare. Esse non difendono mai altro che i loro torti, ed è un’arte nella quale sono eccellenti, sapendo apporre delle autorità ai ragionamenti, delle asserzioni alle prove, e ottenere spesso piccoli successi particolari. Esse si indovinano e si comprendono ammirabilmente, quando una di loro presenta all’altra un’arme che ella non può affilare. È così che esse perdono qualche volta senza volerlo, un marito. Esse recano il fiammifero, e, molto tempo dopo, sono spaventate dall’incendio.

In generale, tutte le donne si collegano contro un uomo ammogliato, accusato di tirannia; perchè esiste un segreto legame fra esse, come fra tutti i preti d’una medesima religione. Si odiano, ma si proteggono. Non potrete mai conquistarne che una sola; e, anco per vostra moglie, questa seduzione sarebbe un trionfo.

Voi siete allora messo al bando dell’impero femminino; e trovate sorrisi d’ironia su tutte le labbra, come degli epigrammi in tutte le risposte. Queste spiritose creature foggiano pugnali divertendosi a scolpirne il manico, per colpirvi con grazia.

L’arte perfida delle reticenze, le malizie del silenzio, la malvagità delle supposizioni, la falsa semplicità di una dimanda, tutto è posto in opera contro di voi. – Un uomo che pretende mantenere sua moglie sotto il giogo, è di troppo pericoloso esempio, perchè esse non lo distruggano. La sua condotta non farebbe forse la satira di tutti i mariti? Perciò tutte vi assalgono, sia con amare burle, sia con argomenti serii, o con massime ordinarie di galanteria. Uno sciame di celibi appoggia tutti i loro tentativi, e voi siete attaccato, perseguitato come un originale, come un tiranno, come un bisbetico, come un uomo bizzarro o come un individuo di cui fa d’uopo diffidare.

Vostra moglie vi difende alla guisa dell’orso nella favola di La Fontaine; essa vi getta pietre sulla testa per discacciarne le mosche che vi si posano. Essa vi racconta la sera, tutte le ciarle che ha sentito sul conto vostro, e vi dimanderà conto di azioni che non avete punto commesse o di discorsi che non avrete tenuto. Ella vi avrà giustificato di pretesi delitti; si sarà vantata di godere una libertà che non ha, per discolparvi del torto che avete di non lasciarla libera.

L’immensa raganella che vostra moglie agita vi perseguiterà dovunque col suo frastuono importuno.

La vostra cara amica vi stordirà, vi tormenterà, si divertirà a non farvi sentire che le spine del matrimonio. Essa vi accoglierà con aria lietissima in pubblico, e sarà molto arcigna in casa. Essa avrà il muso quando voi sarete allegro, e vi fara stizzire con la sua gioja quando sarete triste. I vostri due volti formeranno una antitesi perpetua.

Pochi uomini hanno abbastanza forza per resistere a questa prima commedia, sempre abilmente recitata, e che somiglia all’urrà che gridano i cosacchi correndo alla battaglia. Alcuni mariti si irritano, si fanno torti irreparabili. Altri abbandonano le loro mogli. Infine alcune intelligenze superiori non sanno neppur maneggiar sempre la bacchetta fatata, che deve dissipare questa fantasmagoria femminina.

I due terzi delle donne maritate sanno conquistare la loro indipendenza con questa sola manovra, che non è in qualche sorta, se non la rivista delle loro forze. La guerra è così in breve terminata.

Ma un uomo potente, che ha il coraggio di conservare il proprio sangue freddo in mezzo a questo primo assalto, può divertirsi molto svelando a sua moglie, con spiritose canzonature, i segreti sentimenti che la fanno agire, seguendola passo a passo nel labirinto in cui s’impegna, dicendole ad ogni parola; che essa mente a sè stessa, non lasciando mai il tono di scherzo, nè irritandosi affatto.

Nondimeno la guerra è dichiarata; e se un marito non è stato abbagliato da questo primo fuoco artificiale, una moglie, ha, per assicurare il suo trionfo, ben altre risorse, che le Meditazioni seguenti vi sveleranno.

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