Capitolo secondo Adelia

Figlia di agiati genitori, orfana del padre sino da quando col suo infantile sorriso volse intorno lo sguardo sitibondo d'amore, Adelia crebbe, e carolarono presso alla sua culla, figlie dell'amore, sotto veste d'angioli che Iddio intreccia ai sogni soavi dell'innocenza, le vaghe forme di tutte quelle cure tenere e sante in cui si svolge il cuore di una madre!...

La signora Caterina, vedova in età in cui il cuore della donna abbonda ancora di forti battiti, veduto mancare alla fronte rosea del suo bell'angiolo il bacio paterno, sembrò voler fondere tutto il suo tesoro d'affetto, per farne de' suoi fiori una ghirlanda alla bella sua chioma... sembrò che le sue labbra chine sulla candida sua culla, a guisa di un fiore che si schiude per esalare il suo profumo, raccogliessero tutte le emanazioni della sua anima, esalandole in un sospiro... che prendeva la forma d'un nome... Adelia!...

E Adelia!... il tenero virgulto cresciuto ai miti raggi di quel sole fecondatore, si svolse lussureggiante e bello! si svolse, anima nobile e peregrina, interrogando il gorgheggio dell'usignuolo che cantava tra le rose del suo giardino, lo schiudersi del fiore che non valeva spiccare, perche gli incresceva vederlo sì tosto appassire; fissando gli occhi intenti in quelli della madre per cercarvi un sentimento che serpeggiava fuoco sottile ma ardente dalle sue vene... ed allorchè le informi larve della sua fantasia, modellate a poco a poco dalle arcane indagini del pensiero, riflessero a' suoi occhi una forma indefinita sì, ma che vestivasi di ognor più potente attraenza... allora ella sentì irresistibile il bisogno d'una parola che, diversa da quella della madre, gli mormorasse all'anima avida di emozioni, la prima nota... del sublime poema della vita!

Bello è il riso degli astri e allor che splende
La compagna dell'ombre, e l'armonia
Del creato sfavilla, a me discende
Dolce nell'alma una tristezza pia.

Caro è l'amplesso d'una madre e santa
La parola che al cor parla la fede,
Ma tutto tace se dal duolo affranta,
Ebbra d'amor, non ha d'amor mercede
L'alma che solo in sè sente la vita,
Nel delirio gentil con te rapita.

Come del masso è l'edera compagna,
Come al ceppo la fronda, ed alla riva
Del fiume, l'onda che in suo gir la bagna,
Indiviso al sorriso che l'avviva
E il trepido sospiro, onde festante,
Le balena un speme altiera innante.

Sol io ramingo ricercando vado,
Un cor che al grido del mio cor risponda,
E d'una cara illusion suado
L'alma d'amor digiuna e sitibonda.

L'argenteo raggio d'una pallida luna baciava le nere e corvine chiome della pensosa giovanetta seduta sola ad un leggiadro tavolino da lavoro, allora che per il tiepido e puro aere si distese il suono della mesta canzone.

Ne erano le note dolci come un sospiro, e parea non domandassero altro eco diletta che un altro sospiro ad intrecciarne l'armonia.

Adelia si scosse... ella intese con avida ansia l'orecchio, quasi che potesse invidiare all'aria ogni suono che gli avesse potuto rapire... i suoi occhi si animarono, un'incitato anelito gli sollevò il petto... la leggiadra sua mano compresse la fronte quasi a frenare la sfrenata danza dei pensieri che dentro vi turbinava, si alzò tacita ed anelante, accostossi al balcone che stava aperto, forse per lasciar corso alla fresca aria della sera...

Ristette immota!.... un giovane svolgeva il canto d'una vicina via, ed il rumore alternato dei suoi lenti passi, giunse solo e monotono all'orecchio della donzella.... Pure ristette.... quel rumore tornò a farsi più distinto.... Un giovane dalla snella corporatura, dallo sguardo animato, dal pallido volto, ripassò senza alzare lo sguardo sotto il balcone, poi allontanassi, e tutto ritornò in un silenzio che lasciava sentire il faticoso respiro che usciva a sbalzi dal petto ansante della giovinetta, ed il suo sguardo si spinse avido ed ardente dentro le tenebre della sottoposta via, che affollò delle mille immagini dei febbrili suoi sogni.

Era pur bella! là... appoggiata a quel balcone, illuminata da quel pallido raggio a cui la sua anima sembrava favellare misteriose parole schiudendosi ai primi palpiti dell'amore!...

Era pur bella!... china la fronte sul suo seno d'alabastro! simile alla Margherita di Ghoëte, sfogliante il fiore della rivelazione.... sfogliava essa i fiori del suo pensiero cercandovi il più bello ed il più olezzante!...

Era pur bella!... assorta in melanconico atto, eppur raggiante di vita e di speranza... stretto l'esile corpiccino dalla bianca sua veste, puro giglio fragrante che mano impudica avria dovuto arrestarsi dal toccare, che alito umano non avria dovuto avvizzire... Povera Adelia!...

Oh, in quel momento di beata estasi, come areonauta intrepido nuotante sulle vaste acque dell'Oceano, tu avrai creduto di poter abbandonarti baldanzosa alla perfida corrente del rapido fiume della vita!.... Povera Adelia!.... Dimmi perchè si agita il tuo seno di neve? perchè balbetta inarticolati accenti il tuo labbro?.... forse un nome!.... il suo!.... ancora nol sai!... ma che importa?... la vergine tua anima ha già vestita la vanescente larva della sua immagine, nel silenzio che t'avvolge, tu ascolti una arcana melodia... a cui unisci il tuo sospiro, il tuo voto!... puro come la prima prece che la tua madre t'insegnò genuflettendoti ai suoi piedi, santo come tutto ciò che è giovinezza!... perchè giovinezza è fede!... giovinezza è amore!... ed al senso arcano che molcea le fibre del tuo cuore di diciassette anni rispondesti con un suono indefinito... ti sovvenisti della prima parola con cui ti nomava baciandoti tua madre, e l'hai mormorata stemperando la tua anima in un sorriso... mio angiolo!... Povera Adelia!

Sei avida d'intendere il suono dei suoi passi... Vivi beata delle tue immagini... Cullati ne' tuoi sogni!... non svegliarti, no... dormi!... seguilo colla mente.... guai se sulle sue calcassi le tue orme!...

È mezzanotte!... il verone è chiuso, la luna che aveva irraggiata quella scena ha nascosta la sua faccia luminosa in seno a fosche nubi.... da che ritorse inorridita il suo raggio?... dalle socchiuse griglie d'un'altra casa s'ode un tintinnir di bicchieri, i calici spumeggianti si innalzano, s'ode un nome.... poi uno scoppio di riso.... poi una parola mormorata da due labbra nello scambio d'un bacio, povera Adelia!...

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