Ricetta n. 3 L’Ordinario Elixir d’Arancia

Coglierai o farai cogliere arancie il primo dì in favor di luna nova e le netterai o le farai nettare con cura come daltronde vien consigliato per qualsivoglia preparazione in quanto che l’igiene ne è l’ingrediente principe.

Taglierai o farai tagliare la buccia dell’arancie e curerai occhiutamente che la medesima giammai rattenga la sottostante pellecchia eburnea ch’avviluppa gli spicchi i quali a lor volta rattengon il sugo dell’agrume.

Porrai o farai porre gl’agrumi privati della buccia in loco fresco in quanto che gli spicchi potran servirti per eseguire con sollecitudine la Ricetta n. 3 e la Ricetta n. 4 della parte di questo Libro che s’occupa di Confettura stante il fatto che sia dell’arancia e sia d’altri agrumi è possibile utilizzare l’intiero frutto con l’eccezion dei semi e della pellecchia la quale dona pessimo sapore vuoi alle buccie vuoi agli spicchi se sottoposti a preparazione.

Nel contempo esporrai le buccie o le farai esporre all’aria per l’intiero giorno in cui furon colte e le ricovererai o le farai ricoverare al tramontar del sole in un loco privo d’umidità per ivi trascorrere l’incipiente nottata.

Allorquando vedrai sorgere il mattino in compagnia dell’alba, porrai personalmente dette buccie in acconcio contenitore vitreo che empirai d'alcole che sia d'ottimo gusto in ragion di 3 boccali ogni venti arancie che saran state impiegate per la preparazione di quest’Elixir.

Poscia sigillerai personalmente e con accuratezza contenitore con acconcia carta pergamena e acconcia ceralacca acciocchè l’alcole non disperdasi nell'aere e le buccie intraprendan il processo di lor macerazione che terminerà allorquando sarà trascorso il tempo sotto indicato.

Porrai o farai porre detto contenitore in loco fresco e oscuro e quotidie con vigore lo scoterai o meglio lo farai scotere fintanto che pervenga il primo dì nel quale la luna giunge al suo primo quarto.

A tale punto apparecchierai o farai apparecchiare tanta purissima aqua di fonte che sia pari a tre quarti di quanto alcole impiegato e a essa aggiongerai o farai aggiongere tanto zuccaro pari a tre quinti del peso di detta aqua e poscia porrai o farai porre al picciol foco la pozione in acconcia cazzarola cuprea e la tramenerai o la farai tramenare fintanto ch’essa giunga al picciol bollore e pertanto si trasmuti nell’occorrente lasso di tempo in un siroppo che permarrà nella cazzarola medesima che porrai o farai porre in loco fresco fintanto ch’esso divenga fresco anch’esso.

Sarà tua personale cura il versare il siroppo nel contenitore vitreo privato del sigillo e versatolo, novellamente lo sigillerai o lo farai sigillar nell’usata fatta con carta pergamena e ceralacca e poscia personalmente lo porrai in loco fresco e oscuro e personalmente scoterai dolcemente il contenitore per cinque dì ogni sera al tramontar del sole e poscia lo terrai immobile fintanto che non appaia il primo dì nel quale la luna diviene piena.

A tale punto filtrerai o farai filtrare la pozione nell’usata fatta con cui filtransi gl’infusi in alcole mercè l’ausilio d’un panno di solo lino che sia lindo e di trama e d’ordito finissimi.

Quinci porrai o farai porre l’Elixir entro vitrei e sigillati contenitori mentre le buccie potran esser candite come da Ricetta n. 5 e Ricetta n. 6 della parte di questo Libro che s’occupa di Confettura e porrai personalmente i vitrei e sigillati contenitori in loco fresco e oscuro.

Infine potrai degustare quest’Elixir trascorse che sieno per lo meno cinque lune piene principiando da quando i contenitori vitrei furon sigillati.

Quest’Elixir sarà assai gradevole al palato, specie s’esso non sia rattamente ingollato ma libato con lentezza.

Del pari esso sarà sommamente corroborante pel corpo massimamente se la Dama o il Cavaliere che abbian trabalzato la IV età avran disio di gustare quanto puotesi realizzare mercè la successiva Ricetta d’un Elixir il quale adduce un durevol eccitamento dei sensi i quali avran ragione della ratio medesima fintanto che non pervengasi di gran necessità a prolungata estasi di carnale consolo e confortorio, ciò è a quella che gli Antichi dicean esser la piccola morte.

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