I I LONGOBARDI

Ripetiamo qui la dichiarazione premessa alla bibliografia del primo volume. Non intendiamo affatto dare riferimenti bibliografici neppur lontanamente esaurienti. Intendiamo semplicemente additare quelle fonti di informazioni sufficienti e indispensabili per due scopi: quello di offrire ai lettori desiderosi di piú vasti ragguagli, fonti e opere critiche adatte allo scopo, e in secondo luogo giustificare quelle che sono le asserzioni e le posizioni basilari della nostra trattazione.

La letteratura intorno alle genti longobardiche, alle loro vicende storiche, alla loro associazione con la storia dell'Italia e della Cristianità, è vastissima. Ci limitiamo a segnalare testi e studi fondamentali:

La Origo gentis Langobardorum è nei «Monumenta Germaniae Historica» Leges IV, Hannover, 1868. L'opera di Carlo Troya, Codice diplomatico longobardo, Napoli, 1852-1859, è sempre l'opera fondamentale sull'argomento.

Studi critici segnalabili in materia sono: P. Romano, Le dominazioni barbariche in Italia (Milano, 1899); T. Hodgkin, Italy and her Invaders, Vol. III, (Oxford, 1892-99); L. M. Hartmann, Geschichte Italiens im Mittelalter, II, (1900) II. II (1903); F. Tarducci, L'Italia dalla discesa di Alboino alla morte di Agilulfo, Città di Castello, 1914; A. Crivellucci, Le chiese cattoliche e i longobardi ariani in Italia, in «Studi storici», IV, V, I, 1895-97; L. Duchesne, Les évêchés d'Italie et l'invasion lombarde, in «Mélanges d'archéologie et d'histoire», XXIII (1903); N. Tamassia, Longobardi, Franchi e Chiesa romana fino ai tempi di Liutprando (Bologna, 1888).

Nella stesura definitiva di questo capitolo ci siamo largamente avvalsi dell'opera veramente egregia di Gabriele Pepe: Il Medioevo barbarico d'Italia (ora in seconda edizione migliorata e accresciuta, presso l'editore Einaudi di Torino, 1942).

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