XIII PIO IX E IL NEWMAN

Vogliamo sperare che i lettori non giudichino esagerato il nostro apprezzamento dell'importanza del Newman nella Cristianità europea del secolo XIX. Se la conversione del Newman al cattolicesimo fu un solenne monito all'anglicanesimo, le posizioni dottrinali sulla base delle quali egli credette di dover passare al cattolicesimo furono un solenne monito alla Chiesa romana. Né la Chiesa anglicana né la Chiesa romana seppero raccogliere il monito, e fu sconfinata iattura per tutta la nostra spiritualità.

Daremo anche in questo caso una bibliografia schematicissima. Come si ricava dal nostro capitolo, è impossibile comprendere il Newman senza conoscere il movimento «tractariano». Per il quale rimandiamo alla eccellente «Tractaria Series» presso l'editore Allan di Londra, nella quale figura anche la piú sintetica e felice biografia del Newman stesso. Ecco i titoli dei singoli volumi della serie: H. F. B. Mackay, Hurrell Froude; F. L. Cross, John Henry Newman; Kenneth Ingram, John Keble; Leonard Prestige, Edward Bouverie Pusey; S. L. Ollard, Richard William Church; Marcus Donovan, After the Tractarians. From the Recollections of Athelstan Riley.

Indichiamo come principali al fini della nostra esposizione le seguenti tra le opere del Newman: 1. Apologia pro vita sua; 2. The Arians of the fourth century; 3. The via media of the Anglican Church; 4. An essay in aid of a Grammar of Assent; 5. Essay on the development of the Cristian Doctrine.

Buone divulgazioni delle due opere principali del Newman, la Grammar e il Development, sono quelle curate da Henri Brémond nella collezione «La pensée chrétienne» presso l'editore Bloud et Co., Parigi: Psychologie de la foi; Le developpement du dogme chrétien. Confrontare anche Henri Brémond: Newman, Essai de biographie psychologique, Paris, Librairie Bloud et Co., ed Ernest Dimnet, La pensée catholique dans l'Angleterre contemporaine, Parigi, Libraire Victor Lecofre, 1906.

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