Ferdinando Martini alla traduttrice

È noto che Ferdinando Martini presiedette alla scelta dei testi e delle traduzioni delle note Biblioteche dei «Classici» e degli «Immortali» di cui faceva parte questa Storia della Rivoluzione Francese del Carlyle. L'illustre scrittore quando ebbe esaminata la bella traduzione della signora Ernestina Ciccotti D'Errico, non potè a meno di esprimerle il suo più vivo compiacimento con le due lettere che riproduciamo affinchè i lettori si persuadano che la traduzione di quest'opera tanto difficile da tradurre venne eseguita felicemente e con piena soddisfazione di un critico che non era di facile contentatura:

Signora Ernestina Ciccotti-D'Errico.

Monsummano, 16 febbraio 1907.

Mia Signora,

Le sono molto grato del bellissimo dono. Si può non sempre andar d'accordo col Carlyle nei giudizi ch'egli pronunzia, recisi, sugli uomini della rivoluzione: non si può non ammirare l'originalità del pensiero espresso in forme altrettanto originali; e tanto che il renderle in italiano senza nulla toglier loro di quanto hanno del caratteristico, vorrei dire del personale mi sembrò così grave di difficoltà da spaventare chi le imprendesse. Le difficoltà Ella le ha vinte tutte, gentile signora; la traduzione procede franca, chiara, con fedele sveltezza; e me ne congratulo sinceramente con Lei.

Mi abbia quale mi è grato offerirmele

dev. MARTINI.

Monsummano, 13 luglio 1908.

Mia Signora,

Così la bella opera è compiuta; ed io nel novamente ringraziarla, novamente mi felicito della perizia e della costanza sua. Il libro, singolare, strano talora, difficile a tradursi come tutti i libri del Carlyle e qua e là proprio difficile a intendere oltre la lettera, acquista nella traduzione di Lei, egregia signora, forme piane, sciolte, svelte e si fa più agevole a leggere. E non dico questo per complimento: è proprio così e le mie felicitazioni sono altrettanto vive quanto sincere.

Mi ricordi a suo marito e mi abbia per

dev.mo Suo MARTINI.

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