In una Francia tanto pratica, checchè ne dica la teoria della Perfettibilità, non può mancare lo scontento. La promessa Riforma s'è resa indispensabile; eppure ancora non viene: chi dunque vorrà prenderne l'iniziativa? Lo scontento per tutto ciò che è intorno a noi e più ancora per quello ch'è al disopra di noi, va sempre crescendo e sempre cerca nuovi sfoghi.
Delle Ballate di strada, degli Epigrammi, che nei tempi andati temperavano il Dispotismo, non è neppure da parlarsi, e tanto meno dei Giornali manoscritti (Nouvelles à la main). Bachaumont e suoi coadiutori e seguaci possono chiudere il loro «Trenta volumi di fatti scurrili» e il loro mestiere di spie, chè la stampa, più che libera, è divenuta addirittura licenziosa. Libelli d'ogni genere possono essere surrettiziamente venduti e letti a Parigi, purchè abbiano la scritta: «Stampato a Pechino». Noi abbiamo un Courrier de l'Europe di quegli anni, pubblicato regolarmente a Londra, da un De Morande non ancora divorato dalla ghigliottina. Un altro turbolento, il Linguet, neppur egli ghigliottinato ancora, quando il suo paese è divenuto troppo caldo per lui, e i suoi confratelli Avvocati lo hanno messo fuori del loro consorzio, può emettere ivi il suo roco lamento e la sua Bastille Dévoilée (Bastiglia Svelata). Il loquace Abate Raynal ottiene alfine l'intento: la sua lubrica e falsa Histoire Philosophique, tutta un'accozzaglia di ampollose teorie eleutero-maniache (fatta, dicono, in collaborazione col Filosofismo associato, benchè in nome dell'Abate e a sua gloria), è bruciata dal carnefice, ed egli parte pei suoi viaggi, atteggiandosi a martire. Era questa l'edizione del 1781, e forse fu l'ultimo Libro notevole beatificato dal fuoco, giacchè il carnefice ha poi scoperto l'inutilità d'un tal provvedimento.
Nelle Corti di Giustizia poi, con le relative liti pecuniarie e coi casi di divorzio, come dappertutto ove c'è dato di spingere lo sguardo oltre la domestica soglia, quali rivelazioni! I Parlamenti di Besançon e di Aix ripercuotono lontano, per tutta la Francia, l'eco degli amori e dei destini d'un giovane Mirabeau; il quale alla scuola d'un «Amico degli Uomini», nelle Prigioni di Stato, nei Reggimenti in marcia, nelle soffitte degli Autori Olandesi e in tant'altre scene della vita, aveva imparato durante venti anni a resistere al dispotismo; al dispotismo degli uomini, non solo, ma purtroppo anche a quello degli dèi. Sotto il roseo velo della Benevolenza Universale e d'Astraea Redux, il Santuario della famiglia è spesso un triste vuoto o un buio tempestoso Inferno sulla Terra! Il vecchio Amico degli Uomini ha anch'egli il suo caso di divorzio e a volte «l'intera sua famiglia, meno uno, è rinchiusa sotto chiave»; e mentre egli scrive tanto intorno alla riforma e alla redenzione del mondo, per suo interesse privato è dovuto ricorrere a sessanta Lettres-de-Cachet. Uomo accorto, risoluto, di principii virili anche, ma formato di tali elementi morali e materiali, che non solo non riusciva a dominare, ma che lo traevano a commettere follie. La voracità, la rapacità, che sono l'opposto di ogni sensibilità del cuore, imperano; e voi, oh insensati, che state ad aspettare un verdeggiante Millennio, tutto Amore ed Abbondanza, nel quale il vino scorrerà a ruscelli e il ronzio del vento sarà una dolce musica; mentre il fango della Sensualità, che corrode la vostra esistenza, scava ogni giorno abissi più profondi, finchè sarà tutto un abisso!
Ponetevi un po' a considerare quell'innominabile fatto della Collana di Diamanti, e poi guardate: il Cardinale dal rosso cappello, Luigi di Rohan, il siciliano uccello di prigione Balsamo Cagliostro, la modesta signora de La Motte «dal volto alquanto piccante»; i più alti Dignitarii della Chiesa insomma, che si abbandonano ad una Danza di Valpurga cogl'impostori, coi tagliaborse, colle donne pubbliche. È tutta un'esposizione del Mondo Occulto di Satana, che si svolge incessantemente alla luce del sole, mentre il fumo dei suoi tormenti sale, sale senza posa! Il Trono è stato tratto ad una scandalosa collusione con la Galera. Il rumore di questi fatti misteriosi echeggia durante dieci mesi per tutta l'Europa, che guarda meravigliata il succedersi di tante bugie, di nient'altro che bugie; è il crescere della corruzione, che tutto invade dall'alto al basso ceto, con la ghiottornia, la crudeltà, l'imbecillità, rafforzate dalla fame. Piangi, o bella Regina, versale tutte queste prime lagrime d'un sì puro dolore, poichè il tuo bel nome è stato offuscato da un alito immondo, irrimediabilmente, per tutta la tua vita. Nessun cuore vivente sentirà per te amore o pietà, fin che non sorgerà una nuova generazione, e allora il tuo cuore giacerà freddo, guarito di tutti i suoi dolori. D'ora in poi gli epigrammi non saranno più mordaci od amari; ma crudeli, atroci, innominabili. Il 31 maggio 1786 un miserabile Cardinale Grande Elemosiniere Rohan, nell'uscire dalla sua Bastiglia, è accompagnato da una folla plaudente; non che egli sia amato o meritevole d'esserlo, ma perchè è divenuto importante da quando la Corte e la Regina sono sue nemiche.
Come s'è annuvolata la nostra brillante Era della Speranza: il cielo diviene sempre più fosco e fa presagire l'uragano, il terremoto! Questo è un mondo condannato a perire: «quell'obbedienza che rese libero l'uomo» è scomparsa, e «quella che lo rese schiavo andrà presto a finire, almeno nei rapporti tra uomo e uomo». Ora gli uomini sono schiavi della loro incontinenza, e tali saranno; schiavi del peccato, che trae seco la schiavitù del dolore. Volgete lo sguardo a quella massa corrotta di sensualità e di menzogna, ove intorno folleggia qualche raggio di sentimentalismo, o qualche sua corrotta fosforescenza; ove alla sommità s'eleva come Arca di concordia l'orrida forca patibolare «alta quaranta piedi», anch'essa presso a marcire. Aggiungete che la Francia si distingue fra tutte le altre Nazioni per la sua caratteristica eccitabilità, col bene e anche col male pericoloso che ne derivano. Quindi, bisogna aspettarsi ogni ribellione, ogni esplosione portate ad estremi imprevedibili. Vi sono, come scriveva Chesterfield, «tutti i sintomi che io ho sempre incontrato nella Storia»!
Dovremo dunque esclamare: Maledetto il Filosofismo, che distrusse la Religione, per estinguere l'abominevole (écraser l'infâme), com'esso diceva? Maledetti piuttosto coloro che d'ogni cosa santa fecero un'abominazione meritevole d'essere estinta! Maledetti tutti che vivono in questo periodo d'abominazione, di distruzione universale! No, dicono i Cortigiani, è stato Turgot, è stato Necker con tutte le sue pazze innovazioni, è stata la mancanza di etichetta della Regina, è stato lui, è stata lei, è stato questo, è stato quello. Oh Amici! sono stati tutti gli scellerati, che hanno vissuto dando a intendere col loro ciarlatanismo di dover compiere qualche cosa, mentre non sono stati buoni ad altro che a mangiare e a mal fare in ogni attribuzione della vita, dal Lustrascarpe al Principe, ciascuno nel suo grado, fin dal tempo di Carlomagno e anche da prima. Tutto ciò s'è venuto accumulando per migliaia d'anni; giacchè, siate certi, nessuna bugia perisce, ma, come il seme, germoglia e si sviluppa; ed ora il giorno del rendiconto è venuto. Terribile sarà la liquidazione in questo giorno d'escandescenza, in cui proromperà la collera a lungo repressa. Oh fratello, non esser mai un ciarlatano! Da' retta, muori piuttosto, perchè sarà una sola volta che morrai e tutto finirà per sempre. Sappilo, questo è un mestiere maledetto, che trae seco maledizioni da te ignorate, che ti seguiranno anche quando tu da secoli non esisterai più, e tutti i guadagni che ne avrai ricavati saranno distrutti; anzi, come gli antichi savii hanno scritto, ti seguiranno per tutta l'Eternità, perchè esse sono impresse nel Libro delle Condanne d'un Dio!
La Speranza protratta rende il cuore malato. Già, come dicemmo, qui la Speranza è protratta, soltanto protratta; non distrutta nè capace di essere distrutta. È degno di nota e commovente il vedere come questa stessa Speranza ancora illumini il sentiero della Nazione francese, attraverso i suoi selvaggi destini. Noi la ritroveremo sempre fulgida: ora in un tenero invito, ora nella ira e nella minaccia; essa brillò come una dolce luce celeste, ora brilla qual fiamma d'incendio, e brillerà ancora nelle azzurre vampe solfuree attraverso le regioni tenebrose del Terrore; senza mai svanire completamente, poichè la Disperazione è per se stessa un altro genere di speranza. Perciò la nostra Era può ancora esser detta della Speranza, ma nel più triste significato, perchè altro non le resta che la Speranza.
Ma, se qualcuno volesse sapere in complesso di che natura è il Vaso di Pandora che si trova colà in procinto di essere aperto, non avrebbe che a dare un'occhiata a ciò che può dirsi il sintomo dei sintomi; vale a dire alla Letteratura sopravissuta, di quel Periodo. L'Abbé Raynal ha detto la sua parola alla sua maniera lubrica, sbrigliata e tronfia, e già la generazione, con foga crescente d'attività, sta ad ascoltare un altro. Ed ecco il Mariage de Figaro di Beaumarchais, che ora (nel 1784), dopo non poche difficoltà, appare sulla scena, e per cento sere è fatto segno all'ammirazione di tutti. Il lettore dei nostri tempi sarà curioso di sapere a qual pregio o merito intrinseco era dovuto quel successo: e invero questo solo potrà sapere: che la produzione lusingava qualche ardente aspirazione del tempo, che esprimeva ciò che era nell'animo di tutti e che ognuno anelava di pronunziare.
Ben poca sostanza è in quel Figaro: intrighi meschini e stiracchiati, espressione stentata del sentimento e del sarcasmo; un insieme arido, sbiadito, ma che pur procede e si svolge destramente e con baldanzosa sicurezza, come in un mondo di matti; in cui, come accennavamo, il gran segreto è che ognuno vi ritrova la propria immagine e quella del suo stato e dei suoi costumi. Onde la commedia va innanzi per cento sere, seguìta da tutta una Francia, che ride e applaude. E quando il Barbiere domanda nel suo soliloquio: «Che cosa ha fatto Vostra Signoria per guadagnare tutto questo?» e non può rispondere altro che: «Voi vi siete data la pena di nascere (Vous vous êtes donné la peine de naître)», tutti ridono, compresa quella Nobiltà Anglomaniaca cultrice delle corse dei cavalli, che ride più forte di tutti. Come possono dei piccoli libri racchiudere grandi pericoli? dice il Sieur Caron, e immagina che il suo sottile epigramma possa essere una specie d'argomento. Conquistatore d'un toson d'oro, con un contrabbando gigantesco; domatore dei cani dell'inferno d'un Parlamento Maupeou, e alfine coronato Orfeo al Théâtre Français, Beaumarchais ha raggiunto l'apice, e riunisce gli attributi di parecchi semidei. Noi lo ritroveremo di nuovo nel corso della sua decadenza.
Ancora più significativi sono due libri prodotti proprio alla vigilia della memorabile Esplosione, e letti ardentemente da tutti: Paul et Virginie di Saint-Pierre e lo Chevalier de Faublas di Louvet. Libri degni di nota, che possono esser considerati come l'ultima parola della vecchia Francia Feudale. Nel primo s'eleva melodioso, per così dire, il gemito d'un mondo che muore: dappertutto la salubre Natura è in un conflitto impari con l'Arte perfida e malsana, perseguito fin nella più meschina capanna, nella più lontana isola dei mari. La rovina e la morte debbono colpire colei ch'è amata, e la morte, quel ch'è più, qui non avviene per necessità, ma per etichetta. Qual mondo di stimolante corruzione ci si para dinanzi in quell'atto sublime di pudore! Pure, nel complesso, il nostro buon Saint-Pierre è melodioso, poetico, benchè troppo tenero: noi chiameremo il suo Libro il canto del cigno della vecchia Francia moribonda.
Quanto a Louvet, non v'è chi vorrà dirlo armonioso. Invero, se questo disgraziato Faublas rappresenta la parola della morte, può dirsi che sia quella pronunziata sul patibolo da uno scellerato che non si pente. Libro indegno, libro cloaca, senza neppure la profondità d'una cloaca! Qual «pittura della Società francese» è mai in esso? Proprio nessuna, se si eccettui la pittura della mente che lo concepì come tale. Eppure questo libro è un sintomo di tante cose, e sopratutto d'una società che potè gustarlo.