Con tale successione di singolari tinte prismatiche, che innalzandosi come onda su onda colorano il nostro orizzonte, spunta l'Era della Speranza e procede verso il suo compimento. Dubbio compimento! Perchè questa è invero un'Era della Speranza che si fonda su una mera benevolenza universale, sul trionfo dell'Analisi, sul Vizio purgato delle sue brutture e alfine su Venticinque milioni di neri selvaggi; che, affamati, esauriti, tengono lo sguardo volto al loro Ecce signum «alto quaranta piedi»; come dunque potrebbe essere altrimenti che dubbio?
In ogni tempo, se noi vediamo giusto, troveremo che il peccato fu, è, e sarà sempre il congiunto della miseria.
Questa terra si dice Cristianissima, ha le sue croci e le sue cattedrali; ma ha pure come Capi della Religione un Roche Aymont, e un Luigi di Rohan, il Cardinale dalla Collana. La voce del povero per anni ed anni si leva inarticolata in Jacqueries, ammutinamenti per la farina, ed ha sempre il tono lamentevole d'un pianto infinito, che la Terra non ode, ma che è udito dal Cielo. Di più, laddove sono Milioni di disgraziati non possono mancare Migliaia di bisognosi, d'infelici; e solo le unità vi possono prosperare, o per dir meglio, possono ruinarsi più tardi. L'industria, anch'essa avvinta nei ceppi, imbavagliata, come una bestia selvaggia alla mercè dei maggiori cacciatori del mondo, che la stimolano e la dilaniano, grida pietosamente alle sue guide, ai suoi sorveglianti, all'uopo lautamente pagati: Deh, non mi proteggete, ma laissez faire, e liberatemi alfine dalla vostra direzione. Qual'è il mercato dell'industria in questa nostra Francia? Per due sole cose vi è offerta e dimanda: per i semplici prodotti della terra, perchè bisogna pure che i Milioni vivano; e per i più belli oggetti di lusso, in quanto solleticano i varii gusti, dalle melodie dell'opera ai cavalli da corsa e alle cortigiane, giacchè le Unità debbono sollazzarsi. Dopo tutto, uno stato di cose addirittura insensato.
Invero, noi abbiamo l'Analisi trionfante per aggiustar tutto e tutto rifare. Onore dunque all'Analisi! Senonchè, che cos'altro si sa che abbia fatto l'Analisi trionfante fuori della Bottega e del Laboratorio? La scoperta dell'Incoerenza sopratutto e la distribuzione dell'Incoerente sono opera sua. Fin dagli antichi tempi il Dubbio è sempre stato un mago incompleto, il quale evoca gli spettri che non può domare. Noi abbiamo dei «vortici immensi di logica spumante», che travolgeranno e ingoieranno prima le parole e poi le cose. Ed a questo proposito, osservate quei che son creduti i prodromi della Speranza da conseguire, e che in fondo altro non sono se non dei meri precursori della Disperazione: il continuo teorizzare intorno all'Uomo, alla Mente Umana, alla Filosofia del Governo, al Progresso della Specie e così via, che sono il bagaglio d'ogni testa pensante. Il Tempo e tanti Montesquieu e Mably, dragomanni del Tempo, hanno scoperto una infinità di cose: ed ora non ha Jean Jacques promulgato il suo nuovo Vangelo con quel Contratto Sociale, che spiega tutto il mistero del Governo e narra com'è contrattato e mercanteggiato, a soddisfazione universale? Teorie di governo! È il rinnovarsi di quelle teorie che sono sempre apparse e appariranno in ogni età di decadenza, e che bisogna valutare nel loro giusto valore, come processi della Natura, che non fa nessun passo invano verso la sua grande evoluzione. Intanto, qual teoria è più vera di quella che afferma che tutte le teorie, per quanto serie, per quanto penosamente elaborate sono – e debbono essere per la loro stessa natura – incomplete, dubbie e anche false? Sappi che quest'Universo è, qual si mostra, un infinito; e non tentare di farne il pasto della tua digestione logica, tenendoti pago se, piantando qua e là nel caos qualche colonna, riuscirai ad impedire che esso ingoi te. Quello Scetticismo che faceva dire: In che cosa dovrò io credere! una nuova e giovane generazione lo ha abbandonato per una Fede ardente nel Vangelo secondo Jean Jacques. Ecco un gran passo in avanti che lascia molto pronosticare.
Benedetta sia la Speranza, che a ogni suo inizio fece profetizzare un Millennio, un Millennio di Santificazione; ma (è da notarsi) mai, fino a questa Nuova Era, un Millennio di semplice godimento e d'abbondanza. Non vi fidate, amici miei, di quelle profezie che vi rappresentano un Paese del Piacere, della Felicità, della Benevolenza, del Vizio purgato delle sue brutture! L'uomo non è qual si dice un animale felice; perchè il suo desiderio smodato di ogni dolce cosa è inesauribile. E come potrebbe la povera umanità, non dico trovare la felicità, ma vivere e sostenersi in questo selvaggio Universo, che infinito e minaccioso turbina sul suo capo, se non si legasse alla vita con ogni specie di sforzi e di sacrifici? Guai all'uomo che non ha nel cuore una fede devota; guai a colui pel quale la parola Dovere ha perduto ogni significato! Quanto al Sentimentalismo non è forse il fratello gemello dell'Ipocrisia, se non addirittura una riproduzione di questa? E l'Ipocrisia non è la materia prima del Diavolo onde tutte le menzogne, tutte le imbecillità, tutte le abominazioni traggono origine e nessun bene ne deriva? Perchè l'Ipocrisia è in se stessa nient'altro che un Bugia doppiamente distillata, una Bugia elevata alla seconda potenza.
E che sarà mai di tutta una Nazione che precipita in un baratro? Ciò posto, dico io, essa vorrà senza fallo ritrarsene! Perchè la vita non è un inganno bene architettato, un inganno verso se stessa; è una grande verità che tu vivi, che ha in te i suoi bisogni, i suoi desiderii; nè questi possono sussistere e venire alimentati dalle illusioni, bensì dai fatti. Ed ai fatti, sii certo, noi torneremo; a quei fatti benedetti o maledetti a seconda della nostra saggezza. Il fatto più basso, meno benedetto, che creava i bisogni dei mortali, fu quello primitivo che faceva dire ai cannibali: Io posso divorare Te. Sarebbe mai questo Fatto Primitivo quello precisamente verso cui noi tendiamo attualmente (coi nostri metodi perfezionati) per poi rifare di nuovo tutto il cammino?