CAPITOLO VIII FINIS

L'Epos di Omero, si è notato, è come un Bassorilievo di scultura: esso non finisce, ma semplicemente cessa. Proprio così è l'Epos della Storia Universale. Direttorio, Consolato, Impero, Restaurazione, Regno della Borghesia, tutti questi Fatti si succedono nelle debite serie, con la debita genesi, nascendo l'uno dall'altro. Pure, la Prima-genitrice di tutti questi si può dire andata per aria nel modo che abbiamo visto. Un'Insurrezione di Baboeuf l'anno seguente, morrà in sul nascere, soffocata dalla Soldatesca. Un Senato, se ha una tinta di Realismo, può essere purgato dalla Soldatesca; e un Diciotto Fruttidoro trattato con la semplice vista delle baionette. Anzi, le baionette dei Soldati possono essere usate a posteriori contro un Senato, costringendolo a saltare dalle finestre – sempre senza sangue, e produrre un Diciotto Brumaio. Tali mutamenti debbono accadere, ma sono manipolati da intrighi, cabale e poi dalla parola d'ordine del comando; quasi come semplici cambiamenti di Ministeri. Non in genere dal sacro diritto dell'Insurrezione, ma da metodi più miti, la cui mitezza va sempre crescendo, gli eventi della Storia di Francia saranno d'ora innanzi condotti a termine.

È ammesso che questo Direttorio, che possedeva, al suo cominciare, queste tre cose: «una vecchia tavola, un foglio di carta e una bottiglia d'inchiostro», ma niente danaro visibile e niente ordinamento, fece cose meravigliose; che la Francia sin da che il Regno del Terrore ha taciuto, è divenuta una nuova Francia, destatasi come un gigante dal suo torpore; ed è andata innanzi nella sua Vita Interiore con un continuo progresso. Quanto alla forma esterna e alle forme di Vita, – che possiamo dire se non che da chi mangia viene la Forza; che dalla Follia non viene la Saggezza? Le Falsità sono ridotte in cenere; anzi, ciò che è una singolarità della Francia, anche il loro Gergo è scomparso. Le nuove Realtà non sono ancora venute; ah no, abbiamo solo dei Fantasmi, dei modelli di carta, dei tentativi di anticiparne le Figure, e simili! In Francia vi sono ormai Quattro Milioni di Proprietarî della Terra; il vero prodigio d'una Legge Agraria è, per così dire realizzato. Ciò che è più strano, noi comprendiamo che ogni Francese abbia il «diritto del duello»: il Cocchiere da nolo col Nobile, quando vi è corso un insulto: tale è la Legge della Pubblica Opinione. L'Uguaglianza almeno nella morte! La Forma di governo è rappresentata da un Re Cittadino frequentemente preso di mira, ma non ancora colpito.

In complesso, non è stato forse compiuto ciò che fu profetizzato ex-postfacto dall'Arciciarlatano Cagliostro, o da un altro? Egli, mentre in uno stato di visione e di stupore guardava tali cose, così parlò: «Ah! che cosa è questo? Angeli, Uriele, Anachiele e voialtri Cinque, Pentagoni che ridate la gioventù; Potere che distruggesti il Peccato Originale; Terra, Cielo; e tu, Limbo esteriore, che gli uomini chiamano Inferno! Vacilla forse l'IMPERO DELL'IMPOSTURA? Là scoppiano, con la lucentezza di Stelle, raggi di Luce dalle sue oscure fondamenta, mentre esso s'agita e sussulta, non pei dolori del parto, ma pei dolori della morte. Sì, son Raggi di Luce penetranti, chiari, che salutano il Cielo, – ma ecco, essi l'infiammano; il loro splendore di Stelle, diviene rosso come un fuoco d'Inferno!

«L'IMPOSTURA è in fiamme, l'Impostura è bruciata; un mare rosso di Fuoco, che mugghia in maniera selvaggia, avvolge il Mondo; con la sua lingua di fuoco lambisce le Stelle. I Troni vi sono scagliati dentro; le Mitre di Dubois, gli Stalli dei prebendarî che gocciolano grasso, e – oh! che vedo mai? – tutti i Carri della Creazione; tutti, tutti! Povero me! Mai, dai Carri di Faraone nel Mar Rosso, vi fu un tal naufragio di veicoli a ruote come questo del Mare di Fuoco. Desolati, fatti cenere e gas, erreranno in balìa del vento.

«Più alto, più alto ancora fiammeggia il Mare di Fuoco, crepitando nello scompaginarsi del legno, e sibilando quando attacca il cuoio e la stoffa. Le Immagini di metallo si fondono; le Immagini di marmo divengono calce: le Montagne di pietra esplodono fragorosamente. LA RISPETTABILITÀ con tutti i suoi Cocchi riuniti nel formare una pira funeraria, fra i lamenti, lascia la Terra; per non tornare più, tranne che sotto un nuovo Avatar. Come brucia l'Impostura a traverso generazioni intere; come è bruciata, per qualche tempo! Il Mondo è tutto coperto di nere ceneri; – le quali, ah, quando diverranno verdi? Le Immagini divengono un amorfo bronzo Corintio; tutte le Abitazioni degli uomini sono distrutte; fin le Montagne sono scorticate e spaccate, le Valli sono nere, morte: il Mondo è vuoto! Guai a coloro che saranno nati allora! – Un Re, una Regina (orribile!) sono scagliati là dentro; s'ode un fruscìo; poi tornano a galla, crepitano come rotoli di carta. L'Iscariota Egalité vi è precipitato; anche tu fosco De Launay, con la tua torva Bastiglia; intere famiglie, interi popoli: Cinque Milioni d'Uomini che si distruggono a vicenda. Poichè questa è la Fine del dominio dell'IMPOSTURA (che è Tenebra e densa fumea); è la combustione, con un fuoco inestinguibile, di tutti i Cocchi che sono sulla Terra.» Questa profezia, diciamo noi, non s'è dunque avverata, non si sta avverando?

E a questo punto, o Lettore, è giunto il tempo di separarci. È stato penoso il viaggio che abbiamo fatto insieme, e non privo di dolore; ma è compiuto. Per me, tu fosti come un'ombra amata; lo spirito d'un Fratello divenuto incorporeo o non ancora incorporato. Per te, io non fui che una Voce. Eppure i nostri rapporti furono quasi sacri; non dubitarne! Benchè qualunque cosa sacra finisca col divenire un verbo vieto, pure, quando la Voce dell'Uomo parla all'Uomo, non hai tu quella fonte di vita da cui sgorgano tutte 1e cose sacre e sempre sgorgheranno? L'Uomo, per la sua natura, si può definire una Parola incarnata». E mi colga disgrazia se ho parlato falsamente: debito tuo era anche d'udire sinceramente. Addio.

FINE

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