SCENA XI.

FAUSTINI dalla sinistra. ― EGISTO, ANNA, AGNESE e CESARINO in abito da viaggio dalla destra, seguiti da CARLOTTA con due sacche da viaggio. Detti.

Agnese. ― Mio zio, giacchè si trova qui anche il tuo socio, eccoti le chiavi...

Egisto. ― Ma che socio! Signor Faustini, godo di trovarla qui anche lei... Mi dica un po', quando le ho promesso il capitale, sapeva io che ella volesse acquistare quest'officina e l'invenzione di Carlo?

Agnese. ― Ma che acquistare l'invenzione... rubare!

Egisto. ― Agnese, calmati e lasciami parlare...

Faust. ― Ma la lasci sbraitare, le dirò poi io tutto!

Egisto. ― Sbraitare? Badi che lei parla di mia nipote...

Faust. ― Ebbene, l'invenzione che userò..... mi è stata venduta da chi l'ha fatta.

Agnese. ― Da mio marito dunque?

Faust. ― No, dal direttore, dal capo-fabbrica.

Egisto. ― Da lui? (a Francesco) Ah lei inventa delle cose grandi, portentose... là... come io un fritto di asparagi croccanti?

Franc. ― Ma lei si burla di me: guastato qualche cosa ho guastato, ma inventato poi...

Egisto. ― Un corno come me, bravo! (a Faustini) Ora sbraiti lei, sbraiti.

Faust. ― Oh! Il signorino è troppo modesto. Non si ricorda di quei tre mesi di viaggio?...

[141] Franc.― (Anche lui!)

Agnese. ― Insomma quel segreto o l'ha inventato lui, o lo ha rubato, di qui non se ne esce...

Mat. ― Francesco, parla!

Faust. ― Non parlerà!

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