La RICCOBONI, le FARINELLI madre e figlia, i RINALDI marito e moglie, AGIRONI, BOUCHARD, LEGENDRE, ed ANTONIO e PIERINA che servono gli altri di rinfreschi.
Bouch. — Sentite, io capisco fin dove può arrivare una vendetta lungamente e ardentemente bramata; ma portare in trionfo i soldati che assassinano gli ufficiali, giurar fede alla legge per violarla e al re per arrestarlo, scannare i prigionieri, far scempio di donne e di fanciulli, questo, parola d'onore, non è più rappresaglia, è delirio di ogni più bassa passione.
Legen. — Speriamo che si siano sfogati abbastanza, altrimenti ne vedremo delle altre, prima che la gente onesta capisca la necessità di mettersi d'accordo.
Ricc. — Intanto si è tutti come storditi da un gran colpo alla testa... Si sente in aria il coltello del macellaio, e non si fa nulla nessuno per liberarsene.
Emilia. — E avete osservato per le strade, che deserto!
Agir. — Sfido io! I negozi sono chiusi per la paura del saccheggio, ogni arte è sbandita come nemica, e ognuno sospetta del vicino!
Maria. — Aggiungete che ognuno teme di essere arrestato, poichè l'essere arrestato equivale ad essere condannato, e comparire dinnanzi ad un tribunale è lo stesso che una sentenza di morte.
Rinaldi. — E non vogliono che si faccia voti per essere [235] liberati! Per me darei il benvenuto a Belzebù ed a tutti i diavoli dell'inferno!
Ant. — Quando finirà quest'agonia?!
Ricc. — Voi siete ancora giovani...
Gli altri (meno Rosalia). — Bella gioventù!
Ricc. — Appetto a me, e siamo in pieno regno dell'impreveduto; ma a me, ai Goldoni, a Balletti, Gandini e Mattiuzzi, che cosa ci resta? La rivoluzione ha cancellato ogni gloria come un insulto alle mediocrità irrimediabili, e Dio non voglia che ci tolga anche quel boccone di pane che ci ha dato la splendidezza della Corte!
Gli altri. — Dio guardi!
Maria. — Se si potesse scappare tutti in Italia!
Agir. — È quello che farò io al più presto.
Rosalia. — Ritorniamoci anche noi, mamma; tanto tu lo sai, io non ho più da dare una sola lezione di musica.
Rinaldi. — E chi pensa più ad imparare l'italiano adesso che la fratellanza universale ha esordito col dichiarare traditori gli italiani?
Bouc. — Noi due ci siamo tappati nel nostro eremo, e finchè le cose non cambiano, chiusi!
Agir. — E, se non era per dare questa consolazione al povero Goldoni, davvero che non lasciavo Clignancourt, sopratutto oggi!
Ant. — Per carità, non una parola di nulla allo zio!
Rinaldi. — Facciamo meglio: per oggi sopprimiamo ogni pensiero del presente e dell'avvenire.
Ricc. — Bravo; riviviamo, s'è possibile, qualche ora del passato!
Gli altri. — Sì, sì, per Goldoni!
Ant. — Eccolo colla moglie... Mi raccomando adunque... E non si alzi troppo la voce, mi capite.